G8 di Genova, a breve l’anniversario di quei drammatici fatti


“Dodici anni dopo siamo ancora qui a dover insistere nel rievocare l’incubo della devastazione e della violenza che travolsero un’intera città e decine di Appartenenti alle Forze dell’Ordine in balìa di folle impazzite e urlanti. Ciò che avremmo voluto davvero è non tornare sulla barbarie che mise a repentaglio la vita di tante persone, lasciando che il senso di una nuova civiltà lavasse via la paura, il sudore le lacrime che in tanti abbiamo versato. Ma purtroppo non solo questo non è accaduto, ma tanti uomini e donne in divisa continuano invece con allarmante frequenza a dover subire manifestazioni di dissenso che ricalcano pericolosamente i connotati della guerriglia urbana. Dopo dodici anni siamo ancora qui a rischiare la vita ad ogni corteo o protesta di piazza; siamo ancora qui a subire processi sommari e condanne senza appello se anche solo tentiamo di difendere noi stessi e gli altri; siamo ancora qui, quindi, a dover ricordare a tutti quale ondata di veri e propri aggressori dell’incolumità pubblica si scatenarono senza freno alcuno per le strade di Genova quel maledetto luglio del 2001”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, anticipa così la manifestazione che il Sindacato Indipendente di Polizia si propone di rinnovare, anche per quest’anno, nella data dell’anniversario degli scontri avvenuti a Genova nel 2001, in occasione del G8 che è passato alla storia certamente più per singoli drammatici fatti che per la violenza complessiva che ha caratterizzato le manifestazioni dei contestatori.

“Torniamo in quelle stesse strade che abbiamo visto messe a ferro e fuoco – aggiunge Maccari -. Torniamo dove siamo stati investiti per un tempo interminabile da attacchi mirati a fare male, molto male a chiunque portasse la divisa, tempestati da gragnuole di oggetti, attorniati dal fuoco, il fumo che riempiva occhi e polmoni, la paura che da ogni strada sbucasse l’appuntamento con il colpo che ti avrebbe spezzato un arto o spaccato la testa. Torniamo in mezzo a quegli stessi cittadini che si barricavano terrorizzati mentre orde impazzite distruggevano tutto quello che trovavano sul loro cammino. Torniamo a ricordare a tutti l’altra versione – conclude il Segretario del Coisp -, quella che non fa comodo raccontare perché non ha i Tutori dell’Ordine come carnefici, ma come vittime”.

Coisp

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