TEATRO AUGUSTEO. LA STAGIONE TEATRALE 2016-2017


La stagione passata ha riscontrato un grande successo di pubblico, regalandoci pienoni continui, abbonati soddisfatti, applausi del pubblico che si assiepava all’uscita dei camerini per festeggiare gli artisti; con il prossimo cartellone affrontiamo l’impegno di superarci, per regalare ai nostri affezionati spettatori un nuovo anno di serate piacevoli. In ventiquattro anni di gestione l’Augusteo ha offerto tantissime emozioni, si è conquistato un vasto pubblico, e soprattutto è riuscito a non tradire mai le attese degli spettatori, per cui i nostri abbonati hanno preso ormai l’abitudine di confermare i loro posti ancor prima di conoscere il nuovo cartellone.

Offrire sempre una panoramica dei migliori spettacoli prodotti in Italia è una sfida difficile, ma riteniamo di aver raggiunto in pieno questo obiettivo anche per la stagione 2016-2017: attori di primissimo piano, autori e registi d’eccellenza, tutto ciò che può piacere a persone di buon gusto che chiedono di trascorrere serate gradevoli e interessanti, in un luogo accogliente e in buona compagnia.
DAL 21 OTTOBRE
Il debutto è affidato all’amico Enrico Montesano, che torna con un’opera particolarmente accattivante: “IL MARCHESE DEL GRILLO”. A Teatro la commedia musicale, tratta dalla sceneggiatura del film di Mario Monicelli del 1981, diventato ormai un vero e proprio “cult”, prendendo ispirazione da una figura storica realmente esistita, racconta la Roma papalina di inizio ‘800 attraverso la sottile ironia, il sarcasmo e il divertimento del Marchese Onofrio del Grillo, consegnando un grande Alberto Sordi alla storia della comicità di tutti i tempi. In questa versione teatrale musicale, un altro grande protagonista della scena italiana è chiamato a prestare tutta la propria verve e il proprio carisma al personaggio del Marchese del Grillo, segnando un’altra importante pagina della storia della commedia musicale italiana: il mattatore Enrico Montesano. Lo spettacolo, che vanta la firma registica di Massimo Romeo Piparo, ha avuto il suo prestigioso debutto assoluto al Teatro Sistina di Roma nel novembre 2015.
Agli inizi del XIX secolo, vive a Roma il Marchese Onofrio del Grillo, Guardia nobile di Papa Pio VII, trascorrendo le sue giornate nell’ozio più completo, frequentando bettole e osterie, coltivando relazioni amorose clandestine con popolane e tenendo un atteggiamento ribelle agli occhi della sua famiglia, bigotta e autoritaria. Le sue giornate trascorrono nell’organizzazione di innumerevoli scherzi e beffe dei quali risultano spesso vittime i popolani, altri nobili e la sua famiglia, oltre allo stesso Papa. Il suo edonismo senza remore e le sue provocazioni ingiuriose nei confronti di mendicanti, Papi e consanguinei, proseguono liberamente fino al giorno in cui Napoleone invade lo Stato Pontificio e i francesi entrano a Roma. L’incontro con una giovane e bellissima attrice, e l’amicizia con un giovane ufficiale francese, gli fanno per la prima volta pensare di poter abbandonare Roma per Parigi. La disfatta di Napoleone a Waterloo ristabilisce però le cose e il Marchese del Grillo fa il suo ritorno a Roma, dove ad accoglierlo trova un clima ostile e una minaccia di condanna a morte per il suo alto tradimento nei confronti del Papa. Per la prima volta però uno dei suoi terribili scherzi, la sostituzione di persona operata ai danni di un povero carbonaro ubriacone, consentirà al Marchese un onorevole riscatto con un finale a sorpresa.
