ACCOGLIENZA ITALIANA FRA LE STELLE LONDINESI


Italian style anche nel tempio più stellato. Nella magnifica cornice del Grand Hotel Dorchester, il ristorante 3 stelle Michelin di Alain Ducasse, il maestro della nouvelle cuisine, propone piatti internazionali e accoglienza italiana.  Per i clienti del Bel Paese, infatti, la prima sorpresa è essere accolti dall’elegante maitre plurilingue Matteo, nativo di Bergamo ed essere affidati alle cure di Marco, un assistente di sala di Brescia altrettanto raffinato: il relax inizia da qui, sollevati per riuscire a capire appieno le particolarità del business lunch, grazie alle dettagliate spiegazioni dei camerieri e certi di scegliere, quindi, le pietanze più affini alle proprie corde gastronomiche: quanti “pentimenti” sono frequenti all’estero per delle scelte sbagliate dei piatti, ordinati senza comprendere bene gli ingredienti di base! La sala è gestita in modo perfetto da una brigata ben coordinata, al punto che Ducasse preferisce chiudere il ristorante ad agosto e concedere le ferie estive a tutti i suoi dipendenti in blocco, per non dover sostituire nessuno, fedele al motto che “squadra che vince non si cambia”…

Sala arredata in modo soft, servizio premuroso e di classe, cibo squisito, atmosfera di grande distensione accolgono i clienti sin dal loro ingresso: dopo le ordinazioni, comincia il piacevole rito del petit beurre accompagnato da una creme fraiche al formaggio e da fragranti panini aromatizzati e grissini fatti in casa, per deliziare il palato. Man mano che arrivano i piatti prescelti – a cui si possono abbinare eccellenti vini italiani – ci si accorge dello straordinario connubio delle materie prime di altissima qualità, grazie alle sequenze di sapori che si fondono in bocca, dando vita a un’esperienza sensoriale di incomparabile livello: va sottolineato che il Maestro viene periodicamente a visionare i menu che cambiano settimanalmente, seguendo la stagionalità di verdura, ortaggi e altre primizie biologiche a cui gli chef esecutive del suo ristorante dedicano un’attenzione quasi maniacale per esaltarne sapidità e gusto, senza stressarli con cotture prolungate, cucinandoli con estrema cura affinchè rimangano croccanti.

Ma le attenzioni del personale non si fermano qui e benché si sia prenotato – molto tempo prima, attraverso il servizio online bookatable – solo un pranzo di tre o sette portate, si viene viziati sino al dessert accompagnato dalla dolce liturgia di deliziose varianti che vanno dalle caramelle ai macarons di estrema delicatezza e ai prelibati cioccolatini freschi: anche se il caffè finale non è il nostro espresso napoletano è comunque superiore agli standard londinesi e aiuta a ritrovare l’aria di casa anche nel  santuario gastronomico del più grande chef europeo.

Laura Caico

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