BESANA, REGNO DELLA FRUTTA SECCA


L’amore per la tradizione. Il Gruppo Besana – leader in Europa per la commercializzazione di frutta secca, frutta essiccata, semi, cioccolato e snack – è un’azienda storica della nostra regione che ha oltrepassato il secolo di vita e si conferma fra le stelle più luminose nel firmamento delle eccellenze campane nel mondo.
Passione per il lavoro, competenza, materie prime sceltissime, sistemi operativi all’avanguardia, ne fanno una delle realtà produttive campane e italiane di acclamata qualità internazionale, caratteristica mai venuta meno negli oltre 100 anni di attività. Oggi, infatti, Besana – che possiede tre diversi stabilimenti di produzione (due in Italia, a San Gennaro Vesuviano e ad Ogliastro e uno nel Regno Unito) e un nuovo centro logistico con area di stoccaggio su una superficie di circa 10.000 mq all’Interporto di Nola – lavora in cinque continenti, importando materie prime da 30 paesi: nelle sue fabbriche vengono trattate più di 25.000 tonnellate di frutta secca e semi. con un fatturato di 150 milioni di euro. Nella sua inarrestabile crescita (è anche licenziatario del marchio Almaverde Bio per il comparto frutta secca ed essiccata) il Gruppo Besana ha aggiunto un nuovo record, diventando una delle prime dieci aziende del mercato europeo, grazie alla partnership realizzata nel 2020 con il gruppo spagnolo Importaco: il presidente ad Honorem di Besana Italia Giuseppe Calcagni continua così il cammino iniziato nel 1921 dal nonno Emilio Besana che ebbe l’intuizione di iniziare una promettente attività nel Sud Italia, trattando la frutta secca a guscio, materia prima abbondante nella Campania Felix e, particolarmente, nei pressi del Golfo di Sorrento. Poco dopo gli si affiancò il fratello Vincenzo con cui, di comune accordo, decise di aprire il primo stabilimento a San Gennaro Vesuviano vicino alla ferrovia, per facilitare spedizioni e arrivi di merce: negli anni Cinquanta e Sessanta la fiorente azienda nel settore delle nuts annoverava 400 dipendenti e produceva circa 4.000 tonnellate annue di frutta secca ed essiccata. Ancora oggi che la grande innovazione tecnologica apportata ha spinto la produzione all’impressionante cifra di 25.000 tonnellate, l’azienda continua a impegnare pressochè la stessa manodopera, avendo voluto salvaguardare i livelli occupazionali.
Negli anni ’60 fa il suo ingresso in azienda Giuseppe Calcagni che darà un’importante spinta propulsiva verso l’estero, essendo lui stesso un “cittadino del mondo”, con una grande visione espansionistica, attenzione alla qualità, cura maniacale di ogni minimo dettaglio della produzione, anche in materia di igiene, sicurezza e pari opportunità: “ Il mio motto – afferma Giuseppe Calcagni – è stato sempre ‘Apri la mente, vai oltre l’ostacolo, trova la soluzione’ e a questo principio mi sono sempre attenuto, insegnandolo anche ai miei collaboratori e alle mie collaboratrici”. Infatti, con largo anticipo sui tempi, si deve a lui l’empowerment femminile, la valorizzazione delle donne in fabbrica con l’assunzione e promozione a vertici apicali di manodopera muliebre (che oggi rappresenta il 65% dei dipendenti),
“A 17 anni venivo in fabbrica per dare una mano – ricorda Calcagni – In quel periodo il nonno Emilio ci lasciò e fu mia nonna Giulia, energica romagnola di Bagnacavallo, a prendere in mano le redini dell’azienda che attualmente è guidata dalla quarta generazione della famiglia, ovvero da due dei miei quattro figli, ovvero Riccardo amministratore delegato e Vittoria capo delle relazioni esterne, ispiratrice della Vittoria Chocolatery, Fabbrica di Cioccolato della società Besana a Ogliastro Cilento”.
La filosofia di reagire con forza alle difficoltà ha sorretto la Besana anche nei momenti più difficili, giacchè – come asserisce l’AD Riccardo Calcagni – “Anche noi abbiamo dovuto fare i conti con la pandemia da Covid-19 che, tuttavia, non ha fermato i nostri propositi di crescita. Siamo abituati ad affrontare gli ostacoli come opportunità di rilancio”.
Un’altra arma vincente di Besana è l’innovazione tecnologica che ha sempre anticipato la concorrenza nei tempi e nei modi: già dal 1935 era l’unica ditta in Europa a vantare una sgusciatrice meccanica per le nocciole, seguita nel 1950 dalla prima macchina per pelare le mandorle. Malgrado la totale modernizzazione dei macchinari attuata negli anni Settanta, il terremoto che nell’80 distrusse parte degli stabilimenti più vecchi, portò a livelli ancora più avanzati il rinnovo dell’azienda: chiediamo, infine, al presidente Calcagni delucidazioni sulle tipologie di frutta trattate nella sua azienda.
Presidente che differenza c’è fra la frutta secca e quella essiccata?
“Da tempo si è capita l’importanza della frutta secca, annoverata tra gli alimenti superfood, per la presenza di vitamine, minerali, acidi grassi che la rendono adatta ad essere consumata in qualsiasi momento della giornata: essa garantisce all’organismo il giusto apporto di nutrienti e migliora alcune funzioni vitali poiché contiene anche un’alta percentuale di fibre insolubili ed è priva di colesterolo. La frutta secca (lipidica) è quella oleosa a guscio (noci, nocciole, mandorle, pistacchi, arachidi), ricca di grassi acidi monoinsaturi e polinsaturi (tra cui Omega 3 e Omega 6) e proteine.
La frutta disidratata (ananas, pesche, albicocche, uva sultanina, datteri, prugne, fichi) invece, è glucidica, contraddistinta dagli zuccheri della frutta come glucosio e fruttosio: anche questa categoria possiede un’alta percentuale di fibre solubili che aiutano la regolarità intestinale, oltre a vitamine e minerali come potassio, acido folico e fosforo, indispensabili per le funzioni nervose e per la concentrazione.”
“Mio padre Giuseppe –conclude Vittoria Calcagni – è stato fra gli ideatori e fondatori delle maggiori istituzioni che a livello mondiale hanno contribuito alla conoscenza della frutta secca, come l’INC, International Nut and Dried Fruit Council con cui abbiamo iniziato fin dagli anni ‘80 una grande campagna di ricerche cliniche che ha contribuito a rivalutare la frutta secca, ponendola al centro della dieta salutare per le generazioni del Terzo Millennio”.

 

LAURA CAICO

 

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