DAL 4 NOVEMBRE
Siamo ai primi del ‘900, nel cuore della belle époque. Molti teatri di prosa chiudono perché la moda dell’epoca li rende ormai deserti. Qualcuno per seguirla viene trasformato in ritrovo di numeri ben più allegrotti. Due coppie di artisti ormai alla fame sono costretti, loro, detentori dell’antica arte della tragedia, a riciclarsi come vedette di café chantant. Una serie infinita di traversie e di avventure tutte da ridere li accompagna in quello che vuole soprattutto essere l’affresco d’un epoca edonistica e culturalmente in grande decadenza. Tato Russo riscrive e trasforma la commedia di Eduardo Scarpetta in un vaudeville, che è un tourbillon di trovate e di caratteri, e intorno al classico divertentissimo intreccio scarpettiano ci propone l’analisi critica di un periodo storico che, pur durando lo spazio di una meteora, fu denso di significati culturali e civili, chiudendo un secolo, l’800, e proponendone un altro: quello dell’opera moderna. Un mitico quindicennio che, pur apparendo come un’epoca di splendori, portava in sé un periodo di miseria e decadenza. Nel 1900 i teatri di prosa chiudevano per lasciare spazio al Café Chantant. Questa nuova forma di spettacolo metteva in crisi quello tradizionale, come accadrà qualche decennio più tardi con l’avvento del cinema e oggi con l’avvento del one man show da cabaret. I luoghi teatrali si trasformavano: chiudevano molti teatri storici, altri per sopravvivere erano costretti a modificare il repertorio. La vicenda dura un giorno, ma Tato Russo dilata lo spazio temporale di questa giornata, riferendola all’intero periodo di quel quindicennio, dalla nascita, allo splendore, alla miseria del café chantant: un lungo giorno in cui cambia la moda, il gusto, la maniera di pensare della gente. E se l’azione parte dalla crisi del teatro di prosa determinata dall’aggressione del café chantant, nel finale termina con quest’ultimo a sua volta stroncato dall’avvento del cinema. Intorno ai quattro protagonisti della storia si muove una miriade di personaggi, che oscillano tra tipi macchiette. Tato Russo ha impostato la commedia su questa folleggiante contrapposizione di stili recitativi e di drammaturgia. Da una parte il linguaggio di commedia che sarà di Eduardo, dall’altra quello da farsa che è tipico di Scarpetta. Da una parte Felice, personaggio nel vero senso della parola; dall’altra il mondo delle caricature, dei trucchi, delle esagerazioni. Tato Russo ripropone cosi in “GRAN CAFE’ CHANTANT” uno Scarpetta diverso, più vicino ai classici nel modo personale di fare teatro: ogni intuizione critica non si propone mai come fine a se stessa ma sottostà invece ad un piano organico di messa in scena, in cui ogni elemento concorre in giusta proporzione con tutti gli altri. Uno spettacolo ricco di trovate, di colori, di contenuti. Un vero fuoco di fila affidato alla grande bravura di tutti gli interpreti con alla testa Tato Russo.
DAL 18 NOVEMBRE
Uno spettacolo particolarmente vivace, questo interpretato da Nancy Brilli in “LA BISBETICA, la bisbetica domata di William Shakspeare messa alla prova”, con Matteo Cremon, Federico Pacifici, Gianluigi “Igi” Meggiorin, Gennaro Di Biase, Anna Vinci, Dario Merlini, Brenda Lodigiani, Stefano Annoni e, nel ruolo del Dr. Jolly, Valerio Santoro, con la regia di Cristina Pezzoli. Un classico senza tempo, ineguagliato capolavoro di William Shakespeare, in una rappresentazione travolgente e colorata da elementi popolari ed echi della commedia dell’arte.
