Caso Aldrovandi, il Coisp: “Non è censurabile l’appoggio umano dato a chi ha pagato più severamente di quanto la stessa legge preveda”


“Non siamo mai entrati, contestandolo, nel merito delle pronunce giudiziarie relative al caso Aldrovandi e non cominceremo a farlo adesso, ma non smetteremo mai di evidenziare che chi veste la divisa è l’unico in Italia a subire lapidazioni di un certo genere e che i nostri diritti sono affievoliti al punto che non possiamo neppure contare su un’equa applicazione delle leggi nei nostri confronti. Ecco perché ci preme ribadire che non possiamo condividere le censure verso chi esprime appoggio umano nei confronti di uomini che hanno pagato anche più di quanto la legge avrebbe previsto ciò che è stato riconosciuto come un errore involontario. Non possiamo accettare, in un’Italia completamente asservita ai comandi dettati dall’appuntamento elettorale di turno, che si gridi allo scandalo quando tre Poliziotti italiani dalle carriere oneste, contro cui si è avvertito chiaramente un accanimento di ogni genere, ricevono l’applauso dei colleghi che ne hanno seguito le traversie che questo Paese riserva solo a chi porta la divisa, e poi nessuno osa dire neppure una parola di pallida indignazione quando terroristi riconosciuti e condannati tengono lezioni nelle nostre università, pubblicizzano le proprie eroiche storie nelle scuole, trovano spazi loro dedicati come editorialisti sui giornali. E’ questa la vera vergogna italiana. L’ipocrisia che regna sovrana sempre e comunque. Un Paese dove assassini (veri, quelli sì) e criminali di ogni risma godono di ogni genere di beneficio nell’assordante silenzio generale, mentre politici, istituzioni e media godono e speculano nel dipingere come mostri uomini che non lo sono affatto, essendo persone e cittadini come gli altri, che però hanno scontato e sconteranno per sempre il proprio errore come nessun altro ha fatto o farà mai in Italia”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, interviene così a seguito delle polemiche scoppiate dopo l’applauso che la platea presente al Congresso del Sap ha riservato a tre dei quattro Poliziotti condannati per l’omicidio colposo del giovane Federico Aldrovandi.

“Fin dall’inizio di questa specie di giostra mediatica creatasi attorno a una drammatica vicenda – ribadisce Maccari -, a differenza dei colleghi del Sap che solo oggi hanno deciso di farsi sentire e con tutt’altre motivazioni – abbiamo sempre e solo contestato il fatto che ai colleghi, condannati per mera colpa e con pene da scontare di entità minime, non sia stato applicato correttamente quanto previsto dalla legge, come infatti è stato detto a chiare note in Cassazione. Sono stati ingiustamente mandati in carcere, in isolamento perché rischiavano di essere ammazzati dietro le sbarre, mentre in Italia nessuno nella storia moderna del Paese è mai andato dietro le sbarre per una contestazione colposa. Contro di loro, fin dall’inizio e indipendentemente dal merito della vicenda, si è scatenata una vera e propria flagellazione mediatica, e su di loro è stato scaricato l’odio e la riprovazione che la nostra strana società non riserva più nemmeno ai peggiori criminali abituali. Oggi si torna a strumentalizzare la loro storia ed anche il dolore e il lutto di una famiglia, per insistere nella spietata ricerca della distruzione totale delle vite di Poliziotti che, a seguito del loro errore, hanno subito conseguenze impensabili per i normali cittadini. Sarebbe il caso di smetterla con questo accanimento, e di tornare alla realtà. Fare tutti un profondo esame di coscienza e, solo dopo aver riflettuto a lungo sugli errori propri prima e degli altri poi, decidere se davvero è lecito chiedere la ‘disintegrazione’, nella vasta gamma di delinquenti che l’Italia offre in ogni luogo, proprio e solo di Poliziotti che hanno sempre svolto il proprio dovere e che proprio in quell’ambito sono incappati nell’errore non voluto”.

Coisp

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