Marò, 2 giugno applauso a Roma al passaggio del Battaglione San Marco


“In India o in Italia non cambia l’atteggiamento di una politica nostrana ancora inconcludente, ipocrita, bugiarda, vigliacca verso i propri Servitori più fedeli e affidabili. Solo che in India, da due anni a questa parte, oltre all’intero modo di intendere e di tener fede al rapporto che le Istituzioni italiane dovrebbero avere con i propri uomini in divisa c’è qualcosa immediatamente a rischio, l’esistenza stessa dei nostri due Marò tenuti letteralmente in ostaggio lontano dal proprio Paese. E si moltiplica la vergogna di cui in tanti si stanno imbrattando, di più ad ogni giorno che passa senza che qualcuno riesca a dimostrare che alle Forze Armate ed alle Forze dell’ordine si chiede tanto, troppo, ma si sa dare, anche, quando è il caso”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, interviene così in merito alla vicenda dei due Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone – trattenuti in India da oltre due anni a seguito della morte di un pescatore indiano verificatasi mentre erano in servizio a bordo della Enrica Lexie che erano stati chiamati a proteggere -, dopo che ieri, nel corso della celebrazione della Festa della Repubblica, a Roma, durante la parata in Via Dei Fori Imperiali, al passaggio dei colleghi dei due Marò dalle tribune si è alzato un fortissimo applauso, ed anche il grido, riportato anche su alcuni striscioni “Marò Liberi subito”.

“Girone e Latorre – aggiunge Maccari – sono la perfetta incarnazione dei valori e dei sentimenti che animano uomini e donne in divisa. Coraggio, onore, senso del dovere, spirito di servizio, resistenza, fierezza, fedeltà, capacità di obbedire agli ordini qualunque sia il sacrificio che essi comportano. Ed è esattamente per questo che non si ribalta l’universo per riportarli a casa. Purtroppo non si può nascondere una verità così ingombrante, per l’ennesima volta si soprassiede più del giusto sulla sofferenza di uomini ‘votati’ a spendere la propria vita al servizio del Paese, anche se ciò non significa affatto, o non dovrebbe significare, votati al martirio perché lo chiede un Paese che in cambio non sa dare ai propri uomini le dovute garanzie. La storia si ripete, triste, scomoda, insopportabilmente ingiusta, chi veste la divisa è sacrificabile a prescindere, si può maltrattare a prescindere. Questa è la verità vera che fa da sfondo all’intera vicenda – conclude Maccari -. Una vicenda incredibilmente ancora bloccata nelle sabbie mobili da due anni, anche se nessuno osa dirlo a chiare note. Ammetteremo di esserci sbagliati quando le cose andranno nella stessa identica maniera, quando al posto di Girone e Latorre ci sarà il figlio di un qualsiasi Ministro”.

Coisp

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