Summarte in Jazz, il finale


Giunge alla conclusione la rassegna Summarte in Jazz con il concerto di venerdì 27 marzo al Teatro Summarte di Somma Vesuviana. Dopo i successi ottenuti con i due precedenti album, A Jellyfish from the Bosphorus, inciso con il suo trio tra l’Italia e l’Inghilterra, e Gull’s Flight, con il suo European Quintet, il pianista jazz Andrea Pozza, in duo con Scott Hamilton al sax, firma “I Could Write a Book”, a testimonianza di una carriera in continua evoluzione ed ascesa.

I due artisti, che si conoscono da vent’anni e che si esibiscono regolarmente assiemepozza con concerti in tutta Europa, da sempre animati da reciproca ammirazione, coltivavano da tempo l’idea di un progetto comune. L’occasione si è manifestata con “I Could Write a Book”, il loro primo cd in duo. Un dialogo tra pari, in cui non emerge una leadership, ma un grande interplay e l’affiatamento che i due grandi musicisti hanno costruito nel corso degli anni nonché il comune amore per il mainstream jazz di cui Hamilton senza dubbio è uno dei più importanti esponenti a livello mondiale

Pozza e Hamilton, jazzisti di fama internazionale, per il loro primo progetto discografico in duo, hanno scelto alcuni standard della tradizione ritenendo che le tessiture originali sono così essenziali e aperte all’elaborazione che possono tranquillamente accogliere gli stili e le sonorità contemporanee. Nell’album anche un brano originale firmato da Pozza e Hamilton, “Boccaccio Blues”, un omaggio allo scrittore e poeta italiano nato a Certaldo.

Scott Hamilton al sax e Andrea Pozza al pianoforte si sono dati appuntamento nel Castello di Certaldo, in Toscana, un luogo inusuale per una registrazione ma al tempo stesso ricco di storia. L’idea di incidere nella cave del castello (oggi adibito ad attività ricettiva gestito dal noto batterista, Alfred Kramer) è di Giulio Cesare Ricci, per omaggiare i 30 anni di attività della casa discografica Fonè di cui è proprietario. L’album è stato realizzato in super audio cd e in Vinile 180gr. Particolarità di “I Could Write a Book” consiste nella registrazione in presa diretta delle esecuzioni senza alcun ausilio tecnico in post produzione, sfruttando solo ed esclusivamente il riverbero naturale della cave. Altra peculiarità, sono i microfoni impiegati, che provengono dal famoso studio di registrazione Abbey Road – utilizzati per i Beatles – e che oggi fanno parte dell’inestimabile collezione e set audio di Fonè.

Andrea Pozza piano

Scott Hamilton sax

 

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