Entra nella sua fase finale uno dei cantieri del Museo delle Cappelle Medicee. Nel novembre del 1999, infatti, una parte del rivestimento marmoreo della vela sud della Cappella dei Principi si staccò precipitando al suolo. Questo incidente comportò la completa verifica della struttura della Cappella che, diversamente da quel che poteva apparire, è costituita da un complesso sistema di murature portanti, collegate tra loro da archi di scarico, alle quali sono ancorati pannelli in pietra serena, di notevole spessore, che servono da supporto ai marmi policromi a vista, uniti ai primi tramite grappe e collanti. Fu proprio il sistema di ancoraggio originario la causa del cedimento di 16 anni fa.
Immediatamente iniziati i lavori di messa in sicurezza (compresa la realizzazione di un sistema di monitoraggio, ancora operante, che ha permesso di verificare il comportamento statico della struttura nel corso del tempo, al mutare delle stagioni e al variare dei livelli di falda), si è poi passati allo studio per affrontare la fase dell’impegnativo quanto lungo restauro in cui è stata approntata una tecnica innovativa e “antica” allo stesso tempo, che ha condotto ai risultati oggi apprezzabili.
I lavori condotti dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici, Ambientali, Storici, Artistici e Etnoantropologici di Firenze, Pistoia e Prato sono stati progettati e diretti dal 1999 a marzo del 2002 dall’attuale Soprintendente Alessandra Marino, coadiuvata da Franco Vestri e, dal 2002 ad oggi dall’architetto Vincenzo Vaccaro assistito, oltre che da Franco vestri, anche da Mauro Masini.
Nelle varie fasi di intervento, con finanziamenti esclusivamente ministeriali erogati in modo discontinuo, fino ad oggi sono stati spesi € 2.727.600,00; per completare l’opera è necessario un ulteriore finanziamento di € 750.000,00 che sarà richiesto seguendo le procedure di “Art-Bonus” previste dalla legge 29 luglio 2014, n. 106.
“Non essendo nato come museo – ha detto Paola Grifoni, Segretario regionale del Mibact per la Toscana – il secolare mausoleo mediceo da anni necessita di particolari attenzioni per adeguarlo al crescente numero di visitatori. Sei mesi fa sono state finalmente superate le barriere architettoniche che non permettevano la piena godibilità ai portatori di disabilità motoria. Adesso, sotto le vele della Cappella dei Principi, si presenta invece lo stato di avanzamento del restauro dei paramenti marmorei, operazione lunga e complessa che si è svolta con risorse di Stato e che proietta il Museo delle Cappelle Medicee verso il futuro, nel pieno rispetto delle regole della conservazione e valorizzazione del bene”.
“Si tratta di un cantiere pilota, esemplare in tutte le sue fasi, da quella iniziale di pronto intervento, a quella dell’analisi dello studio e del monitoraggio, fino a quelle progettuale e opereativa – ha aggiunto Alessandra Marino, Soprintendente Belle Arti e Paesaggio di Firenze Pistoia e Prato -. Un brillante esempio di come gli interventi condotti dalle strutture pubbliche debbano costituire esperienze pilota in cui l’iintervento diventa anche occasione di conoscenza della nostra storia e del ‘saper fare’ nell’oggi come nell’attualità”.
“L’intervento eseguito è esemplare delle conoscenze e capacità tecniche tutte italiane per le quali dobbiamo essere fieri – ha sottolineato Monica Bietti, Direttrice del Museo delle Cappelle Medicee -. Maestranze esperte hanno affiancato i nostri tecnici e il risultato è un lavoro meraviglioso che da lontano non mostra segni d’intervento e che invece è talmente totale da aver smontato tutto per poi rimontarlo con sistemi modernissimi, ma usando prodotti antichissimi come la malta di pozzolana. Credo, senza paura di smentita, che questo intervento di restauro sia uno dei più importanti dell’ultimo ventennio e spero che rapidamente possano essere reperiti i fondi per portarlo a conclusione e poter riammirare la Cappella dei Principi nella sua maestosa possenza e splendore di marmi policromi”.
“Dopo 40 anni di attività nel campo del restauro posso attestare che questi 14 anni trascorsi nel cantiere delle Cappelle Medicee sono stati quelli nei quali ho trovato la maggiore soddisfazione – ha affermato Vincenzo Vaccaro, Direttore dei lavori –. Le complesse metodologie di consolidamento e restauro adottate in questo cantiere, unico nel suo genere, sono state elaborate grazie ad un sapiente lavoro collettivo di diverse professionalità e la qualità raggiunta rappresenta la dimostrazione dell’alta competenza delle ditte presenti in cantiere. Inoltre in tutti questi anni, seguendo la consueta abitudine di far visitare i cantieri, sui ponteggi sono transitate più di cento persone, tra studenti del mio corso presso la Facoltà di Architettura di Firenze, delegazioni di professori dalla Cina e dal Giappone, e l’archistar Daniel Libeskind. Spero proprio che qualche mecenate voglia contribuire al completamento del restauro”.