Attraverso il gioco meta-teatrale la chiave registica sostituisce all’ubriacone ambulante Cristopher Sly di Shakespeare tutta la compagnia, facendola diventare il gruppo di attori che metterà in scena “La Bisbetica domata”. Tutta la vicenda sarà arricchita da una verve comica che guiderà in modo parallelo i destini degli attori della compagnia e dei personaggi della commedia. L’immediatezza del linguaggio musicale si sposerà perfettamente anche con i gusti anche di un pubblico di giovanissimi, in una messa in scena originale e di grande impatto visivo. Il poliedrico cast darà vita ad un doppio spettacolo in cui ciascuno sarà sia attore della compagnia che personaggio di Shakespeare. Una commedia nella commedia, divertente, ricca di colpi di scena e che, col sorriso, porta a riflettere sui rapporti uomo-donna, un’occasione unica per vivere l’allegria, l’ironia e lo stupore per cui la “Bisbetica Domata” è diventata un classico. Senza tradire mai la commedia originale di Shakespeare si darà vita ad una rivisitazione in grado di affascinare lo spettatore restituendo la contemporaneità di questo autore senza tempo. Il titolo dell’opera è noto quanto la trama: la vicenda ha per protagonisti una serie di personaggi che si districano in un frizzante
crogiuolo di equivoci e travestimenti. Ben nota per il suo carattere intrattabile, Caterina fatica a trovare pretendenti e quindi marito, a differenza della sorella minore Bianca, apparentemente dolce e mansueta, bramata da Gremio e Ortensio. Il padre delle ragazze, il nobile e avido Battista, decide dunque che nessun uomo avrà la più giovane finché la primogenita non si sarà accasata. Così gli zelanti corteggiatori fanno combutta e convincono il veronese Petruccio a chiedere in moglie Caterina, incoraggiandolo con la prospettiva della dote.
DAL 9 DICEMBRE
Il titolo “CABARET” è famosissimo, grazie all’omonimo film del 1972 che consacrò Liza Minnelli come un’autentica star e icona del film musicale; numerose sono state le edizioni del musical in tutto il mondo, tra cui, negli ultimi anni, è memorabile la versione di Sam Mendes. Nella Berlino dei primi anni ’30, prima dell’ascesa del III Reich, il giovane romanziere americano Cliff (Mauro Simone) è a Berlino in cerca di ispirazione; nel trasgressivo Kit Kat Klub, incontra Sally Bowles (Giulia Ottonello) e tra i due inizia una relazione tempestosa. Sullo sfondo dell’avvento del nazismo, si intrecciano le storie di altri personaggi (Altea Russo/Fräulein Schneider, Michele Renzullo/Herr Schultz, Valentina Gullace/ Fräulein Kost). Neanche l’ambiguo e stravagante Maestro di Cerimonie del Kit Kat Klub – nel ruolo troveremo Giampiero Ingrassia, un gradito ritorno dopo il grandissimo successo di “Frankenstein Junior” e “Taxi a due piazze” – riuscirà a far dimenticare al pubblico che sulla Germania, e sulle loro vite, sta per abbattersi la furia hitleriana. «Un “Cabaret” come voglio io, completamente differente dalla prime due edizioni»
dice il regista Saverio Marconi, «una lettura molto più dura, con alcuni momenti di teatro nel teatro. Molto più attuale, dunque, costringerà gli spettatori a mettersi di fronte alla tendenza di oggi a
lamentarsi, senza però mai affrontare davvero la realtà. Quel “chissenefrega” che in “Cabaret” dà modo al nazismo di insinuarsi e di affermarsi». Il testo di Joe Masteroff, basato sulla commedia di
John Van Druten e sui racconti di Christopher Isherwood, con le musiche di John Kander e le liriche Fred Ebb, è un classico del teatro musicale, e vanta una colonna sonora straordinaria, a diritto
entrata nel patrimonio dei musical grazie a brani intramontabili come “Mein Herr”, “Money Money”, “Maybe This Time” (Questa volta) e “Life is a cabaret” (La vita è un cabaret), interpretati in questa nuova edizione dalla strepitosa voce di Giulia Ottonello.
