Luciana Esposito presenta “Nell’inferno della camorra di Ponticelli”


Dopo 40 anni, ci piace immaginare che il giovane Giancarlo Siani sia felice della nostra scelta di presentare mercoledì 15 marzo alle ore 17.30 ad Acerra, presso la comunità La Locanda del Gigante, fondata dal suo amico Carlo Petrella, il libro della giornalista Luciana Esposito Nell’inferno della camorra di Ponticelli, della collana Cronisti scalzi, che abbiamo voluto dedicare proprio alla memoria del giornalista precario de Il Mattino, ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985.

Carlo Petrella, il Gigante buono, scomparso lo scorso anno,  agli inizi degli anni Ottanta, a Torre Annunziata, incontrò un giovane e coraggioso cronista, Giancarlo Siani, che si impegnò con tutte le sue forze per sostenere il suo progetto, La Zattera, per salvare i giovani emarginati, schiavi dell’eroina e dei mercanti della morte.

Giancarlo lottò per realizzare il sogno di Carlo Petrella che scrisse “Non sono di Torre, ma ho sognato a Torre. Ho sognato di trasformare la merda in oro. Non ce l’ho fatta, ma è questa la direzione.”

Programma della presentazione

Mercoledì 15 marzo, ore 17.30

La Locanda del Gigante,

Via Calabricito, Acerra

Saluti di Wanda Petrella

comunità Locanda del Gigante

Luciana Esposito, autrice

dialogherà con
Mons. Antonio Di Donna  e Franco Mennitto

Introduce e modera

Maria Russo

Lettura di brani del libro
L’ingresso è libero

Il libro Nell’inferno della camorra di Ponticelli è il  frutto di un lavoro di studio e ricerche durato 4 anni, il primo libro della giornalista Luciana Esposito, che narra cinque storie vere, incentrate sulle gesta dei boss che hanno più marcato la scena camorristica di Ponticelli e che si alternano alla tutt’altro che scontata normalità di “eroi buoni”: persone oneste, costrette a subire la furia cieca ed illogica della malavita. Ma anche “eroi cattivi” che hanno avuto il coraggio di voltare le spalle alla camorra, scrivendo un finale diverso da quel copione che condanna alla morte violenta o al carcere le vite di chi si lascia ispirare dalle logiche criminali.

<<Ponticelli – racconta Luciana Esposito – è un quartiere complicato, pieno di handicap e di criticità, (qui c’è la più alta percentuale di evasione scolastica d’Europa), nel quale vivono alcune delle persone più belle che abbia mai incontrato. Persone che non hanno nulla, ma che sanno dare tutto, con una grande dignità e un cuore immenso. Ponticelli è una Scampia emarginata. Mentre quest’ultima ha vissuto un innegabile riscatto nell’era post-faida e anche grazie alle produzioni cinematografiche, Ponticelli è una realtà che continua a restare marginale, soprattutto agli occhi dei politici. L’Italia ignora che contestualmente al piano d’abbattimento delle Vele di Scampia è partito anche quello del Rione De Gasperi di Ponticelli, con la differenza che il primo è andato avanti a spada tratta per regalare al mondo l’immagine sensazionalistica della “Vela in frantumi” e l’insediamento della prima sede universitaria a Scampia, quasi a voler scardinare gli stereotipi introdotti da “Gomorra”. Di contro, a Ponticelli ci sono ancora centinaia di famiglie che da decenni attendono un alloggio, con l’aggravante che tuttora è la camorra a gestire la compravendita delle case popolari. Vorrei vedere concretizzarsi anche a Ponticelli quel riscatto sociale puntualmente sbandierato dai politici durante le campagne elettorali. Vorrei vedere restituire dignità a dei cittadini, napoletani, italiani come tutti gli altri e soprattutto più opportunità per i ragazzi che troppo spesso finiscono nella rete della camorra, pur di riempire le loro giornate>>

Dall’introduzione di Luciana Esposito

[…] Addentrandomi in quei rioni, a caccia di notizie, mi sono innamorata dei ponticellesi e così, al sogno originario che ha portato alla nascita di «Napolitan», se ne è aggiunto un altro: liberare Ponticelli dai “ponticellari” per restituire ai ponticellesi un quartiere in cui vivere serenamente, perché non esiste frase più sbagliata di: “Si trovava nel posto sbagliato, al momento sbagliato”. Sono i camorristi ad essere fuori luogo, sempre, comunque e in ogni contesto e sono loro a dover andar via, non i nostri ragazzi, non le nostre vittime innocenti.

