Aldrovandi, il Coisp scrive ai Parlamentari


“Se c’è qualcosa che il dramma sconfinato della morte del giovane Federico Aldrovandi avrebbe dovuto imporre a tutti è certamente di attivarsi perché determinate circostanze non abbiano a ripetersi mai più. Attivarsi concretamente in certi casi è il solo modo per dimostrare vero interesse e partecipazione, senza cadere nel vuoto assoluto della solidarietà di maniera. E invece, di fatto, la sola ed unica conseguenza di quella tragica notte, e di tutto quanto ne è seguito, è stata trovare i capri espiatori perfetti su cui scaricare tutto, prendendone il più velocemente possibile le distanze, punendoli in maniera esemplare, anche al di là di quanto previsto dalla stessa legge, e senza porsi neppure il problema di cosa avrebbe potuto andare diversamente. Eppure noi, proprio noi, i cattivi del Coisp, siamo i soli, da tempo immemore, a chiedere a perdifiato che dotazioni e addestramento vengano adeguati alla necessità di garantire le minime conseguenze possibili per tutti nei casi di contatto diretto con le Forze dell’Ordine, proprio come oggi continuiamo a chiedere che ai colleghi condannati per una contestazione colposa venga applicata la legge di cui si giovano tutti, ma proprio tutti quanti coloro i quali devono scontare condanne inferiori a 18 mesi di pena”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, sintetizza così il contenuto di una lettera che il Sindacato Indipendente di Polizia ha scritto ai Parlamentari italiani, a pochi giorni dal diluvio di polemiche scatenato dalla manifestazione tenutasi a Ferrara, nell’ambito di numerose iniziative che hanno impegnato gli appartenenti allo stesso Sindacato per circa un mese per chiedere l’applicazione del cosiddetto “svuota-carceri” anche ai Poliziotti condannati per eccesso colposo a seguito del decesso di Federico Aldrovandi, cui restano da scontare sei mesi di pena.

“La signora Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi – aggiunge Maccari – è assurta a simbolo di madre coraggio per aver lottato affinché venisse accertata la verità. E’ davvero triste che questo bisogno si sia spento, soprattutto nelle menti e nei cuori di tutti quelli che l’hanno ammirata per quella caparbietà, proprio quando la verità è stata sacrificata sull’altare della finzione mediatica molto più funzionale a produrre il caso giornalistico ma lontana anni luce dalla realtà. E’ molto sconfortante che la verità sui più recenti fatti di Ferrara non l’abbiano cercata neppure i Parlamentari italiani, totalmente succubi di un’informazione falsa che ha preteso di creare una barricata che separasse i buoni dai cattivi, senza che ce ne fosse alcun bisogno, come se noi avessimo un inimmaginabile motivo per aggredire chi ha già sofferto più del sopportabile. E’ davvero sconfortante che gli Onorevoli Parlamentari abbiano deciso di lapidarci in pubblica piazza col pretesto di difendere i diritti di una famiglia in lutto – da noi mai messi in dubbio o a rischio -, sorvolando maldestramente sul fatto che tutti i cittadini hanno diritti, persino dei Poliziotti puniti per colpa, e non per dolo. E’ inspiegabile che ancora nessuno si preoccupi di precipitarsi piuttosto ad esaminare le problematiche che da Sindacato di Polizia (questo siamo) segnaliamo instancabilmente”.

“I poliziotti sono obbligati – insiste il Segretario del Coisp citando parte della missiva indirizzata al Parlamento – alla scelta tra sparare od affrontare a mani nude ogni forma di intervento ove sia coinvolta una minaccia a se stessi od ai cittadini, alla proprietà pubblica o privata, una lite in famiglia, una rissa, eccetera. Il tutto, peraltro, in totale assenza di un qualsiasi protocollo operativo di intervento codificato ed inserito nei piani di addestramento iniziale o di aggiornamento professionale periodico. Spesso chi giudica l’operato delle Forze di Polizia ritiene, forse ingenuamente, che esse siano dotate di strumenti per compiere il proprio dovere, dando quindi per scontato che quando appaia vi sia stato un uso eccessivo della forza questo sia imputabile ad una precisa volontà da condannare e non all’assenza di qualsivoglia alternativa operativa”.

“Il ‘dare per scontato’ nel caso del lavoro del poliziotto – si legge ancora in quella lettera – è un errore primario che poi comporta pareri spesso affrettati i quali, partendo dalla fine di un evento, ritengono di poterne giudicare, infallibilmente, i comportamenti ed additare gli errori fin dall’origine del suo verificarsi”.

“Il dare per scontato, oggi, che tenere dietro le sbarre di una cella dei Poliziotti che secondo la stessa legge non dovrebbero starci equivalga ad aver messo tutto a posto – conclude Maccari -, e che infierire su di noi, peraltro ingiustamente, serva a salvare la faccia e sia sufficiente per essere esenti da ogni responsabilità, senza che sia preso neppure in esame ciò che, da Poliziotti, sottoponiamo da sempre al Dipartimento della Pubblica Sicurezza ed al Ministero dell’Interno, è la vera sconfitta di tutti. Poiché il Parlamento italiano rappresenta tutti”.

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