DAL 20 DICEMBRE
Un antico proverbio osserva che “per quanto un albero possa diventare alto, le sue foglie, cadendo, torneranno sempre alle radici”. L’ultimo album in uscita a fine ottobre 2016 di Sal Da Vinci
esplorerà i temi più cari all’artista da un punto di vista nuovo: infatti l’album vede la partecipazione di grandi autori della canzone italiana. “UnItalianodiNapoli” è anche il nome della nuova commedia musicale che ha ideato: una riflessione sulla nostra identità di napoletani, di italiani, di cittadini della Repubblica dei Sentimenti. Che poi in fondo, nei sentimenti la sua canzone ha sempre abitato, proprio lì, tra passione e sentimento. Affiancato da una variegata compagnia fatta di attori, fantasisti, acrobati, un trascinante corpo di ballo e un’orchestra dal vivo composta da 6 elementi, Sal racconta la sua versione dei fatti: fra i brani dell’ultimo album e immarcescibili pezzi della sua storica produzione musicale, senza tralasciare sorprendenti incursioni nel repertorio vecchio e nuovo della musica italiana. Ogni passaggio è lo spunto per una riflessione, un aneddoto, uno sketch; ogni canzone la tessera di un affascinante puzzle che diventa specchio della nostra anima, i nostri pensieri, le nostre emozioni. Uno spettacolo con la regia di Alessandro Siani che diverte grazie ai guizzi comici di Davide Marotta e Lello Radice, che affascina, commuove e fa riflettere. Un viaggio suggestivo e incantato che, grazie alla prodigiosa voce di Sal Da Vinci, fa vibrare ancora una volta le corde del cuore. C’è un mondo dove la poesia e la musica si incontrano: il teatro! Un luogo vibrante e coinvolgente, le sue strade sono vissute da abitanti magici e surreali…le piazze ricche di saltimbanchi acrobati e voci della luna…e poi i vicoli stretti con muri antichi che si aprono verso il mare ossia verso I infinito. In questo infinito si alterneranno le note, le canzoni e i racconti del protagonista ed ideatore Sai Da Vinci. Un italiano di Napoli che attraverso la sua musica ci trascinerà verso un mondo più vero, senza pregiudizi nè differenze, perchè in fondo sono le differenze a renderci speciali. L’Italia non é uno stivale, ma un essere umano.Je città sono gli organi vitali. Milano potrebbe essere il cervello…Roma l’anima e Napoli il cuore, ma tutto è nelle mani del pubblico. Si nelle mani, perché saranno i vostri applausi, i vostri silenzi e le vostre risate a decretare se per due ore avete vissuto una favola o per una volta e dico una volta, la realtà di questo pazzo paese può essere meravigliosa ad occhi aperti! Alessandro Siani. Sal da Vinci sarà con noi durante tutte le feste di Natale, e insieme a lui saluteremo il nuovo anno con l’abituale spettacolo notturno del 1 gennaio.
DAL 20 GENNAIO
Dopo lo straordinario successo avuto con “Quando la moglie è in vacanza”, che in due stagioni di programmazione ha registrato il tutto esaurito nei teatri che lo hanno ospitato, Massimo Ghini ha deciso di misurarsi con la travolgente comicità di un testo mai rappresentato in Italia, di cui cura anche la regia. L’autore di “UN’ORA DI TRANQUILLITÀ” è Florian Zeller, uno dei più apprezzati drammaturghi francesi contemporanei, che ha curato anche la sceneggiatura del film omonimo. Si tratta di una commedia moderna, moderna brillante e divertente, grazie al meccanismo del vaudeville giocato tra equivoci e battute esilaranti; è una macchina drammaturgicamente perfetta e geniale inventata da questo scrittore. In Francia questa spettacolo è stato il successo della stagione teatrale, l’hanno definita una spassosa, intelligente e geniale operazione da non