MEDIATORE CULTURALE MORTO DI MENINGITE A CROTONE


“Siamo letteralmente scioccati dalla gravità di quanto avvenuto a Crotone, in Calabria, dove un mediatore culturale che operava in uno dei Centro per immigrati più grande d’Europa è morto di meningite. E lo siamo perché del drammatico evento nessuno ha ritenuto di dover informare i tanti colleghi che pure prestano servizio in quel Centro, e nessuno ha ritenuto di attivare in tempo alcuna contromisura sanitaria, che la minima diligenza avrebbe imposto, per tutelare la salute di tutti. Non vogliamo arrivare a chiederci se la notizia dovesse passare sotto silenzio, ma una cosa è certa, e cioè che davvero la tutela dei Poliziotti non importa propria a nessuno dei soggetti deputati a garantirla”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo il drammatico episodio avvenuto in Calabria dove Mohamed Ebno Errida, di 37 anni, di nazionalità marocchina, mediatore culturale che lavorava nel Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto per un’agenzia privata che opera per conto del Ministero dell’Interno, che era stato colpito da meningite, è morto nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Crotone. La notizia è circolata sui media ma nessuna comunicazione ufficiale è stata fatta agli Appartenenti alle Forze dell’Ordine. Qualcosa che ha scatenato la pronta reazione del Coisp calabrese che ha chiesto “un’ispezione medica per capire realmente per quale cause è deceduto il mediatore culturale e se c’è il pericolo di contagio” oltre che “uno screening dei migranti all’interno del Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto”. A stretto giro, poi, il Coisp Nazionale ha raccolto e amplificato l’appello scrivendo al Ministero e chiedendo all’Ufficio per i Rapporti Sindacali che solleciti il Questore di Crotone perché “si attivi in maniera scrupolosa per la salvaguardia della salute dei Poliziotti e delle rispettive famiglie”, per un “immediato screening sanitario degli immigrati ospiti del Centro”.

“La struttura deve rimanere chiusa a nuovi arrivi e partenze – ha poi aggiunto il Coisp – fino alla completa valutazione ed azzeramento dei rischi di contagio”. “E’ inconcepibile che siamo qui a dover chiedere questo genere di interventi – conclude Maccari – che sono doverosi e che dovrebbero essere immediati e scontati in un Paese civile e che abbia minimamente a cuore le sorti dei propri Servitori. Ciascuno di noi opera al servizio degli altri rischiando vita e salute, ma quando è fortunato riesce a tornare a casa propria ogni tanto. Come si può lasciare che rischi di mettere a repentaglio l’incolumità dei propri cari in questo modo, oltre che la propria? Come si può lasciare all’iniziativa ed alle spese personali di ciascuno dei colleghi una profilassi che è obbligatoria e cui lo Stato non può sottrarsi? E’ una colossale vergogna cui si deve porre rimedio con la massima urgenza”.

Coisp

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