Immigrazione, dura replica del Coisp a Morcone


“Invece di strafregarsene dei suoi legittimi interlocutori sarebbe il caso che Morcone cominciasse a capire che l’Ufficio che occupa non è il soggiorno di casa sua, forse unico posto dove può permettersi di esprimersi ad un livello talmente infimo. E sarebbe il caso, soprattutto, che familiarizzasse con il concetto che tutti, ormai, si sono resi conto che il vero e proprio disastro nella gestione dell’immigrazione clandestina, almeno sotto il profilo dei servizi di sicurezza che riguardano il fenomeno, sono il frutto di scelte quantomeno discutibili che fanno inevitabilmente capo proprio al Vertice del Dipartimento per l’Immigrazione. Scelte che, oltre tutto, non di rado hanno messo a repentaglio i Poliziotti”.

Questa la dura replica di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, alle parole del prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento per l’Immigrazione del Viminale, riportate in un’intervista sui temi dell’immigrazione, della nuova ondata di arrivi di clandestini, e sull’utilizzo in emergenza della Caserma “Salsa” ormai dismessa. Proprio rispetto a quest’ultima questione, ed ai ripetuti allarmi lanciati dalle Organizzazioni Sindacali rispetto alla possibilità di “convertire” quella struttura fatiscente in Centro di smistamento per il Veneto, specie alla luce dei problemi di organico che già affliggono le Forze dell’Ordine su quel territorio, Morcone ha però tagliato corto con un: “Me ne strafrego dei sindacati di polizia, può scrivere proprio così”.

“L’atteggiamento ed i modi di Morcone si commentano da sé – aggiunge adesso Maccari -, e la dicono lunga sul suo modo di concepire il delicato e difficile lavoro che dovrebbe svolgere, manifestando tutti i limiti di una persona che, rifiutando il confronto, si dimostra ottusamente barricata dietro a una presa di posizione dal vago sapore mediatico-politico più che tecnico-operativo. Anche uno scolaro delle elementari capirebbe che gli spunti che vengono da chi opera sul territorio sono frutto dell’esperienza quotidiana sul campo, e soprattutto che i Poliziotti non parlano tanto per fare dispetto a Morcone o a chiunque altro. Il nostro lavoro noi lo dobbiamo fare comunque, non è che possiamo mollare tutto prendere ed andare in vacanza quando ci pare e piace. E però il lavoro dobbiamo poterlo fare in condizioni umanamente sopportabili, con le garanzie minime di sicurezza e dignità, con i numeri ed i mezzi indispensabili per non rimetterci la salute o la pelle, e soprattutto nell’ambito di servizi operativi che non siano gestiti come il copione di uno spot pubblicitario. Troppe volte già i colleghi si sono trovati a rischiare grosso, a rimetterci molto più di quanto fosse dovuto, e costretti a prestazioni totalmente fuori da ogni previsione, proprio perché impegnati in servizi assurdi, in contesti sottovalutati o, peggio, di fronte a pericoli calcolati ma non neutralizzati perché tanto erano i soliti cretini a rischiare”.

“E’ ora di dire basta a tanto menefreghismo nei confronti dei soli e degli unici che impattano immediatamente e duramente con le concrete problematiche legate all’immigrazione clandestina, gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine. Invece che fare le solite inutili visitine lampo a bordo di aerei di Stato – insiste Maccari -, tanto per far finta di interessarsi a cosa davvero accade sul territorio, meglio sarebbe se Morcone si degnasse di toccare un po’ più da vicino e un po’ più a lungo le reali difficoltà di chi deve gestire centinaia di persone disperate abbandonate a loro stesse sul pavimento di una caserma pericolante, mentre fuori i malumori di migliaia di cittadini rischiano di scoppiare da un momento all’altro, e questo mentre, oltre tutto, alcuni dei già pochi colleghi in servizio sul territorio sono stati persino ‘distratti’ altrove per l’Expo, per quello e per quell’altro…”.

“Ma temiamo proprio che un cambio di passo per certe persone non sia proprio più possibile – conclude il Segretario Generale del Coisp -, ed in questo caso l’esperienza ce lo ha confermato. Molto più probabilmente il Prefetto, che in questo momento ha in mano il timone di una barca che sta affrontando il più difficile dei maremoti, continuerà a far tutto fuorchè cercare la massima coesione e la miglior sintesi fra le posizioni di quelli che devono contribuire a salvare tutti. Il perché? Il perché lo ha detto lui stesso e molto chiaramente: perché lui se ne strafrega!”.

Coisp

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