[…] Un libro che nasce dall’esigenza di accendere un riflettore più grande e luminoso sulla periferia di Napoli meno illuminata, affinché l’urlo di aiuto e disperazione dei ponticellesi bussi alle coscienze di chi dispone del potere per liberare Ponticelli dai “ponticellari”. Affinché il sogno di quella ragazza che ambiva a diventare “solo” una giornalista, possa trovare la sua espressione più compiuta, conferendo un senso concreto al sacrificio della “giornalista”. Così che le minacce e le insidie con le quali perennemente mi misuro per portare avanti il mio lavoro non siano vane.

 Dalla prefazione di Don Antonio Coluccia

Ho conosciuto Luciana qualche anno fa, nel corso di una manifestazione voluta per onorare la memoria delle vittime innocenti e condannare la mafia in tutte le sue forme, un’iniziativa promossa nel Salento, la mia terra, un luogo pieno di bellezza martoriato ogni giorno dalla malavita. La sua costanza e la sua determinazione l’hanno portata ad affrontare in prima persona la piaga sociale della camorra, che imperversa nelle strade di Ponticelli, spezzando tante vite e distruggendo, giorno dopo giorno, inesorabile come un cancro che sembra incurabile, il futuro dei nostri giovani. Luciana, spesso osteggiata e persino delegittimata come professionista e come donna, ha pagato in prima persona la sua coraggiosa scelta. Con la sua persona e con un’instancabile attività di giornalista attenta alle difficoltà del territorio in cui vive e lavora, testimonia quotidianamente il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata con l’unica arma che ha deciso di imbracciare: la sua penna. […]

 Recensione di Filippo La Porta sulla rivista Left

Leggere Camus a Ponticelli

C’è una frase di Camus che bisognerebbe ogni tanto passare dentro di noi: «A parità di energia la verità ha la meglio sulla menzogna». Potremmo anche riformularla: «A parità di energia il bene ha la meglio sul male». Ovviamente si tratta di una verità indimostrabile.

A questa frase pensavo leggendo di Luciana Esposito (nella collana “Cronisti scalzi” ispirata a Giancarlo Siani, dell’editore Iod che a una capillare indagine sulla criminalità organizzata dedica gran parte della sua produzione). Luciana Esposito, una coraggiosa e caparbia giornalista, nata nel quartiere periferico napoletano di Ponticelli, si batte da sempre contro la camorra (subendo aggressioni) e lo fa attraverso un giornale online Napolitan.it con una redazione di giovanissimi. Nel libro racconta storie vere di eroi buoni e cattivi, con talento affabulatorio e senza mai indulgere nella mitologia “coppoliana” del crimine. Mi soffermo sul ritratto di Ciro Sarno, boss carismatico ponticelliano, un Pablo Escobar che alternava delitti efferati con l’aiuto alle famiglie bisognose e la creazione di un festival della canzone neomelodica. Una volta arrestato però Ciro Sarno compie un percorso di “redenzione” scoprendo una passione per l’arte e diventando collaboratore di giustizia quasi laureandosi in Scienze dei beni culturali. Tutto questo genera un ulteriore catena di omicidi però si conclude un’era camorristica. In questo caso diventa vero che «la bellezza salverà il mondo». Torniamo a Camus. Che significa «a parità di energia»? Anzitutto che il male non deve dare vantaggi, altrimenti il gioco è truccato e infatti in prigione il boss, senza potere, non ricava più un utile dal male che potrebbe fare. A quel punto, ristabilite delle condizioni “paritarie” si verifica il pentimento. Il bene è in grado di prevalere. Come se nella natura umana – benché egoistica e prepotente – si nascondesse una cellula di bene che, non appena trova un contesto favorevole, può attivarsi e proliferare.

 

Nell’inferno della camorra di Ponticelli

 della giornalista Luciana Esposito

 alla Locanda del Gigante nella città di Acerra

Mercoledì 15 marzo, ore 17.30

Via Calabricito

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