Inaugurato restauro della lunetta raffigurante l’Annunciazione di Paolo Schiavo


Completato il restauro della lunetta situata sulla parete esterna dell’ex carcere delle Murate (che si affaccia su via Ghibellina), raffigurante l’Annunciazione attribuita a Paolo Schiavo.
L’intervento, finanziato interamente dalle famiglie Barbanti, Fuiano, Giaccai, Salvetti dell’associazione Amici dei Musei fiorentini, in ricordo dell’amica pittrice Marcella Bencini, è frutto della sinergia tra pubblico e privato. La Fabbrica di Palazzo Vecchio, infatti, insieme al Comitato Tabernacoli (sezione all’interno degli Amici dei Musei fiorentini) si è adoperata per poter condurre a buon fine il restauro che è stato realizzato da Arte e Restauro di Salvadore Carlotta. La direzione, invece, è stata affidata a Brunella Teodori, funzionaria della Sovrintendenza per il Polo museale fiorentino, che oggi ha partecipato alla cerimonia di scoprimento e benedizione della lunetta messa a nuovo insieme, tra gli altri, all’assessore alla cultura, al presidente del Consiglio comunale, alla presidente del Comitato Tabernacoli Oretta Sabbatini e all’architetto del Comune Mario Pittalis, responsabile degli interventi di restauro urbano.
L’illuminazione della lunetta (microilluminazione), come per tutti i Tabernacoli che ci sono in città, è a cura della Silfi, che ha utilizzato luci a led.
La lunetta, che risale al XV secolo, riporta l’immagine della Vergine che riceve la visita dell’angelo foriero di notizie circa il suo ruolo di futura madre di Cristo. Lo spazio è occupato dalle figure dell’arcangelo e della Vergine, entrambi inginocchiati e sovrastati da uno spicchio di luce, sorgente dello spirito divino manifestato dalla colomba che scende verso Maria; sulla sinistra un sedile ligneo corredato di cuscino allude al contesto domestico entro il quale la scena si svolge.
L’immagine non costituisce propriamente un tabernacolo, ma rappresenta senz’altro un segnale alla città, una dichiarazione della scelta di porsi sotto la protezione della Vergine e un dono rivolto ai cittadini, destinato alla devozione personale di ciascuno e al decoro urbano di comune godimento. La lunetta affrescata è tra le poche testimonianze di decorazione pittorica sfuggite alle trasformazioni architettoniche che il complesso ha subito a partire dall’Ottocento per essere adattato alle varie necessità di caserma, fabbrica di fuochi d’artificio e studio per scultori, casa di correzione per ragazzi e infine luogo di reclusione dei carcerati.
La lunetta è attribuita a Paolo Schiavo (Firenze 1397 – Pisa 1478), pittore attivo prevalentemente a Firenze e nei dintorni che si formò probabilmente nell’ambiente di Lorenzo Monaco, avvicinandosi poi alla maniera di Masolino da Panicale. Immatricolato all’Arte dei Medici e Speziali dal 1429, ricevette diverse commissioni per opere destinate all’abbellimento di spazi conventuali e tabernacoli. Paolo Schiavo si dedicò inoltre alla miniatura e produsse disegni da tradurre in paliotti e paramenti ricamati (l’arte del ricamo, prerogativa tutta femminile, era spesso praticata dalle monache e anche le Murate furono assai apprezzate per la loro abilità con ago e filo). Diversi sono gli elementi che richiamano lo stile e la produzione di Paolo Schiavo: la fisionomia dei volti, la capigliatura dell’angelo, le scelte cromatiche, le volumetrie così come le aureole decorate tramite semplici punzoni circolari. (fp)

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