Pediatri ospedalieri a confronto a Napoli sulle strategie terapeutiche più adeguate nella cura dell’Asma grave in pediatria


La maggior parte dei bambini asmatici risponde generalmente bene alle terapie ma circa il 5% di questi presenta una malattia severa e difficile da trattare con l’approccio terapeutico convenzionale. Tra questi, però, solo il 50% è affetto da una vera asma resistente alla terapia poiché in alcuni di questi la diagnosi di asma è sbagliata, altri invece sono bambini con importanti comorbidità che sostengono la sintomatologia asmatica e altri ancora sono bambini che non praticano la terapia prescritta.

Tuttavia l’asma grave è una patologia che non deve essere sottovalutata e che può avere conseguenze a volte letali, come purtroppo i recenti decessi avvenuti in Italia  hanno dimostrato.

Il controllo della malattia attraverso strategie terapeutiche adeguate e la corretta gestione del paziente pediatrico sono stati i temi al centro dell’incontro “ASMA GRAVE IN PEDIATRIA – STRATEGIE ATTUALI” che si è tenuto mercoledì scorso al Royal Continental Hotel di Napoli per pediatri ospedalieri.

Si è in presenza di asma allergico grave, quando nonostante la  terapia a base di cortisonici inalatori ad alto dosaggio associata ai broncodilatatori a lunga durata d’azione, i pazienti manifestino un difficile controllo della malattia, con sintomi quali respiro sibilante, dolore toracico, tosse, difficoltà respiratoria e broncocostrizione.

L’asma grave del bambino richiede un elevato livello di attenzione e naturalmente la famiglia gioca un ruolo chiave nella gestione e nel monitoraggio della malattia. Il  monitoraggio del paziente pediatrico deve essere costante e non può essere limitato alla famiglia, ma deve estendersi a tutto il contesto sociale in cui il bambino vive;

Per i genitori è importante: mantenere sempre, nei confronti del bambino,  un atteggiamento rassicurante; portare sempre con sé i farmaci broncodilatatori per via inalatoria da far assumere immediatamente al bimbo in caso di crisi asmatica; insegnare a gestire correttamente eventuali crisi asmatiche ad insegnanti, allenatori, baby sitter, genitori di amici, etc.; evitare il contatto con eventuali allergeni responsabili  come pollini, acari o epiteli animali.

Ogni qualvolta, nonostante la terapia prescritta, si manifestino nel bambino episodi acuti, o variazioni nella sintomatologia, soprattutto notturna, è importante che i genitori lo segnalino immediatamente allo specialista. Questi campanelli d’allarme indicano che la malattia non è più sotto controllo e si rende necessario rivalutare il piano terapeutico.

Afferma Monica De Simone Presidente Federasma e allergie Onlus “Consideriamo imprescindibile che non venga mai sottovalutata l’asma quale malattia cronica che necessita di essere sempre tenuta sotto vigile controllo da parte degli specialisti, dei medici di medicina generale e dei pediatri. In età pediatrica, in particolare, assistiamo sgomenti negli ultimi tempi a eventi sfortunatamente fatali, causati da crisi d’asma acute in piccoli pazienti. E’ fondamentale che i genitori siano messi nelle condizioni di conoscere i pericoli gravi ai quali i bambini e gli adolescenti sono esposti se la malattia non viene tenuta con cura sotto adeguato controllo. Ed è altrettanto indispensabile che  essi siano messi nelle condizioni di  accedere alle opzioni terapeutiche migliori – in tutto il territorio italiano – per la specifica patologia dei propri figli.”

Nell’80% dei casi l’asma grave è su base allergica; nel bambino allergico l’inalazione dell’allergene determina la tipica reazione infiammatoria mediata dalle Immunoglobuline E (IgE), che causa il restringimento delle vie aeree e la “cascata infiammatoria”, che provoca i sintomi caratteristici della crisi asmatica.

Nell’asma grave è oggi possibile intervenire a monte della processo infiammatorio intercettando le IgE prima del legame con i mastociti e basofili evitando così l’innescarsi della “cascata infiammatoria”.

L’anticorpo monoclonale omalizumab1 si lega alle IgE neutralizzandole.

 “L’Asma bronchiale nel bambino va diagnosticata con attenzione e curata tempestivamente” affermaMichele Miraglia del Giudice, Professore Aggregato di Pediatria presso il Dipartimento della Donna, del Bambino e di Chirurgia Generale Specialista, Seconda Università di Napoli “Una non corretta gestione del bambino con asma grave espone il piccolo al rischio di episodi acuti potenzialmente pericolosi. Inoltre,  una inefficace condotta terapeutica non è in grado di spegnere l’infiammazione bronchiale che attiva quei processi riparativi (remodeling) che modificano le vie aeree in modo irreversibile limitando progressivamente  la funzione  polmonare. Studi recenti hanno ipotizzato che un intervento con Omalizumab rappresenta un approccio efficace anche nella riduzione del remodeling. 

“L’impiego di omalizumab in età pediatrica è efficace e ben tollerato, consente di ridurre il dosaggio  dei corticosteroidi e rappresentare un’importante opzione terapeutica capace di migliorare anche la qualità di vita del bambino3”conclude Miraglia Del Giudice.

 

 

 

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