Brescia, le parole del killer in tv contro la Polizia: “Questa zona fa schifo”


“Tante volte ho telefonato a Polizia e Carabinieri, mi hanno sempre risposto male…”. Parole atroci, menzogne terribili, che feriscono quanto le pallottole sparate contro i coniugi che il pakistano 32enne Adnan Muhammad ha massacrato assieme a Singh Sarbjit, indiano di 33 anni. Oltre al danno la beffa.
“Non sappiamo cosa ancora di peggio ci possa capitare di ascoltare – reagisce Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia -. Assassini spietati che recitano allegramente davanti ai microfoni e che ci accusano di non saper fare il nostro lavoro e, ovviamente, di maltrattare la gente; assassini spietati che se ne vanno in manette sfoggiando la maglietta dell’FBI…..! Stranieri che dopo anni in Italia ancora si comportano con la ferocia delle giungle da cui provengono, ritenendo di poter fare i padroni del territorio. Dopo che i killer di Brescia sono stati smascherati, abbiamo sentito il Ministro Alfano congratularsi giustamente con i nostri colleghi per le indagini lampo e commentare che gli arresti erano ‘proprio il risultato che volevamo’. Ma no…….!? Il risultato che volevamo, in realtà, è che i coniugi Seramondi non fossero trucidati, che le nostre città non fossero selve, che tutti noi Appartenenti alle Forze dell’Ordine potessimo rapportarci con compiti a misura delle nostre possibilità in termini di uomini e di mezzi, che la Polizia Giudiziaria non dovesse sempre ottenere risultati eccezionali facendo miracoli dovuti all’inarrestabilità dei singoli uomini e mai all’appoggio di strutture sempre più sprovviste di tutto e soprattutto di forze in campo. Quello che volevamo, in realtà, e vogliamo ancora, è poter dire ai cittadini tranquilli, in ogni angolo di territorio noi vigiliamo, noi ci siamo, noi non lasciamo che certi soggetti pensino che sia davvero possibile, se gli affari vanno male, prendere a pistolettate il titolare del locale concorrente”.
Maccari conclude così l’amaro commento a quanto rimasto impresso nei servizi di stampa che, a Brescia, hanno raccolto le dichiarazioni di Adnan Muhammad, 32 anni, pakistano, uno dei due assassini di Francesco Seramondi, 65 anni, ed a sua moglie Giovanna Ferrari, di 63, titolari di una pizzeria, freddati con due fucilate ciascuno in via Valsaviore, nel quartiere Mandalossa, da due uomini arrivati in scooter, con caschi integrali sul volto.
Adnan Muhammad aveva filmato con il telefonino le Volanti che arrivavano a sirene spiegate sul luogo del massacro, poi aveva detto ai giornalisti presenti: “Non conosco Frank. So che ha il negozio qui ma non lo conosco”, accreditandosi come cittadino modello, extracomunitario ma onesto: “È quattro anni che lavoro in Mandolossa – aveva aggiunto – e questa zona fa schifo, qua spacciano la droga. Tante volte ho telefonato a polizia e carabinieri, mi hanno sempre risposto male. Ma io le tasse in Italia le ho sempre pagate”.

Coisp

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