L’ecosistema castagneto, spesso a rischio per incuria e incendi, crea un paesaggio di grande pregio, perciò può essere incluso tra le tipologie di beni culturali e, come tale, valorizzato. In passato la castanicoltura ha svolto un ruolo fondamentale per la sopravvivenza delle popolazioni rurali. Castagne e legname sono una ricchezza immensa, spesso sotto utilizzata o di cui, addirittura, s’ignora il valore. Le castagne sono materia prima protagonista di una cucina unica e particolare per originalità di sapori e fantasia, che conserva saperi tramandati da generazioni, manualità insostituibili con mezzi tecnologici, veri e propri giacimenti gastronomici, rarità di gusto, fatti di tradizione che creano alimenti unici lontani da quelli prodotti in serie.
Per il Rappresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura e Agroalimentare, Rosario Lopa, la valorizzazione della filiera della castagna dovrà partire dalla Campania. “Molte zone della Campania – ha spiegato Lopa – sono famose non solo per la produzione di prodotti di eccellenza, per la quale possono essere considerate tra le prime in Italia, ma anche per la qualità dei castagneti e dei loro frutti, che in queste aree trovano un clima e un terreno particolarmente idonei alla coltivazione. E’ questo un patrimonio da tutelare mediante un presidio vigile e constante, quindi un’attività di manutenzione del territorio attraverso il rilancio dell’agricoltura con particolare riferimento alla castanicoltura.”
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