Roma, solidarietà del Coisp ai due carabinieri feriti


“Quale che siano le motivazioni che hanno spinto il responsabile del gravissimo gesto perpetrato a Roma oggi, non c’è alcun dubbio che quanto avvenuto gravi con tutto il suo immenso peso sulla coscienza di irresponsabili che senza ritegno, da mesi, non fanno che istigare alla sovversione ed alla violenza. Nascondersi dietro principi che si intendono difendere o dietro a finte dichiarazioni di rifiuto di atti di aggressione, non serve a sminuire quei comportamenti che mettono chiaramente a nudo, piuttosto, una volontà di prevaricare e di imporsi, in un modo o nell’altro, che per qualcuno non significano altro che un chiaro invito a dare sfogo ad ogni frustrazione, ad ogni tormento, ad ogni ansia, scagliandosi contro il prossimo. Prossimo che, normalmente, indossa la divisa. Nei cortei, negli stadi, nelle piazze, nelle strade, ovunque, ieri, oggi, domani e sempre, il bersaglio di tutto e tutti indossa una divisa, e tra le fila delle Forze dell’Ordine continuiamo a contare morti e feriti”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo il drammatico fatto di cronaca che stamane ha visto un uomo sparare con una pistola fuori da Palazzo Chigi, mentre il Governo guidato da Enrico Letta giurava davanti al Presidente della Repubblica. Nella sparatoria sono rimasti feriti due Carabinieri, di cui uno gravissimo, ed una passante, una donna incinta.

“Quel che davvero fa rabbrividire – conclude Maccari – è che in molti casi proprio quelli che hanno avuto parole dure di critica e di condanna nei nostri confronti, nonostante noi abbiamo sempre svolto onestamente e correttamente il nostro ruolo di Rappresentanti dei Poliziotti italiani nell’assoluto rispetto delle regole e delle leggi, sono tra quelli che con i propri comportamenti aggressivi, anche se solo nelle parole dette e scritte, il proprio atteggiamento di pervicace rifiuto del dialogo e della ricerca di un confronto e di una sintesi, non hanno fatto altro che divulgare messaggi devastanti. E se questo si aggiunge alle continue campagne di denigrazione e rancore verso le Forze dell’Ordine… il risultato non poteva portare a molto altro se non alla tragedia di oggi”.

Coisp

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