Le fasi dell’intervento
Il controllo – L’intervento è consistito inizialmente nello smontaggio di tutto il rivestimento dei pannelli marmorei (pesanti un quintale l’uno) che compongono le vele delle cappelle radiali. Inoltre è stata messa a nudo la muratura portante per poter provvedere alle verifiche statiche e al consolidamento. Terminato lo smontaggio dei marmi è stato verificato lo stato delle murature, la geometria degli archi in pietra della parete di fondo e lo stato tensionale. I parametri rilevati sono stati di conforto per l’adozione del progetto di restauro.
Il restauro – Dopo aver ovviato alle cause del distacco del rivestimento marmoreo, è stato inserito, nello spazio esistente tra la muratura portante e il rivestimento stesso, un traliccio metallico piegato ad arco, posizionato in aderenza alla volta che impedirà altri eventuali movimenti e distacchi. Quindi sono stati esaminati i singoli pannelli di rivestimento e verificato il pessimo stato di conservazione della pietra serena che costituiva il supporto dei marmi. Pertanto si è provveduto alla sostituzione del supporto utilizzando una tecnica innovativa che ha permesso di riposizionare la decorazione marmorea nella posizione originaria e in piena sicurezza per eventuali altri interventi che si dovessero rendere necessari in futuro.
Tutti i telai sono stati montati sulla vela per un controllo delle dimensioni, quindi di nuovo staccati per realizzare il supporto su cui ricollocare i marmi. Nel frattempo i restauratori hanno provveduto a rimuovere i marmi dal blocco di pietra a cui erano incollati. Successivamente sono stati tolti gli strati di tela che erano stati impiegati per proteggere la superficie dei marmi durante lo smontaggio. I singoli frammenti sono stati posizionati su un foglio di policarbonato dove è stato disegnato l’esatto perimetro del pezzo fino a ricostruire l’intero pannello. Ogni blocco è stato ricollocato nella sua posizione originaria all’interno della rispettiva vela, agganciandolo alle nuove staffe regolabili in acciaio, precedentemente posizionate e fissate alla struttura muraria. Tutta l’operazione è stata eseguita manualmente per poter avere un esatto controllo evitando urti che danneggiassero l’equilibrio riacquisito di ogni singolo pannello.
“Uno Scrigno di Pietre Dure”: la Cappella dei Principi in San Lorenzo
La Cappella dei Principi si identifica nel paesaggio fiorentino, con una grande cupola seconda solo a quella di Santa Maria del Fiore. È certamente un fuori scala rispetto alla pur grandiosa basilica di san Lorenzo. Nasce come mausoleo della famiglia Medici, che la vuole come simbolo del potere della dinastia. Dopo il concorso che vide prevalere il progetto di Matteo Nigetti e di Giovanni de’ Medici su quello del Buontalenti e del Silvani, la costruzione fu condotta dal 1605 al 1640 dallo stesso Nigetti che ne completò la struttura al “grezzo”.Successivamente i lavori subirono un forte rallentamento, fino a quando, nel 1740, l’ultima rappresentante di casa Medici, Anna Maria Luisa, l’Elettrice Palatina, volle completare l’imponente mausoleo. Furono i fratelli Ferdinando e Giuseppe Ruggieri che proseguirono i lavori apportando notevoli cambiamenti alla fabbrica già realizzata dal Nigetti, realizzando su ogni lato della Cappella un’unica ampia apertura, che ampliava le preesistenti finestre centinate, tamponando gli oculi disposti all’imposta della volta. Il modello ligneo conservato all’interno della Cappella descrive compiutamente il progetto dei fratelli Ruggieri che prevedeva il completamento della cupola con la spartitura del rivestimento in cotto con otto costoloni marmorei fino a concludersi in una lanterna che riproponeva sostanzialmente l’immagine della vicina cupola brunelleschiana. La morte nel 1743 dell’Elettrice Palatina lasciò incompiuto il progetto dei Ruggieri e tutti i lavori di completamento della fabbrica procedettero con estenuante lentezza, prima nel 1821 con la chiusura della cupola con un lanternino a vetri compiuto dal Cacialli, poi con la decorazione a fresco delle otto vele realizzata da Piero Benvenuti, direttore dell’Accademia di Belle Arti, infine con la pavimentazione in marmi policromi che iniziata nel 1874 dal Marchionni fu conclusa negli anni ’60 del Novecento dal Bartoli. Ma la Cappella dei Principi è universalmente conosciuta come un trionfo della manifattura fiorentina delle Pietre Dure per la ricchezza e il fulgore del suo interno. L’immagine e la suggestione di chi si trova nella vasta sala è di un’ampiezza maggiore di quella reale. Sulle pareti gli stemmi delle città del Granducato sedi di diocesi (Pienza, Chiusi, Sovana, Montalcino, Grosseto, Pisa, Massa di Maremma, Siena, Fiesole, Pistoia, Firenze, Borgo Sansepolcro, Volterra, Arezzo, Montepulciano, Cortona) realizzati in pietre dure e materiali pregiati (diaspri, alabastri, quarzi, lapislazzuli, coralli, madreperle) fanno da cornice ai cenotafi dei granduchi posti nelle edicole perimetrali. L’impressione definitiva è quella del potere e della magnificenza della casa Medici.
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