perdere. Il meccanismo della comicità presente nel testo consente di non dover ricorrere a imponenti adattamenti, anzi è proprio nel meccanismo utilizzato nella scrittura che si poggia la forza di questa commedia brillante, i personaggi hanno ciascuno un ruolo fondamentale nella vicenda, è come se fossero loro stessi gli ingranaggi che mettono in moto la macchina della risata già dalle prime battute del testo. Si tratta di un’opera corale dove ogni attore deve legare la propria arte agli altri. Il personaggio centrale di UN’ORA DI TRANQUILLITÀ è un uomo che cerca disperatamente un momento di solitudine e serenità. E’ riuscito a rintracciare e acquistare un vecchio disco in vinile da un rigattiere, ma mentre cerca di trovare il modo per dedicarsi a questo cimelio tutta una serie di eventi e personaggi lo interrompono, a cominciare dalla moglie che gli deve parlare di cose importanti del loro rapporto; al vicino di casa che lamenta disastri nella sua abitazione a causa dei lavori che sta facendo nel bagno e che con questa scusa irrompe nell’abitazione del protagonista proprio mentre sta cercando di ascoltare il suo disco; ad un improbabile idraulico che invece di riparare i guasti provoca ulteriori disastri; e come se non bastasse a questi si aggiungono ad altri amici, amanti e figli che irrompono sulla scena ignari e inconsapevoli di rendere impossibile al povero proprietario del disco di godersi solo un’ora di tranquillità. Senza poterlo minimamente prevedere verranno alla luce vecchi amori, tradimenti, bugie, il tutto tenuto sempre sotto perfetto controllo e che invece irrompe con la genuinità del non programmato. Il tempo di pace è praticamente un sogno irraggiungibile fino al momento in cui tutto si ferma e il disco viene finalmente preso per essere ascoltato. L’abilità di Florian Zeller non è solo l’arte di gestire gli incidenti in un vortice in cui le collisioni sono inevitabili, lo fa brillantemente e con un gusto che amplifica il divertimento. Lo spettatore è invitato e sollecitato a conoscere la verità ma continua ad avere ben presente l’impossibilità di riuscire a sistemare la cose, perché ci sono troppe varianti che interferiscono con quello che sembrava un banale progetto per trascorrere un po’di tempo, anzi solo un’ora di tranquillità…
DAL 3 FEBBRAIO
Unico, travolgente… Divino! Tratto dall’omonimo film del ’92 che consacrò Whoopi Goldberg nell’indimenticabile ruolo di Deloris, “una svitata in abito da suora”. Alessandro Longobardi, dopo il successo ottenuto con “RAPUNZEL – il Musical”, avvia questo nuovo progetto firmato da Viola Produzioni in collaborazione con la Compagnia della Rancia, per realizzare uno degli spettacoli più attesi della stagione, già grande successo a Broadway. “SISTER ACT” è un invito alla gioia, al divertimento, all’allegria.
Venticinque gli splendidi brani musicali scritti dal premio Oscar Alan Menken, che spaziano dalle atmosfere soul, funky e disco anni ’70, alle ballate pop in puro stile Broadway, in cui si innestano cori Gospel e armonie polifoniche. Il testo e le liriche tradotti da Franco Travaglio coinvolgono il pubblico in una storia dinamica, incalzante e divertente tra gangster e novizie, inseguimenti, colpi di scena, rosari, paillettes, con un finale davvero elettrizzante. Lo spettacolo è diretto da Saverio Marconi, coadiuvato da un team artistico composto da Stefano Brondi (direttore musicale), Rita Pivano (coreografa), Gabriele Moreschi (scenografo), Carlo Buttò (direttore di produzione), Carla Accoramboni (costumista), Valerio Tiberi (disegno luci) e Emanuele Carlucci (disegno suono).
