“Bene l’America’s Cup a Napoli”


Come tutti i napoletani, ho accolto con grande entusiasmo l’annuncio delle finali dell’America’s Cup nel nostro splendido Golfo. È un’opportunità straordinaria per Napoli. Ma se allarghiamo lo sguardo alla città metropolitana, lo squilibrio tra lo sviluppo del capoluogo e quello della provincia appare sempre più come un abisso”, dichiara Enrico Ditto, imprenditore campano attivo nei settori del turismo e della formazione.

Con il caro casa e l’inflazione crescente, molti napoletani sono costretti a trasferirsi fuori città. In questo contesto, la sfida dell’attrattività delle aree interne non riguarda solo la necessità di decentralizzare i flussi turistici ormai insostenibili per il centro, ma anche quella di migliorare la vivibilità delle periferie”, prosegue Ditto.

Concentrare tutte le risorse su Napoli è limitante per un territorio le cui ricchezze sono variegate e diffuse. Si pensi alle potenzialità del turismo enogastronomico in aree come Lettere, alla valorizzazione di percorsi medievali, o a una rete dei Gigli nei comuni dell’hinterland. Senza dimenticare i parchi regionali come quello del Partenio e i numerosi sentieri di trekking. Sono realtà note ai cittadini campani, ma mai realmente integrate in un sistema di connessioni e servizi verso il capoluogo”, sottolinea l’imprenditore.

La mancanza di infrastrutture adeguate, la lentezza burocratica e la difficoltà di accesso ai finanziamenti rappresentano ostacoli importanti allo sviluppo. Eppure queste aree hanno un potenziale enorme, con un patrimonio culturale unico, prodotti enogastronomici di eccellenza e paesaggi in grado di attrarre un turismo di qualità.”

Secondo Ditto, “Per sbloccare questo potenziale è necessario un cambio di mentalità e un impegno concreto. Servono investimenti in infrastrutture moderne, semplificazione delle procedure per chi vuole fare impresa, sostegno all’innovazione e alla digitalizzazione anche nei territori più marginali. È fondamentale creare sinergie tra le aziende locali, promuovere la formazione professionale e incentivare i giovani a rimanere e investire nel proprio territorio.”

“Non si tratta solo di fornire assistenza – conclude – ma di creare le condizioni affinché queste comunità possano diventare protagoniste del proprio sviluppo. Oltre a pungolare l’attenzione della Città Metropolitana in quanto ente, dando attenzione alle scelte e ai lavori dell’ex ente Provincia, dobbiamo superare la logica dell’assistenzialismo e puntare sull’empowerment locale, valorizzando le risorse endogene e stimolando la creatività e l’intraprendenza. Solo così potremo invertire la tendenza allo spopolamento e costruire un futuro più inclusivo e prospero per l’intera provincia di Napoli”.

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