FRANCO ROBERTI ALL’INTERCLUB ROTARY


Una conviviale affollatissima. Il valente presidente del Rotary Club Napoli Flegreo, notaio Enrico Troisi ha organizzato a Palazzo Alabardieri un incontro con il Procuratore antimafia Franco Roberti, aprendo l’incontro ad altri club, ovvero i Rotary Nord, Castel S.Elmo e Posillipo che hanno partecipato con la presenza di innumerevoli soci e ospiti: nel corso della serata Roberti ha presentato il suo ultimo libro“Il contrario della paura” edito da Mondadori nella collana “Strade blu” che analizza i più recenti attentati terroristici ed eventi criminosi che vanno dalle stragi di Parigi alla richiesta di pattuglie dell’esercito a Milano, con acute annotazioni sulla criminalità organizzata e i conflitti fra i vertici camorristici a Napoli. I titoli dei capitoli del libro sono quantomai significativi: Un nuovo attacco all’occidente, Avere paura è arrendersi, La lunga stagione del terrorismo politico in Italia, Paura e libertà, La lezione americana, Immigrazione e criminalità, Terroristi in casa nostra, Mafie e terrorismo islamico, Una convergenza di interessi, Quando il terremoto diventa business, La cappa, La pista dei soldi, La sindrome di Grimilde, Di che cosa parliamo quando parliamo di mafia, La Piovra, Mafia Capitale, In Sicilia la mafia non esiste più, Italia, provincia del narcotraffico, La sfida dello sport, Il tempo della giustizia, L’antimafia e l’antimafia del malaffare.

Il presidente Troisi ha accolto i numerosi invitati con un cocktail renforcè, affiancato dalla moglie Fabrizia Satta Flores e dall’esecutivo del R.C.Flegreo con il Past President Gianmaria Brunese, il Presidente incoming Alberto Cavallo, Costabile Guida, il segretario Francesco Baratta, il segretario esecutivo Paolo Nagar, il Tesoriere Francesco Giovanni Viti, il Prefetto Nella Baratta, i Consiglieri Giovanni Buonanno, Sergio Della Valle, Marcello Marrucci, Rino Merola, Mario Percuoco, Riccardo Satta Flores. La conviviale ha poi fornito l’occasione per  mettere maggiormente a fuoco il difficile compito dei magistrati, costretti a vivere sotto scorta per le minacce sempre più frequenti e le modalità con cui operano sia le mafie nel mondo che il terrorismo islamico: tema centrale del libro è l’importanza di non soggiacere al ricatto criminale che vuole distruggere la libertà democratica con cui sono evolute le nostre nazioni, per non diventare vittime della violenza armata. Roberti afferma di aver scritto il libro dopo gli attentati terroristici di Parigi del 13 novembre 2015, quando la telefonata di un vecchio amico, timoroso di intraprendere un viaggio con la famiglia per una vacanza, gli rese evidente la necessità di combattere i fantasmi suscitati dalle stragi per non essere privati della libertà di uscire, viaggiare, frequentare cinema e concerti, vivere a 360°.

Il contrario della paura per Franco Roberti è proprio l’atteggiamento da assumere di fronte alle intimidazioni mafiose che chiedono il pizzo, truccano gare d’appalto e concorsi pubblici creando imprese fittizie che alterano la libera concorrenza e vanno denunciate: parimenti non bisogna terrorizzarsi per il fondamentalismo islamico per non cadere in generalizzazioni pericolose e trasformarsi in razzisti e xenofobi. Occorre un cambio deciso di rotta nella condotta dei cittadini  che devono assumersi le proprie responsabilità e dire la verità confidando nello Stato  che è in grado di garantire sicurezza e protezione ma a sua volta «deve assicurare leggi chiare, provvedimenti seri in tempi certi. La società civile, che deve marcare chiaramente, senza ambiguità, la linea d’ombra tra legalità e illegalità. Per affrontare efficacemente la sfida epocale alle mafie e al terrorismo non basta il pur necessario contrasto investigativo-giudiziario, come se si trattasse di una semplice questione di ordine pubblico, bensì occorre rimuovere le cause politiche, economiche e sociali che ne hanno favorito lo sviluppo: mafia e terrorismo fungono da agenzia di servizi delle povertà, svolgendo una funzione sostitutiva rispetto alle lacune dello Stato. E hanno in comune il piano criminale di privarci delle nostre libertà e usare il terrore come strumento per moltiplicare le loro ricchezze. Ma la consapevolezza del pericolo mortale che corriamo non deve spaventarci. Perché la verità è il contrario della paura.»

Laura Caico

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