DELLA NOTTE: LA RISTORAZIONE E’ NEL MIO DNA


FOTO ANTONINO DELLA NOTTE CON IL FIGLIO ANTONIO JR.

Una passione nata nell’’infanzia. Fra i ricordi del presidente della Fiep, Federazione Italiana Esercizi Pubblici, nonchè presidente nazionale Aicast (Associazione Industria Commercio Artigianato Servizi e Turismo) Antonino Della Notte, segno zodiacale Acquario, classe 1965, con una quarantennale attività nel campo della ristorazione, affiorano flash back di intere giornate passate in tenera età nel ristorante di famiglia “Giuseppone a mare”, a Riva Fiorita, a pochi passi di distanza dalla lussuosa Villa Rosebery in cui veniva spesso il Presidente della Repubblica in carica, preceduto da un corteo di auto blu con le sirene lampeggianti: quante sensazioni indelebili associate al passato riaffiorano quando si parte alla “recherche du temps perdu”!

La rievocazione della felicità infantile, che è il contenuto del tempo perduto, riporta intatto ad Antonino il brivido delle emozioni provate al’l’arrivo di importanti personaggi, la percezione sensoriale degli odori dei cibi preparati dai cuochi, i rumori di sottofondo del ristorante fra l’’acciottolìo dei piatti e il tintinnio dei bicchieri nell’’apparecchiare le tavole, i sapori delle pietanze della tradizione, il lento fruscìo della risacca sulla spiaggia, il mormorìo delle onde, il sole sulla pelle: frammenti della memoria strettamente connessi fra loro in un inestricabile nodo, che diedero al piccolo Antonino la gioia di trascorrere tutto il suo tempo libero – dopo aver sbrigato i compiti di scuola su un tavolo appartato – fra le chiacchiere di bambino con i clienti dell’’accorsato ristorante, le cucine dense di aromi, l’’orto profumato di erbe, frutta e verdure. «La ristorazione fa parte del mio DNA, –  dichiara infatti Antonino – e, in qualità di amministratore unico del Gruppo Antonio & Antonio – mi piace supervisionare tutta l’attività dei nostri ristoranti sul lungomare Partenope ovvero “Antonio & Antonio”, “Gusto & Gusto” e “Acquolina”, oltre a “Villa Posillipo” a Pozzuoli e al “Belvedere Carafa” sulla collina del Vomero».

Com’è suddivisa la sua giornata?

““Mi alzo all’alba per incontrare i miei fornitori di pesce locale e anche quelli che mi portano il pescato della notte dalla Sardegna, dalla Sicilia, da tutto il Mediterraneo: ben lo sa mia moglie Cristina – che devo ringraziare infinitamente per l’’amore, la pazienza e il supporto morale con cui mi è vicina da 34 anni – che ha sempre visto il marito uscire di casa al mattino e rientrare a notte fonda perchè i ristoranti non possono essere gestiti da lontano, da imprenditori, ma bisogna starci dentro, con grandi sacrifici: ci vuole passione per questo mestiere, avere il piacere di seguirne tutti gli aspetti, saper intrattenersi con i clienti cercando di capirne e soddisfarne le esigenze, rinunciare a ferie e vacanze canoniche, altrimenti non ci si riesce”.”

Ma tempo libero ne ha per viaggiare, dedicarsi a qualche sport o coltivare degli hobbies?

““In verità molto poco ma non mi pesa perché amo incondizionatamente il mio lavoro: al mattino presto corro sul lungomare, il cui paesaggio mi infonde serenità, poi leggo diversi quotidiani per documentarmi su ciò che succede nel mondo e, quando posso, vado al cinema o seguo il calcio, ma di sfuggita. Negli esigui spazi di libertà che il lavoro mi concede – ma che stanno aumentando da quando mio figlio Antonio, bravo e competente, è entrato in azienda sollevando me e i miei cugini Antonio e Silvio Della Notte da varie incombenze – amo navigare lungo le coste con il gommone, guardare in relax il paesaggio e – poichè non amo correre per mare – scoprire ogni volta qualcosa di nuovo, un angolo sconosciuto, una caletta isolata, una spiaggia dorata, incredibili scorci paesistici di questa terra meravigliosa”.”

Come vede la situazione di Napoli, oggi?