Il ruolo di Deloris (ovvero “Suor Maria Claretta”), il ciclone che travolgerà la tranquilla vita del convento, è affidato alla madrilena Belìa Martin, già applauditissima protagonista dell’edizione spagnola del musical. “L’ho vista in scena a Barcellona – dice Alessandro Longobardi – mi ha stregato con la sua interpretazione e la sua voce nera, calda, in stile gospel. Ha una grande energia, è una ragazza semplice ma di enorme talento; l’ho incontrata fuori dai camerini e invitata a partecipare alle audizioni a Roma, dove Saverio Marconi senza esitazione ha detto: ‘Belìa è perfetta nel ruolo, è lei la nostra Deloris”. Il noto attore e conduttore televisivo Pino Strabioli, dopo il successo ottenuto con il programma “E lasciatemi divertire” su Rai 3 con Paolo Poli, e i recenti successi teatrali (“WikiPiera” con Piera Degli Esposti e “L’abito sposa”), per la prima volta affronterà il musical nel ruolo di Monsignor O’Hara.
Tra gli artisti c’è anche una “special guest”: Suor Cristina abbraccia l’esperienza del grande musical nel ruolo di Suor Maria Roberta.
Insieme a loro, performer di grande esperienza come Francesca Taverni (“Cats”, “Mamma mia”, “Next to Normal”, “A Chorus Line”), una voce con inclinazioni rock molto amata nel panorama del musical italiano, nel ruolo della Madre Superiora; Felice Casciano (“Pinocchio”, “Frankenstein Junior”, “La piccola bottega degli orrori”, “A qualcuno piace caldo”) nel ruolo di Curtis il gangster con la sua voce calda, profonda in puro stile Barry White, e nuovi talenti come l’ esordiente Marco Trespioli che ha conquistato con la sua voce tenorile il ruolo del Commissario Eddie.
DAL 17 FEBBRAIO
“TROPPO NAPOLETANO” è stato un particolare fenomeno cinematografico. Una coproduzione di Alessandro Siani e Cattleya ed è stato percepito da molti come un film piccolo ma dalle grandi emozioni. Una storia semplice che racconta le differenze che ci possono essere nella stessa città tra due zone meravigliose: il Rione Sanità e il quartiere di Posillipo. Sarà proprio l’amore tra uno scugnizzo e una posillipina a far emergere i contrasti, ma soprattutto le tradizioni, le speranze ed i sentimenti che hanno lo stesso sapore per chi è nato a Napoli. Con questo carico di emozioni, Troppo Napoletano sbarca a teatro, ma in una versione che si dirige tra la commedia ed il musical.
Un cast rinnovato, ma con Gennaro Guazzo, giovane protagonista, a trascinare il pubblico dal cinema alle tavole del palcoscenico. La regia è affidata a Gianluca Ansanelli, le scene a Roberto Crea, le coreografie a Mommo e Marcello Sacchetta, la realizzazione scene ai F.lli Giustiniani.
Musiche scritte da Bosnia e Gallo, le canzoni e la supervisione artistica sono firmate Alessandro Siani, la produzione è di Buonaluna Srl.
DAL 3 MARZO
In questo momento Serena Autieri è l’attrice più amata dagli spettatori. La sua bellezza, la sua grazia, la sua voce, la sua innata signorilità, ne fanno decisamente una numero uno dello spettacolo
teatrale; nella passata stagione ha conquistato migliaia di fans che l’hanno applaudita in “Vacanze romane” nel ruolo della principessa Anna, vittima dell’etichetta di corte. Tutti i nostri abbonati hanno chiesto di riaverla in cartellone col suo nuovo spettacolo, e torna quindi all’Augusteo interpretando un’altra principessa, questa volta realmente esistita: “LADY DIANA”. Ci racconta la vita della ventenne che sposò il futuro re d’Inghilterra, convinta di vivere una favola, e finì invece lasciando i due figli bambini. Nessuno come Serena Autieri poteva interpretare, per classe e somiglianza fisica, quella che oggi è un mito. A lei dedicherà canzoni famosissime, indossando abiti elegantissimi e gioielli, ricordandoci la sfortunata fanciulla che aveva sposato il principe…
DAL 19 MAGGIO
Il ritorno di Massimo Ranieri, con una nuova versione delle sue grandi performances musicali, in cui recita, canta e balla, è la giusta conclusione di una cartellone così ricco di eventi. L’artista negli ultimi anni si è esibito in tante prove teatrali, cinematografiche e televisive di straordinario successo, donando a migliaia di fans le sue interpretazioni sempre più emozionanti per la sua magica capacità di passare dal dramma alla macchietta, dalla canzoncina al balletto.

