Immigrazione, il Coisp denuncia la situazione di Tarvisio


“Torna a manifestarsi l’Italia cialtrona che vive di spot pubblicitari fasulli fingendo di essere ciò che non sa essere e di poter fare ciò che non può fare. Oggi tutte le priorità legate al settore della Sicurezza si chiamano Expo e Giubileo, e con il fulgore dell’atteso ritorno d’immagine oscurano definitivamente le già sottovalutate e quasi incontrastate vere necessità di un Paese che voglia garantire sicurezza ai suoi cittadini. Oggi l’emergenza immigrazione non esiste quasi più, trovando l’argomento un qualche titolo a disposizione solo ad ogni barcone che affonda, mentre le indecenti e drammatiche situazioni lavorative vissute da chi quotidianamente si confronta con problematiche legate ad un fenomeno totalmente fuori controllo sono disconosciute o ignorate dai più, e soprattutto da chi invece dovrebbe occuparsene. La Polizia di frontiera di Tarvisio ne è un esempio lampante e gravissimo, ma i colleghi sono lasciati nel più desolante abbandono”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, lancia l’allarme rispetto ad una vicenda che allo stesso tempo denuncia con forza al Capo della Polizia, Alessandro Pansa, con una lettera in cui chiede un immediato intervento. “Quell’Ufficio – scrive Maccari – non solo rintraccia e si occupa di centinaia di clandestini ed ha effettuato dieci arresti di trafficanti di esseri umani nel solo mese di Marzo pur con mezzi del tutto esigui, ma viene anche svuotato del 25% della forza dalle aggregazioni per la bella Milano ed il suo Expo. L’allarme su questo l’ha lanciato anche il Procuratore Capo di Udine il quale è certo, quanto noi, di una débâcle della sicurezza con conseguenze dirette per il territorio e per tutto il Paese”.

“E’ mai possibile – chiede il Segretario Generale del Coisp – che in tutto questo quei colleghi non hanno nemmeno un mezzo adatto al trasporto di clandestini? Non uno o due sperduti migranti, ma gruppi di 15/20 persone alla volta, le quali sono in viaggio da mesi a bordo di ogni mezzo di trasporto, aumentando esponenzialmente i casi di scabbia e delle altre ‘solite’ malattie. Un paio di Fiat Punto che fanno la spola dai confini agli uffici. Da queste macchine senza profilassi sanitaria scendono i colleghi per fare posto ai clandestini e viceversa, mentre non c’è nemmeno un furgone da adibire a questa ‘momentanea’ esigenza per dura da anni e che aumenterà per i prossimi lustri. “E la legittima richiesta dei mezzi minimi indispensabili per lavorare – incalza Maccari – pare che abbia ricevuto la madre di tutte le risposte ministeriali: ‘Non vi spetta e quindi arrangiatevi’. Perché la realtà deve essere adattata alle norme vecchie di 40 anni e non viceversa, altrimenti si turberebbero i quieti sogni ad occhi aperti di burocrati che la nostra divisa la riconoscono appena o soffrono di ‘demenza da carega’, malattia che impedisce il funzionamento degli ampi settori del cervello deputati alla logica analisi della realtà”.

Il Coisp conclude quindi invitando Pansa a recarsi personalmente a verificare l’insostenibilità della situazione in questo difficile Ufficio che rappresenta una di quelle “frontiere invisibili verso est dove, abbandonati a loro stessi i valichi con lo spostamento delle risorse umane verso gli Uffici territoriali, abbiamo garantito la migliore destinazione possibile per far terminare nel nostro Paese la rotta balcanica che partendo da Afghanistan, Iran e zone limitrofe, passa attraverso Turchia, Grecia, Montenegro Serbia, Ungheria, Slovenia ed Austria per finire nel nostro Belpaese dal quale, a differenza di ciò che accade sul confine del Brennero nei nostri confronti, non riusciamo a rispedire ad Austria o Slovenia quegli immigrati clandestini che da quei paesi giungono nel nostro”.

Anche il Procuratore di Udine ha visitato questi indecenti Uffici – conclude Maccari -, chiarendo senza mezzi termini che non solo la mancata integrazione, ma addirittura l’erosione di mezzi e risorse per questi Uffici rappresenta un rischio grave per la sicurezza di tutti. Altro che farsi belli affermando che possiamo gestire Expo, Giubileo e Dio solo sa cos’altro contemporaneamente… Così non ce la facciamo a gestire neppure l’ordinario”.

Coisp

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