BORRIELLO: DIMAGRIRE SI PUO’ CON LA CHIRURGIA BARIATRICA


Dimagrire, sogno proibito. L’Italia registra annualmente la cifra di 24.000 interventi di chirurgia bariatrica suddivisi in restrittivi, malassorbitivi e misti, per eliminare il peso in eccesso e l’etichetta di obesi:  in cima alla classifica delle richieste, l’intervento restrittivo ormonale denominato sleeve gastrico, seguito dal by pass gastrico edal Mini gastric By-pass (MGB), mentre è in netto calo il bendaggio gastrico che ha presentato nel tempo spiacevoli effetti collaterali. Intervistiamo sull’argomento il professore Alfredo Borriello, Specialista in Chirurgia Plastica ricostruttiva ed estetica,Docente presso la Scuola di specializzazione in Chirurgia Plastica della II Università di Napoli (SUN) e Direttore dell’unità operativa di chirurgia plastica dell’Ospedale del Mare di Napoli.

Professore, chi sono i pazienti che si sottopongono a questi interventi?

“ Generalmente, chi presenta un indice di massa corporea maggiore di 40, ovvero gli obesi di terzo grado ma anche chi – in seguito allo sviluppo di diabete, dislipidemia, ipertensione arteriosa, tutte malattie inerenti al sovrappeso – presenta un’obesità di secondo grado, come pure chi deve effettuare un drastico calo ponderale per via di patologie ortopediche e apnee notturne severe. L’età media dei pazienti varia dai 18 ai 65 anni ma voglio sottolineare che prima di pensare all’intervento vanno valutate non solo le loro caratteristiche fisiche ma anche quelle psicologiche”.

In che senso?

“La chirurgia bariatrica non è propriamente una “passeggiata” ma richiede da parte dei soggetti interessati il rispetto di un percorso pre operatorio e – soprattutto – di un programma post-operatorio:  il chirurgo, lo psicologo ed il nutrizionista devono collaborare per indagare le abitudini alimentari dei pazienti, approfondire gli schemi di compensazione emotiva che scattano in rapporto con il cibo, accertare la presenza di eventuali disturbi psicologici e, quindi, la possibilità reale di seguire il programma terapeutico indicato, con la necessaria forza di volontà. I pazienti capaci di condurre correttamente una dieta hanno maggiori probabilità di  non riprendere peso a breve distanza dall’intervento, circostanza purtroppo abbastanza frequente se si torna all’abituale stile di vita:se riescono per un quinquennio a mantenere un peso corporeo ottimale – assistiti in modo continuativo da uno psicologo e da un nutrizionista -hanno all’incirca l’85 % di probabilità didiminuire efficacemente i rischi legati al sovrappeso, dopo gli interventi di sleeve gastrectomy e di by pass”.

Professore, che rischi comportano questi interventi chirurgici?

“In percentuale, ci assestiamo intorno al 4% di probabilità che si verifichinolacerazioni o infezioni delle ferite chirurgiche con conseguenti fistole e ascessi, occlusione intestinale, nausea e vomito, oppure emorragie post-operatorie che possono richiedere un secondo intervento: se, però, vi sono  altri problemi di salute presenti prima dell’operazione possono insorgere altre complicazioni mediche di maggior gravità come polmonite, infarto, tromboembolia venosa,ulcera gastrointestinale, infezione del tratto urinario, stenosi ed ernie interne”.

 E, allora, non si potrebbero raggiungere gli stessi risultati senza ricorrere alla chirurgia bariatrica?

 “L’obesità è un problema mondiale, che si manifesta in modo insidioso soprattutto nell’Occidente: le statistiche e le ricerche scientifiche dimostrano che – pur seguendo in modo appropriato un regime dietetico serio – il  90 % degli obesi evidenzia un aumento ponderale entro 2 anni, esponendosi alle patologie correlate all’importante sovrappeso.Operare si rende necessario in questi casi e noi dell’unità operativa di chirurgia plastica dell’Ospedale del Mare di Napolipossiamo aiutare i pazienti a smaltire le eccedenze successive all’intervento bariatrico grazie ad altre tipologie di operazioni relative ai distretti corporei da rimodellare: approfondiremo la questione nella prossima intervista”.

 

LAURA CAICO

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