IL CORPO DELL’IDEA: IMMAGINAZIONE E LINGUAGGIO IN VICO E LEOPARDI


Giovedì 21 Marzo 2019 nella Sala Dorica di Palazzo Reale di Napoli, è stata inaugurata la mostra Il corpo dell’idea. Immaginazione e linguaggio in Vico e Leopardi sostenuta dalla Regione Campania e organizzata dalla Biblioteca Nazionale di Napoli, diretta da Francesco Mercurio, in collaborazione con il Polo Museale della Campania, diretto da Anna Imponente, Palazzo Reale di Napoli, diretto da Paolo Mascilli Migliorini.

L’esposizione, curata da Fabiana Cacciapuoti, è incentrata sul dialogo tra Vico e Leopardi, ricostruito soprattutto attraverso l’incontro di due fondamentali testi quali La Scienza Nuova e lo Zibaldone di pensieri.

In mostra si potranno vedere, tra gli altri, gli autografi della Scienza Nuova, dello Zibaldone di pensieri, delle Operette Movrali, dell’Infinito, di Alla Primavera e dello Stratone da Lampsaco, conservati presso la Biblioteca Nazionale. L’itinerario nel mito si avvale dell’esposizione di statue provenienti dal Museo di Palazzo Reale e dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Un itinerario antropologico che dal mito delle origini, passando attraverso l’elaborazione poetica dei primi canti arcaici e quella omerica, perviene al farsi del linguaggio e alla costruzione delle civiltà, il cui eccesso per entrambi gli autori, inteso quale eccesso di ragione, conduce infine alla barbarie, alla decadenza e alla corruzione. Temi che Vico e Leopardi affrontano in maniera diversa, storico-provvidenzialistica il primo, radicale il secondo. L’esperienza conclusiva del percorso vuol significare il messaggio leopardiano, esistenziale e umano, affidato alla Ginestra.

Il progetto Exhibit e multimediale è a cura di Kaos Produzioni, con la direzione artistica di Stefano Gargiulo, il progetto delle strutture espositive di Giancarlo Muselli.

Il catalogo, a cura di Fabiana Cacciapuoti, è edito da Donzelli.

L’inaugurazione sarà preceduta da un incontro nella Sala Rari della Biblioteca Nazionale, interverranno: Francesco Mercurio, Direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, Vincenzo De Luca*, Presidente della Regione Campania; Patrizia Boldoni, Consigliere del Presidente per la Cultura; Anna Imponente, Direttore del Polo Museale della Campania, Paolo Mascilli Migliorini, Direttore di Palazzo Reale di Napoli, Ambasciatore Giuseppe Balboni Acqua, Presidente Comitato Nazionale per il Bicentenario dell’Infinito.

Sarà presente la Contessa Olimpia Leopardi.

Saranno presenti inoltre Fabio Corvatta, Presidente del Centro Nazionale di Studi Leopardiani, Manuela Sanna, Direttore dell’ISPF, Fulvio Tessitore, Paolo Giulierini, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Rosanna Purchia, Sovrintendente della Fondazione Teatro di San Carlo.

La visita alla mostra sarà preceduta da una prolusione di Antonio Prete e dal racconto dell’itinerario espositivo della curatrice.

IL PROGETTO

IL CORPO DELL’IDEA

IMMAGINAZIONE ELINGUAGGIO IN VICO E LEOPARDI

LE ISTITUZIONI

L’idea della mostra nasce nell’ambito della convenzione stabilita nel 2016 tra la Biblioteca Nazionale di Napoli (direttore Francesco Mercurio), il Centro Nazionale di Studi leopardiani (CNSL, Presidente Fabio Corvatta) e l’Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico moderno del CNR (ISPF, Direttore Manuela Sanna) per definire le confluenze tra il pensiero di Giambattista Vico e quello di Giacomo Leopardi, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto antropologico.

Il progetto della mostra è inserito nelle attività promosse dal CNSL per il bicentenario della composizione dell’Infinito, tra cui appunto la formazione di un Comitato Nazionale per le celebrazioni, presieduto da Giuseppe Balboni Acqua.

Le manifestazioni legate al bicentenario dell’Infinito (il cui primo autografo, datato appunto 1819, com’è noto si conserva nel fondo leopardiano della Biblioteca Nazionale di Napoli, fondo che costituisce in assoluto la più completa raccolta di carte leopardiane) avranno una durata di tre anni (2019-2021). Periodo nel quale il CNSL intende valorizzare con mostre, pubblicazioni e convegni internazionali, ma anche con procedimenti di digitalizzazione dei materiali, l’opera leopardiana a partire dell’Infinito.

L’autografo dell’Infinito del 1819 è quindi la prima versione del testo, di cui si conosce una bella copia identificabile nell’autografo di Visso (1825).

LA MOSTRA

La mostra Il corpo dell’idea. Immaginazione e linguaggio in Vico e Leopardi, a cura di Fabiana Cacciapuoti, è organizzata dalla Biblioteca Nazionale, dal Polo Museale – Palazzo Reale, col sostegno della Regione Campania, col contributo del Comitato Nazionale per il Bicentenario dell’Infinito, la collaborazione del MANN e del Teatro fondazione s. Carlo di Napoli.

La mostra si inaugura il 21 marzo alle 16 nella Sala Rari della Biblioteca Nazionale, dove ai saluti delle autorità seguirà la prolusione del prof. Antonio Prete, e alle 17,30 nella Sala Dorica di Palazzo Reale, dove si aprirà il percorso espositivo.

La mostra è basata sul rapporto tra i testi dei due autori, in particolare Scienza nuova e Zibaldone di pensieri. L’analisi dei testi ha consentito di individuare dei nuclei tematici comuni nella linea dell’interpretazione antropologica della realtà.

Il percorso che di conseguenza ne deriva parte quindi dalle origini del mondo, attraversa il mito classico, si sofferma sulla nascita del linguaggio come prima forma espressiva poetica attraverso la forza della metafora, dà spazio al poeta che sia Vico sia Leopardi individuano come il più grande, cioè Omero, privilegia Achille come universale fantastico.

Se Leopardi si allontana poi dal mito, di cui permane la nostalgia, i due autori restano però legati nel segno del linguaggio considerato sia da un punto di vista gnoseologico che antropologico. La diffusione del genere umano, gli alfabeti che ne derivano, la nascita di popoli e nazioni e la formazione della civiltà sono tutti temo comuni in diversa misura ai due autori.

E se sulla corruzione e decadenza della civiltà considerata come eccesso della ragione entrambi concordano, Vico troverà una soluzione storico provvidenzialistica non riconosciuta da Leopardi, cui spetta un pensiero radicale, che trova infine luogo diversamente compiuto nel messaggio sociale, umano ed esistenziale della Ginestra.

L’intero percorso è esplicitato dalla esposizione degli autografi della BNN, dall’Infinito allo Zibaldone, dal Frammento apocrifo di Stratone da Lampsaco al Saggio sopra gli errori popolari o alle Operette morali di Leopardi e al manoscritto autografo della Scienza Nuova del 1744 di Vico; così pure sono esposti una trentina di volumi rari, tra ‘500 e ‘700, testimoni delle comuni letture dei due autori.

Il viaggio nel mito è accompagnato dalla scelta di statue significative dell’orizzonte poetico proprio a Vico e Leopardi, per i quali il sentire prevale in tutte le sue forme sull’elemento strettamente razionale.

Il percorso si avvale di una scenografia multimediale e immersiva (direzione artistica e regia Stefano Gargiulo di Kaos produzioni) e dell’impianto scenico delle strutture a cura di Giancarlo Muselli.

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