LA DUCHESSA VISCO E IL GOTHA ITALIANO


Una duchessa ai microfoni: bionda, bella e di gentile aspetto. Così la duchessa Maria Consiglio Visco Marigliano Del Monte si presenta a chiunque la incontri e oggi, ancor di più, allarga il cerchio delle sue vastissime amicizie conducendo con brio e disinvoltura ai microfoni di Colors Radio – di cui è direttore artistico David Gramiccioli – una rubrica dal titolo “Aristocratica” in cui parla della Nobiltà Italiana, in diretta il martedì dalle 12:00 alle 13:00.

Napoletana doc, segno zodiacale Gemelli, laureata in Scienze Politiche ed in Scienze Turistiche, Master in Marketing e Organizzazione Master in Trasporti ed Energia, Maria Consiglio Visco Marigliano del Monte è una giornalista che ha scritto sui più importanti quotidiani e settimanali napoletani e nazionali.

 Con la sua rubrica “Aristocratica” la duchessa afferma che vuole “ridare luce e riportare la nobiltà ai suoi antichi splendori, poiché dall’esilio dei Savoia i nobili hanno perso il diritto di mettere i loro titoli sui documenti di riconoscimento, ma la loro riconoscibilità è così evidente e non ha bisogno di essere trascritta: la mia voce nobile in mezzo alla gente con la voglia di raccontare storie vere di vita vissuta, ricordi di zii e amici nobili, storie lette sui libri e nobili di tutto il mondo venite a me!!!

Vi apro la mia umile dimora con un colpo di scettro”.

In trasmissione, – guidata dalla regia della cabina del Drago Andrea Striano – la bella duchessa svela segreti ereditari, complicati intrecci genealogici, retroscena familiari e perché no? sbugiarda anche i falsi nobili. Sulla querelle di questi finti blasonati molto si è scritto, giacchè il fenomeno – lungi dall’arrestarsi malgrado numerosi scandali – è in costante aumento: il Bel Paese ha fame di aristocrazia e se l’Almanacco di Gotha – pubblicato dal 1763 al 1944 –  negli elenchi (in ordine genealogico delle case regnanti e delle più importanti famiglie aristocratiche d’Europa) non include il loro cognome, migliaia di aspiranti nobili (circa 20 mila persone all’anno) si rivolgono a improbabili siti araldici per risalire alle origini della propria famiglia e scoprire dei titoli nobiliari che, il più delle volte, si rivelano solo pii desideri di chi concupisce quel fortuito caso dell’esistenza qual’è la nobiltà.. Da lì, il passo verso la truffa e l’invenzione di sana pianta di stemmi, scudi e conferimenti regali per molti è quasi automatico: mentre è in onda, Maria Consiglio squarcia veli su questi fantomatici antenati da cui tanta gente si improvvisa discendente e con umorismo e sottile ironia invita i suoi ospiti – questi sì  titolati doc – a parlare di chi, pur di vantare uno straccio di titolo, si dichiara (senza pudore né senso del ridicolo) discendente di quei «nobili della scaletta» che il 13 giugno 1946 furono insigniti “in extremis” di qualche titolo dal re Umberto II di Savoia sulla scaletta dell’aeroplano che lo avrebbe portato in esilio in Portogallo, venendo a costituire quindi una pletora di marchesi, duchi e conti che prima non esistevano.

Nel frattempo la duchessa Visco, nella sua divertente e mondanissima trasmissione, fornisce delle utili indicazioni per individuare al volo un vero nobile che è “riconoscibile da poche ma precise caratteristiche: non si vanta del titolo e nelle presentazioni non lo sfoggia, non si imbuca alle feste, riceve inviti assolutamente formali, non possiede ingenti patrimoni, dispone generalmente di poca liquidità ma di prestigiose dimore. E quanto costi la manutenzione dei palazzi aviti possono fin troppo bene spiegarlo i primogeniti delle famiglie aristocratiche inglesi che ereditano in blocco le proprietà di famiglia – poiché la nobiltà inglese si basa essenzialmente sulla primogenitura che conferisce al primo figlio maschio ( o, in mancanza, al parente maschio più prossimo) il titolo e i beni che appartengono al titolo stesso – col vincolo di non smembrarle né rivenderle, per mantenere intatto il portato delle precedenti generazioni”.

 

Laura Caico

1 Commento

  1. Carla Visco
    Ottobre 26, 2019
    Rispondi

    Leggo per caso questo link datato. Sicuramente non ne farò parte, ma il mio cognome, associato alla città di Napoli ha destato in me curiosità.

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