Applicato in Italia il nuovo decreto che colpisce la detenzione inumana


“Soldi per accogliere gli stranieri, soldi per accudirli, soldi per farli restare in Italia anche se non potrebbero, soldi per rimpatriarli, soldi persino per risarcirli quando delinquono – loro come, del resto, anche tutti gli altri criminali -. Tutto considerato, si tratta di un fiume di soldi, in quantità che la maggior parte degli italiani non sogna neppure di mettere insieme ogni giorno, mentre gli altri cittadini soffrono gli effetti di una crisi devastante, e le Forze dell’Ordine non sanno più con quali mezzi assolvere ai loro compiti e men che mai come proteggere, da soli ed a proprie spese, la salute e la stessa dignità loro e delle loro famiglie. C’è un ordine di priorità davvero singolare in come vengono destinate le risorse in Italia, non c’è che dire, e la situazione ha certamente superato l’indicibile e l’indegno con l’applicazione del decreto contro la cosiddetta detenzione inumana. Ma quand’è che emetteranno un decreto contro le inumane condizioni in cui lavoriamo?”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, interviene così a seguito della notizia della prima applicazione in Italia del nuovo decreto che colpisce la “detenzione inumana” così come imposto dalle normative europee. E’ avvenuto a Padova, dove si è deciso che un detenuto albanese venga risarcito con 4.808 euro. Si tratta di un condannato a sei anni per associazione a delinquere, prostituzione minorile, violenza privata e falsa testimonianza. Secondo la nuova legge ogni carcerato dovrebbe avere a disposizione tre metri quadrati, mentre l’albanese ne avrebbe avuti 2,85. Oltre al risarcimento, il detenuto ha ottenuto lo sconto di dieci giorni di pena sui 100 che gli restavano da scontare.

“Una notizia davvero difficile da digerire – aggiunge Maccari -, specie considerato che si aggiunge a quelle dei continui esosi esborsi di denaro per fronteggiare l’emergenza immigrazione da una parte, ed ai continui odiosi ‘prelevamenti’ dalle tasche degli italiani ed alle disastrose carenze nelle condizioni lavorative che assillano le Forze dell’ordine dall’altra. Sono argomenti apparentemente del tutto indipendenti l’uno dall’altro, ma non è affatto così. Li lega indissolubilmente una valutazione politica che mette a nudo la scarsa quando non inesistente considerazione riservata ai Servitori di uno Stato che, al di là di inutili affermazioni da buonismo ipocrita, fa per clandestini e delinquenti ciò che non si può permettere. E non se lo può certamente permettere considerato che dice di non avere risorse per le esigenze primarie dei suoi cittadini onesti”.

“Una media di 80 euro al giorno per un clandestino? – conclude Maccari – Caritatevole. Il risarcimento ad un condannato per sfruttamento della prostituzione di bambini perché mancano 15 centimetri di spazio nella sua cella? E sia. Poliziotti che lavorano per giornate intere in stanzini squallidi e cadenti, ammassati l’uno sull’altro e senza neppure sedie a sufficienza per tutti; che devono comprarsi da soli i presidi minimi come guanti e mascherine per tutelare la propria salute; che devono mettere benzina nelle auto di servizio di tasca propria; che devono pagarsi da soli mensa e pulizie dei luoghi di lavoro; che devono passarsi tute e caschi di servizio l’un con l’altro; che non ricevono neppure lo stipendio che gli spetta per legge… Perché? Nessuno risponderà a questa domanda, perché non c’è una spiegazione all’assurdo”.

Coisp

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