Nuova telenovela sullo stadio San Paolo


Quello degli impianti calcistici è un tema di grande attualità che, il Napoli come altri grandi club, dovrebbero seguire con interesse, perché uno stadio di proprietà rappresenterebbe una voce importantissima nello stato patrimoniale della società. Il progetto di riqualificazione del San Paolo, deve essere compatibile con le esigenze del club, della collettività e del territorio e che come sta avvenendo a Roma, dovrà essere la società azzurra a presentare il progetto e sostenere i costi principali ed il comune autorizzare la riqualificazione del suolo dove sorge lo stadio.

A Napoli, come in tutta la Campania, ormai si programma tutto alla giornata, in emergenza continua, e gli Amministratori parlano di lotta contro il tempo per scadenze inventate o funzionali a scelte dettate da immani interessi economici. Ciò accade anche per opere di fondamentale importanza ambientale, economica, sociale per la città, come la riqualificazione dello Stadio. Cosi è intervenuto il Portavoce dei Circoli della Nuova Italia esponente del PdL napoletano, Rosario Lopa, sulla ennesima telenovela Stadio San Paolo.

Il S. Paolo è un’opera realizzata dall’arch. Carlo Cocchia, inaugurato nel 1959, che risultava bene, forse perfettamente, inserita nel contesto architettonico-urbanistico dell’area di Piazzale Tecchio a Fuorigrotta, in armonia con il Politecnico e la Mostra d’Oltremare, nonostante le gravi compromissioni successive, avvenute negli anni 80 per i lavori per i Mondiali del ’90. Tuttora avrebbe una capienza di 60.240 spettatori (rispetto al potenziale massimo di 87.500) ed è il terzo stadio in Italia dopo il Meazza di Milano e l’Olimpico di Roma.

Naturalmente l’attuale decadimento del S. Paolo, di cui pur bisognerebbe dar conto alla città richiede interventi significativi, probabilmente il principale sul piano architettonico-ambientale è il ripristino della situazione premondiale 90, oltre agli altri adeguamenti obbligatori, che però escludono consumo di nuovo suolo, prezioso per i bisogni della città e pesanti cementificazioni. L’abbandono o anche la demolizione del S. Paolo sarebbe poi una iattura per Fuorigrotta e l’area Flegrea.

L’area dell’attuale Stadio ha la migliore accessibilità cittadina col trasporto pubblico: la metropolitana linea 6, il servizio metropolitano F.S./ linea 2, la Ferrovia Cumana, la linea (ex LTR), oltre al servizio su gomma, su direttrici di collegamento all’area stadio che raddoppiano le potenzialità di ogni struttura di trasporto.

 

 

 

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