“”Devo dire che nel giro di una decina d’anni, il nostro capoluogo è completamente cambiato: agli inizi del Duemila gli alberghi piangevano, il turismo di qualità era poco incisivo e la nomea della città non era delle migliori a causa di certi media che evidenziavano continuamente episodi di illegalità e criminalità, dipingendola come pericolosa e invivibile. Oggi gli alberghi sono tutti pieni e prenotatissimi e anche le altre strutture di accoglienza, tra pensioni e B&B sono di ottimo livello con belle camere e una buona organizzazione. Non dobbiamo tornare più indietro, per rendere Napoli la meta più ambita da tutti e ogni napoletano deve fare la sua parte per puntare a un futuro migliore: bisogna dare il massimo per lasciare ai figli una città all’avanguardia che raggiunga il suo massimo splendore, poiché finalmente Napoli ha intrapreso la strada di una vocazione turistica di grande classe. Occorre la riqualificazione del lungomare e di altre zone significative della città – per cui abbiamo già in programma incontri con le amministrazioni in autunno – servono trasporti più efficienti e nuove infrastrutture: bisogna razionalizzare i servizi, costruire altri attracchi nei porti per navi da crociera e yacht di lusso, offrire in tutte le realtà turistiche un’’ottima accoglienza, un buon servizio e personale qualificato. Penso anche al nodo cruciale della mobilità, da migliorare attraverso i mezzi pubblici che vanno tutti potenziati per snellire il traffico: Napoli è indubbiamente migliorata molto ma c’è ancora tanto da fare”.”

Quali sono i piatti tipici campani che la sua clientela italiana e straniera predilige?

““La pizza è senz’’altro il piatto più gettonato, seguito dai primi piatti classici dell’’autunno-inverno come il ragù, la genovese e la parmigiana di melanzane: noi abbiamo sempre nel menu il risotto alla pescatora, pasta e ceci con pappardelle spezzate, pasta e patate con la provola e, naturalmente, (data la nostra preparazione sul pesce e i prodotti ittici derivante dalle antiche pescherie di famiglia) sautè di vongole, impepate di cozze, frittura di gamberi e calamari, grigliate di pesce freschissimo. Nei ristoranti di Antonio & Antonio Group anche i gourmet più esigenti – che pongono estrema e rigorosa attenzione ai dettami dell’’arte culinaria napoletana – trovano pietanze sapientemente cucinate, nel rispetto dei disciplinari e dei protocolli consegnatici dalla tradizione”.”

Cosa incentiverebbe per incrementare il turismo?

““Vorrei cambiare una certa mentalità di alcuni negozianti che non capiscono l’’importanza di rimanere aperti durante le feste o in piena estate, per accogliere i turisti a 360°: nei ristoranti del nostro gruppo sul lungomare, per esempio, abbiamo orari lunghi e in uno di essi la cucina rimane sempre aperta, senza interruzioni, dalla mattina sino a sera tardi. E’ importante, a nostro avviso, che il turista di passaggio, il napoletano di rientro da un viaggio in trasferta fra le isole del Golfo e chiunque si trovi in città, magari stanco e sotto la calura o le intemperie, possa trovare una cordiale accoglienza e la certezza di un pranzo ben cucinato anche nel pomeriggio quando tutti gli altri serrano i battenti e, per giunta, con un ’ottimo rapporto qualità-prezzo perché noi ci teniamo a trattare i clienti con riguardo. Occorre davvero lavorare con coscienza e passione per portare la città al top dell’ospitalità, renderla più pulita e fruibile e in questo quadro rientra anche l’’apertura festiva dei negozi della city, come d’’altronde già avviene nel centro storico, in via Roma, in piazza Trieste e Trento dove passano migliaia di persone. Musei, gallerie d’arte, palazzi storici, ristorazione, strutture attrezzate e shopping sono i punti focali dell’’appeal turistico: pertanto, trovo indispensabile che siano attivi e pronti ad assorbire senza disagi il flusso di visitatori che è destinato a crescere in modo esponenziale e a cui dobbiamo prepararci in modo responsabile e professionale.

Pensate, infatti, che in questa parte del lungomare – un tratto di strada di circa 800 metri con un’’affluenza esagerata – quotidianamente, in questo periodo, mangiano mediamente circa dalle 3000 alle 5000 persone, con piena soddisfazione per il servizio fornito e in tutta tranquillità, grazie anche alla presenza fattiva della forza pubblica che è molto aumentata, assicurando l’’ordine e la legalità: attualmente questa è la parte più vivibile della città, dove si può passeggiare a contatto col mare, spaziando lo sguardo sull’’orizzonte e godendo il panorama, un semplice passatempo che basta a riempire la giornata, magari insieme a un buon gelato”.”

Ha qualche sogno nel cassetto?

““Sì, mi piacerebbe creare una nuova struttura in cui far suonare anche buona musica dal vivo, i pezzi più famosi della melodia colta e popolare partenopea, un patrimonio inestimabile che non va trascurato e di cui sono appassionato; inoltre sogno di aprire un ristorante che possa raggiungere le Stelle Michelin sposando la tradizione con la creatività tipica napoletana, dove la ristorazione raggiunga le vette di un’’esperienza sensoriale di altissimo profilo e che contribuisca a far splendere ancora di più nel mondo il nome di questa fantastica città”.”

 

 

Laura Caico

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