IL TEMPO DELLE CILIEGIE


“Rodolfo, un adolescente di 12 anni e mezzo, vive con la madre e, solo a volte, con il padre. E’ arrabbiato, confuso, interrotto. Non riesce ad esprimersi, a giocare come gli altri, ad andare bene a scuola, né ad innamorarsi. E poi. Poi prova a capire quello che non ha. Inizia ad indagare, a correre, a cercare le ragioni della sua rabbia. Si affronta fino a scoprire, forse, le verità che gli sono state celate. O forse il valore delle ciliege”

Il romanzo, “Il tempo delle ciliegie”, si legge tutto d’un fiato, le parole che l’autore, Gianlivio Fasciano,  sceglie di mettere in bocca a Rodolfo, il protagonista del libro,  sono semplici ma scelte con cura, ponendo l’attenzione del lettore su questioni esistenziali.

Rodolfo, è un ragazzino che a metà degli anni ’80, è arrabbiato a tal punto da chiedersi in maniera quasi ossessiva del perché della sua esistenza e perché sopravvive senza effettivamente vivere. Allora ingaggia una lotta contro la vita presente, usa un “correttore” per farlo sembrare quello che non è… e che invece vorrebbe essere, un ragazzino sicuro e spavaldo: la menzogna. Mentire, per Rodolfo, è il solo modo per affrontare le cose, allo stesso tempo una vendetta verso se stesso.

Infatti con le bugie ferisce volutamente coloro che ama, cerca di trovare il modo di sospendere il tempo, annullandolo e proiettandosi in altra dimensione tradendo così il mondo reale…. A 12 anni e mezzo non hai un’identità…. Tutto ti sembra confuso… muori dalla voglia di sapere chi sei…

Continuavo ad aspettare la vita, ad osservarla, apprezzando negli altri la capacita di esprimersi e, soprattutto, di fare”.

A noi lettori viene il sospetto di come Fasciano intuisca quanto la fragilità di Rodolfo sia uno specchio deformante di noi stessi adolescenti, e per questo in grado di svelarci verità indicibili… Desiderare di perdere la memoria per non ricordare il passato… anche se, si sa’ “il passato resta, anche senza la memoria”.

Il filo rosso: un viaggio struggente sulle tracce di un padre assente … La soluzione alla fine è quella di cercare di cambiare il passato … con un semplice gesto d’amore… che forse avrebbe voluto fare allora…quando era un “lampadario”…

I dettagli: nel libro si raccontano le persone, con i loro oggetti ed i tic quotidiani, si racconta di un quartiere che ricrea in noi immagini conosciute, non c’è casa migliore di un luogo carico di memoria, capace di ospitare ricordi passati proiettandoli nel presente e … facendoli nostri, ci regalano stimoli e turbamento…

Provare a ricongiungere i pezzi di una vita è sempre qualcosa che un po’ imbarazza e un po’ disorienta… ma lo scrittore con questo libro si è messo a nudo e ne è uscito vincitore.

Elena Simonetti

Un po’ dell’autore:

Gianlivio Fasciano è nato in Molise, a Termoli, nel 1974. Grazie allo sport ha girato l’Italia. E’ arrivato a Napoli dove vive da 20 anni.  Oggi è un Avvocato Lavorista. Ha scritto un primo romanzo nel 2014 dal titolo “La vite e la vela”, ricevendo la menzione d’onore nel Premio Letterario Alberoandronico (Roma Aprile 2015). Con il racconto “Tempo? Sì grazie. Due cucchiaini, abbondanti”, ha vinto il premio “Città di Grottammare” (Maggio 2015) rappresentato in forma rivisitata da ”Teatro in Scatola”a Roma.

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