Concerto di Pasqua al Teatro di San Carlo con Enzo Avitabile, Yuri Simonov e Esther Yoo


Esther Yoo- Zen Trio Photo: Marco Borggreve
Esther Yoo- Zen Trio Photo: Marco Borggreve

Venerdì 30 e sabato 31 marzo si è tenuto un nuovo appuntamento della Stagione di Concerti del Teatro di San Carlo dedicato alla Pasqua.

La serata è stata divisa in due parti. La prima ha visto protagonista Enzo Avitabile nella doppia veste di autore e interprete. Sul podio dell’Orchestra del San Carlo è salito Maurizio Agostini.

Nella seconda parte il maestro russo Yuri Simonov ha diretto l’Orchestra del Massimo napoletano e la ventitreenne violinista Esther Yoo.

Avitabile ha aperto il concerto con Tamburo a niro, brano che commemora la strage di Castel Volturno in cui persero la vita sei immigrati africani, vittime innocenti di un agguato di camorra di cui ricorre proprio quest’anno il decennale. A seguire Maria Stella, un’ouverture, primo tempo di una “sinfonia contemporanea”. «Si tratta di un brano il cui linguaggio è in continuità ideale con quello della grande Scuola Napoletana – spiega Avitabile –  lo è per il sentimento dolente che lo attraversa, lo è, in definitiva, perché quella sensibilità del popolo di Napoli che è recepita, reinterpretata e amplificata dai suoi artisti, non è mutata nel corso dei secoli. Maria tra l’altro – continua l’autore –  è per me un nome unico sebbene diffusissimo, perché è quello di mia moglie venuta a mancare nel 2002».

Nella seconda parte del concerto, alla guida dell’orchestra del San Carlo c’è stato Yuri Simonov, nato in Russia nel 1941 da una famiglia di cantanti, primo direttore d’orchestra dell’ex Unione sovietica ad aggiudicarsi, 50 anni fa, nel ‘68, una competizione “occidentale”: il Concorso per Direttori d’Orchestra indetto dall’ Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Violino solista Esther Yoo, musicista di origini coreane impostasi all’attenzione internazionale nel 2010, quando, a soli sedici anni, divenne la più giovane vincitrice del Sibelius International Violin Competition.

Primo brano in programma è stato Le Ebridi “La grotta di Fingal”, Ouverture da concerto in si minore per orchestra Op. 26 di Felix Mendelssohn. Composizione nata dalle suggestioni suscitate nell’autore da quel viaggio in Scozia che è alla base anche della Terza Sinfonia, e considerata uno degli apici del romanticismo musicale tedesco.  A seguire, dello stesso Mendelssohn, il Concerto in mi minore per violino e orchestra op.64, composto nel 1844, tra più amati e eseguiti concerti dedicati al violino. In questo vero gioiello della letteratura musicale, Mendelssohn abbandona la tradizionale esposizione orchestrale, facendo iniziare il concerto dal solista, assoluta novità per l’epoca.

Il terzo brano in scaletta ha rappresentato  un’incursione nel classicismo di Franz Joseph Haydn. La Sinfonia n. 26, composta nel 1768, reca la scritta “Lamentatione” come sottotitolo perché si ispira nei primi due movimenti alla Passione di Cristo. La singolarità della Sinfonia, che è in tre tempi e termina in maniera inusuale con un Minuetto, è la scelta della tonalità minore, per la prima volta usata da Haydn nella produzione sinfonica.

Ha chiuso il concerto La Grande Pasqua russa, ouverture op. 36 di Nikolaij Rimsky-Korsakov di cui il compositore russo ha parlato in Cronache della mia vita musicale. «Per poter giudicare con un minimo di fondatezza una tale opera si deve aver assistito almeno una volta nella propria vita ad una messa mattutina di Pasqua, in una grande chiesa stipata fino all’inverosimile di uomini di tutte le classi sociali, mentre numerosi pope celebrano contemporaneamente l’ufficio divino. […]. Erano proprio questi tratti leggendari e pagani della festa pasquale che volevo esprimere nella mia Ouverture, questo passaggio repentino dall’atmosfera cupa e misteriosa del Venerdì Santo alla gaia sfrenatezza, pagana e religiosa allo stesso tempo, del giorno di Pasqua».

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