GARZO, LA PRIMA DONNA PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI NAPOLI


Una conquista importante. Magistrato di alto valore, Elisabetta Garzo, napoletana, classe 1955, segno zodiacale Cancro, già presidentedal 2014 del Tribunale di Napoli Nord  – e prima ancora presidente di sezione ai Tribunali di Santa Maria Capua Vetere e di Vallo della Lucania – ha giurato per il nuovo incarico dipresidente del tribunale di Napoli, per la prima volta conferito dal Csm ad un magistrato donna. Per molti, “un atto dovuto” data la vasta e profonda esperienza maturatada questo giudice che – quasi 6 lustri fa e precisamente il 18 dicembre 1981 – aveva ricevuto un lusinghiero giudizio contenuto nel parere del Consiglio Giudiziario della Corte di Appello di Milano per la sua nomina a magistrato di Tribunale, in cui si sottolineava che “si era laureata con una pregevole tesi in Diritto Penale col massimo dei voti e la lode e aveva espletato il tirocinio di uditore giudiziario presso il Tribunale di Napoli con grande diligenza e profitto, relazionando con competenza in camera di consiglio, redigendo le minute dei provvedimenti con esauriente precisione, dimostrando sicurezza e capacità, eccezionale preparazione giuridica, non comune intelligenza, ottimo carattere, appassionato impegno, pronto intuito, notevole zelo ed equilibrio”.Nelle sue funzioni di giudice del Tribunale, Elisabetta Garzo ha sempre confermato tali doti, affinandoulteriormenteneltempo le qualità indicate e ponendo in luce una crescente capacità professionale, spirito di sacrificio e attaccamento al lavoro, doti umane, lealtà e cortesia con i colleghi, i funzionari e il Foro, laboriosità e puntualità nella redazione e nel deposito delle sentenze, taluna delle quali di particolare rilievo per i casi trattati e i problemi giuridici affrontati. Difatti, ha diretto dibattimenti estremamente complessi e delicati anche per l’elevatissimo numero di imputati, sia per processi di “Tangentopoli”, sia per i reati indicati nell’art. 51 comma 3° bis c.p.p: ha definito, inoltre, numerosissimi procedimenti sia per delitti contro la Pubblica Amministrazione, sia per il reato di cui all’ art.416 bis c.p.p. che ha visto imputati personaggi di spicco della camorra napoletana. (clan “Maliardo”, clan “Giuliano”, clan “Aversano e “clan “Longobardi”)

Il 23 aprile 1993, infatti,  il Presidente della II sezione inoltrò all’Ufficio di Presidenza del Tribunale di Napoli un rapporto informativo sull’attività svolta dalla Garzo in cui segnalò che aveva partecipato costantemente alle udienze ordinarie e straordinarie, nelle quali erano stati trattati procedimenti sovente di grande complessità e delicatezza e di pubblica risonanza, concernenti associazioni per delinquere di stampo camorristico, traffico di sostanze stupefacenti e di armi e delitti contro la pubblica amministrazione.

Sottolineò, inoltre, che la partecipazione del giudice Garzo al Collegio per l’applicazione delle misure di prevenzione non era stata di minor conto, sia per l’approfondimento ex art. 2 ter della legge “Rognoni-La Torre”  sugli arricchimenti e sui patrimoni illecitamente costituiti, sia per la conoscenza dimostrata nelle materie del diritto penale, civile e commerciale, sia per il numero e la complessità delle procedure nelle quali era stata giudice relatore, o estensore di decreti di sequestri, ovvero giudice delegato all’amministrazione giudiziaria di patrimoni mobiliari, immobiliari e societari.

Il Presidente rimarcò la competenza profonda, l’intuito pronto e la peculiare capacità di trattare con perfetto dominio procedimenti di vaste dimensioni e portata della Garzo, la sua estrema disponibilità a far fronte alle esigenze dell’ufficio prevenzione, certificata dal rilevantissimo numero di udienze camerali alle quali aveva partecipato con un impegno che aveva visto la sua presenza in ufficio quasi ogni giorno della settimana; e, da ultimo, il contributo di costante senso pratico e di equilibrio, che aveva aiutato a rendere costruttivo e sereno il confronto dialettico con gli altri componenti del Collegio.

Audace, concreta e determinata –caratteristiche precipue del suo segno zodiacale – Elisabetta Garzo, primo presidente donna del tribunale di Napoli, ha avuto il conferimento di questo prestigioso incariconel corso di una cerimonia svoltasi nell’affollatissima aula 114 del Palazzo di Giustizia al Centro direzionale della città, alla presenzadei vertici della magistratura partenopea e dei rappresentanti dell’Avvocatura, che hanno applaudito a lungoil neo presidente del Tribunale di Napoli. Nel suo discorso di insediamento, la presidente Garzo ha affermato che « si deve dare giustizia in tempi brevi eliminando dai  ruoli nel settore civile e penale i processi ultradecennali: non si può avere la superbia di pensare di decidere sempre bene – e, in questo, il nostro sistema giudiziario concede di appellare le sentenze – ma comunque nel rispetto della Costituzione e per rispetto nei confronti della collettività, occorre pronunciarsi in una prima definizione  piuttosto che prolungare incertezze, rinvii e dubbi sul futuro».

Al termine della manifestazione ufficiale, un ristretto gruppo di autorità si è riunito per un brindisi nell’ufficio – prima occupato da Ettore Ferrara (andato in pensione) e dal suo sostituto Dario Raffone, presidente ad interim – per scambiare auguri e felicitazioni con la nuova presidente: tra gli invitati, i capi della Procura Generale Luigi Riello e della Procura della repubblica Giovanni Pio Luciano Melillo, il presidente della Corte di Appello Giuseppe De Carolis di Prossedi, l’Avvocato generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Napoli Antonio Gialanella, l’avvocato Dario Cincotti, esperto in assicurazioni internazionali e presidente della Cincotti e company, la presidente del Premio di magistratura Aniello Ambrosio professoressa Lilia Giugliano Ambrosio,la PastPresident del Rotary Napoli Nord Est avvocato Maria Rosaria La Rosa, l’assistente del Procuratore Generale Anna Acanforaed altri funzionari, che hanno brindato al passaggio di consegne fra Ettore Ferrara ed Elisabetta Garzo, nel segno di una proficua continuità ad altissimo livello giuridico.

LAURA CAICO

 

 

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