Casa di Rosanna, così le donne vessate saranno reinserite nel mondo del lavoro


Prevenzione, affrontare le cause, fornire soluzioni. Questi gli intenti prefissati da “Casa di Rosanna”, centro per le donne vittime di violenze, per quelle che vivono in situazioni di forte disagio sociale o familiare e per le ragazze-madri. Corsi professionali per favorire il reinserimento nel mondo del lavoro e nella società, e campagne di sensibilizzazione su tematiche quali l’aborto e la violenza domestica le armi principali che ha deciso di adottare l’associazione ercolanese per perseguire tali scopi.

A dichiararlo apertamente, nel corso della conferenza stampa svoltasi ieri pomeriggio presso la sede di “Casa di Rosanna”, la parrocchia del S.S. Salvatore di Ercolano, l’ideatore del progetto che ha visto la luce già cento giorni fa, il dott. Antonio Piccolo: «Lo scopo che ci siamo prefissati sin da quando siamo partiti per questa impegnativa avventura è stato sempre quello di dare un aiuto concreto a coloro che si trovano in uno stato di sofferenza provocato da un disagio che li allontana da una condizione di benessere, quella sofferenza che non è condivisa e nemmeno considerata condivisibile».

Un aiuto che parte dal tentativo di ridare fiducia e dignità alle donne svilite del loro ruolo e delle loro qualità attraverso l’acquisizione di nuove professionalità che le incoraggino a rimettersi nuovamente in gioco all’interno della società e del mondo del lavoro. Per questo da febbraio “Casa di Rosanna” darà il via a due corsi: un base di barman (a numero chiuso), promosso dall’A.I.B.M. Project, e della durata di 13 lezioni (3 ore l’una) e un corso base per il volontario socio-sanitario (aperto a tutti), promosso dall’O.A.R.I. in collaborazione con l’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano. «Tutto ciò – spiega il dott. Antonio Piccolo – nel tentativo di innescare circuiti virtuosi nel percorso di aiuto. Un welfare non più come spesa a perdere, ma cercando invece di rendere produttivo il plusvalore sociale, creando crescita nel soggetto beneficiario, in un’ottica sicuramente attiva e non come semplice fruitore passivo di una formazione assunta».

“Casa di Rosanna”, però, è fortemente impegnata anche contro l’aborto e a favore del “sì alla vita” che sarà celebrato domenica 5 febbraio a livello nazionale e in occasione del quale – dal 27 gennaio all’8 marzo – il centro ercolanese ha già stilato una serie di appuntamenti tesi a sensibilizzare la cittadinanza vesuviana sul tema. Anche se un’azione più concreta è già stata messa in pratica con successo in almeno cinque casi, uno dei quali raccontato in chiusura da Piccolo: «Alessandra è una 23enne ucraina giunta in Italia già maggiorenne e poco dopo divenuta madre di due bambini, di cui si prende cura assieme al suo convivente – senza lavoro fisso – ormai da cinque anni. L’attesa, quest’anno, di un terzo nuovo arrivo e le difficoltà economiche la inducono verso l’aborto, contro cui si schiera apertamente la suocera, aiuto finanziario in svariate occasioni. È proprio quest’ultima a contattare “Casa di Rosanna” che, dopo aver fatto comprendere alla giovane madre quale immenso dono si avere un figlio e che con la sua nascita ha diritto ad un assegno di mantenimento di 150 euro mensili per i primi due anni (più un contributo fornito dalla stessa associazione), la mette di fronte alla legge n. 76 del 20/05/2016: può partorire in anonimato, lasciando che il neonato venga affidato in adozione ad una coppia che ne faccia richiesta. Davanti a tale prospettiva, nonostante Alessandra sia già in clinica per abortire, decide di dare alla luce il pargolo e di tenerlo con sé».

Chiunque si trovi in simili condizioni o anche debba affrontare problematiche diverse può, dunque, contattare il centro al numero 3277891102.

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