Coisp dal ministro dell’Interno


“Se qualcuno pensa che arriveremo all’incontro con il Ministro dell’Interno pronti a discutere solo della più pressante e immediata problematica che giustamente tiene banco da giorni in merito alla paventata, e certamente sciagurata, ipotesi di chiusura di numerosi presidi della Polizia di Stato sul territorio allora si sbaglia di grosso. Ancora tanti, troppi, sono i continui casi di denigrazione, criminalizzazione, e delegittimazione rispetto ai quali le Forze dell’Ordine sono sprovviste di una reale e seria tutela funzionale. Troppe le nubi che aleggiano minacciose sopra le teste di colleghi non più in grado di svolgere il proprio lavoro serenamente, soprattutto perché ancora privi di strumenti, mezzi e protocolli operativi idonei a tenerli al riparo dalle continue iniziative tese solo a soddisfare bisogni personalissimi e variegati di chi cerca di rivalersi su di loro per mali e circostanze che li vedono coinvolti solo perché hanno la colpa di vestire la divisa e trovarsi per strada a fare ciò che nessun altro potrebbe e… vorrebbe fare. E su tutto sono sicuramente queste ultime le questioni che più ci premono e rispetto alle quali facciamo al Ministro dell’Interno una vera e propria chiamata a responsabilità, perché si assuma pienamente, profondamente e concretamente il ruolo di guida degli uomini e delle donne di cui formalmente è a capo”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, a due giorni dal previsto incontro con il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, fissato per martedì. Un incontro che verterà anche e soprattutto sull’intenzione di procedere alla chiusura di centinaia di uffici di Polizia in tutta Italia, in virtù dell’ultima attività di spending review messa in campo dal nuovo Governo.

“E’ stata definita – aggiunge Maccari – con terminologia tesa a rassicurare e sedare ogni focolaio di allarmismo, solo e unicamente una ‘razionalizzazione’ delle forze in campo, in particolare alla luce di una maggiore sinergia fra i Corpi che operano per la sicurezza nel Paese. Solo che l’era delle bugie è finita da un pezzo, e nessuno crede più alle chiacchiere smentite dai fatti. Razionalizzare e rendere efficiente ciò che c’è è un obiettivo saggio e fondamentale, che deve essere perseguito e rispetto al quale vogliamo fornire tutta la collaborazione possibile. Ma che nei nostri confronti si tratti solo di tagliare del tutto indiscriminatamente uffici su uffici, e quindi bollette su bollette, e affitti su affitti, non ci sono dubbi. Altrimenti non si comprende perché quelli della Polizia di Stato dovrebbero essere, come di fatto saranno, i più numerosi presidi che saranno chiusi. E poi come si può parlare di razionalizzare visto che le scelte che sono state operate sono state prese senza valutare elementi fondamentali come il fatto che con i tagli così previsti alcune specifiche competenze saranno lasciate senza alcuna copertura di Forze di Polizia ma solo affidate all’intervento di una forza militare? Tutto chiaro, insomma, come al solito si procede alla sfrenata ricerca del risparmio senza l’opportuna collaborazione dei tecnici del settore come panzer che procedono incuranti di stare maciullando il diritto dei cittadini alla sicurezza”. “E proprio in tema di diritti – insiste il Segretario generale del Coisp – è assolutamente il caso di continuare a parlare senza sosta e senza ipocrisia di quanto compressi, svuotati ed inconsistenti siano ormai quelli degli Appartenenti alle Forze dell’Ordine. Abbastanza da consentire a più di qualcuno non solo di metterli alla gogna e di aggredirli senza subire alcuna conseguenza – specie visto che l’Autorità giudiziaria, come ad esempio quella della Capitale, ha deciso di non trattare nemmeno più gli oltraggi e le resistenze ai pubblici ufficiali -, ma addirittura di indicarli sempre più esplicitamente come un nemico da temere e da combattere. Lottiamo ogni giorno contro l’illegalità, contro la resistenza ed il rifiuto delle regole, contro l’omertà e contro l’odio per i simboli dello Stato e delle Istituzioni, ma oggi sputi e insulti e richieste di lapidazione e di marchiatura per le Divise non bastano più… oggi dobbiamo convivere persino con ‘iniziative associative’ di persone saldamente avvinte dalla convinzione di dover intervenire quando le Forze di Polizia operano per evitare abusi sui cittadini. Siamo al paradosso, siamo di fonte ad una mostruosità concettuale oltre che pratica. Siamo di fonte all’ennesima ritorsione contro gli unici Servitori dello Stato rimasti a fare il proprio dovere senza tirarsi mai indietro e senza cedere a provocazioni ed inaccettabili offese e ingiustizie. Siamo di fronte a qualcosa che in uno Stato civile non dovrebbe essere neppure immaginabile nella mente dei più fervidi barzellettieri. Siamo di fonte a ‘dichiarazioni di guerra e di odio’ rispetto alle quali il Ministro dell’Interno ed il Capo dei Poliziotti italiani non possono più fingere di non vedere”.

“E’ ora – conclude Maccari – di lavorare come mai per fornire ai colleghi quei protocolli operativi e quegli strumenti a bassa offensività per i quali ci siamo battuti per anni, e che proprio con l’arrivo di Pansa abbiamo visto finalmente passare timidamente dal campo delle proposte a quello della realtà. E’ ora che si azzeri finalmente la distanza fra il Ministero e le migliaia di uomini e donne che vi dipendono, così che i componenti del primo si comportino e pensino esattamente come quelli che ogni giorno escono di casa per entrare dentro a volanti scassate e gettarsi nella mischia, pronti ad affrontare l’ignoto e l’inaspettato ed a subire qualunque conseguenza, anche la più imprevedibile. E’ ora che il Ministro dell’Interno, quando parla, abbia la voce dei suoi Poliziotti, nel bene e nel male”.

E’ ora che si ritorni a parlare della più odiosa forma di “costrizione” a cui sono stati sottoposti i Servitori dello Stato in divisa: il blocco degli automatismi stipendiali, con le conseguenze nefaste avute ed in itinere anche per gli assegni di funzione. Tagli che hanno falcidiato e penalizzato in maniera pesantissima ed inaccettabile, intere fette di personale, senza un criterio logico e colpendo a casaccio migliaia e migliaia di Operatori.

Coisp

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