• In settembre, per ricordare la Piedigrotta, lo spettacolo musicale ideato da Leonardo Ippolito, “BENTORNATA PIEDIGROTTA” che riporta il pubblico al mondo delle canzone classica napoletana, così com’era uso ogni anno, fino all’arrivo della musica americana. Canzoni, balletti, tutti improntati allo spirito classico napoletano, e attirerà certo tanti turisti che a Napoli cercano una cultura tipica oggi inesistente. Condurrà Teresa Ciardi, canteranno e balleranno giovani artisti della nostra città.
• In settembre è in programma “LA CAGE AUX FOLLES” di Jean Poiret, da cui fu tratto il film “Il vizietto”, messo in scena dalla compagnia Senza nulla a pretendere, vincitrice della VI Rassegna di teatro amatoriale. Lo spettacolo, che è offerto dal Teatro Augusteo agli abbonati della stagione 2015-2016, andrà in vendita anche per il pubblico non abbonato.
• Tre giorni di rassegna rock Per i giovani e non più giovani cresciuti all’ombra del rock.
• Anche gli spettacoli fuori cartellone sono interessanti e vari: abbiamo cercato di soddisfare tante richieste diverse del pubblico, volendo accontentare i nostri spettatori dai gusti differenti. In settembre, per i piccoli, proponiamo “MASHA E ORSO”, la favola con i personaggi del folklore russo che intenerisce nel famoso cartone animato. Finalmente approdano a Teatro con un divertentissimo spettacolo live, che vedrà come protagonisti Masha, Orso e tutti i personaggi principali della serie. Anche lo spettacolo live si pone come obiettivo principale il racconto, farcito da tanta tenerezza e tanta simpatia, delle avventure tra la piccola e dispettosa protagonista Masha e il suo grande amico saggio e paziente, Orso.
• Torna come sempre, dopo la serata inaugurale al San Carlo, ARTECINEMA, la rassegna di arte moderna che attira un pubblico di appassionati, di professori e di studenti, Dal 16 al 18 ottobre, come ormai è tradizione, la nuova edizione di Artecinema, il Festival Internazionale di Film sull’Arte contemporanea. Dopo l’inaugurazione il 15 al Teatro di San Carlo, si prosegue all’Augusteo con gli interventi dei maggiori artisti in traduzione simultanea, e l’evento richiama un pubblico altamente qualificato di professori, studenti ed appassionati di ogni Paese.
• Dopo aver collezionato sold out in tutto il mondo, torna in Italia il RED BULL FLYING BACH. Protagonisti assoluti di questo show unico, che fonde breakdance e musica classica sono la crew berlinese Flying Steps, quattro volte campione del mondo di breakdance e la ballerina classica Virginia Tomarchio, tra le trionfatrici di Amici 2014. Con la direzione artistica di Vartan Bassil e Christoph Hagel, i ballerini hanno dimostrato che la breakdance e
la musica del celebre compositore tedesco Johann Sebastian Bach possono fondersi perfettamente.

• Per le migliaia di suoi fan torna da noi Peppino di Capri, il divo internazionale che tanto amiamo tutti, e che rappresenta il cantante che ha accompagnato tutta la nostra vita. Con “UNA MUSICA INFINITA” ci accompagnerà in un viaggio musicale ricchissimo.
• Dal 6 dicembre sarà all’Augusteo Giuseppe Fiorello, che propone un suo grande successo: con “VOLARE” l’artista ha girato tutta l’Italia riscuotendo applausi ogni sera, e anche i nostri spettatori hanno chiesto di battergli le mani.
• Dal 16 marzo Enrico Brignano porta da noi un nuovo spettacolo, dopo aver raccolto per due stagioni un trionfo al Teatro Augusteo con “Evolushow”.

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