Nasce Natavot, la birra napoletana firmata KBirr


Dopo il tesoro, San Gennaro ora ha anche la sua birra! Si chiama Natavot, (in riferimento all’espressione “un’altra volta” per ricordare il ripetersi del miracolo dell’amato santo).

La nuova bionda di casa KBirr, il microbirrificio campano nato da un’idea di Fabio Ditto, è stata battezzata ieri, martedì 5 luglio, alla presenza di ospiti, stampa e operatori, nelle scuderie di Palazzo Sansevero, nell’antro-atelier dell’artista Lello Esposito, in piazza San Domenico Maggiore. La spumeggiante bionda di KBirr, che ha subito conquistato i palati dei suoi assaggiatori per il suo sapore corposo,  è la prima birra cento per cento napoletana, fatta con metodo artigianale, non filtrata e non pastorizzata.

La location della presentazione, ricca di suggestioni, ha consentito agli invitati di sorseggiare la nuova bionda ammirando le opere del fine artista. ”Non poteva esserci luogo migliore per il battesimo di Natavot – ha dichiarato Fabio Ditto, artefice della nuova birra – la bionda artigianale nata dalla passione di un napoletano, che in etichetta porta l’immagine stilizzata di San Gennaro”. Tra enormi tele, gigantesche sculture del santo patrono della città ed altre opere, la degustazione di Natavot viene accompagnata dagli assaggi napoletani degli chef stellati Marianna Vitale di Sud Ristorante e Lino Scarallo di Palazzo Petrucci che per l’occasione hanno preparato parmigiana di melanzane e ostriche con assaggio di friarielli.

Festosa nel linguaggio, rigorosa nel metodo di produzione, Kbirr (da Caspita che birra!) è un progetto tutto napoletano nato da un’idea di Fabio Ditto, imprenditore e fine conoscitore dell’universo birra, general manager di Loco for Drink, azienda leader in Campania nel settore della distribuzione e importazione della birra di alta gamma.

Dopo un attento studio e varie “cotte” condotte con il maestro birraio Achille Certezza del micro birrificio Chiari Sas, Ditto trova la ricetta perfetta e dà corpo al suo sogno: creare una birra di qualità in Campania rigorosamente artigianale.

In produzione ci sono tre tipologie per un ampio ventaglio gustativo: Lager, Scotch ale, Imperial Stout. Per ciascuna Ditto ha voluto un nome che fosse  un’espressione tipica napoletana senza tuttavia incorrere nel dialetto tout court. Dopo la Natavot sarà la volta di Jattura (in etichetta è rappresentato un corno scaramantico) e quindi di Paliat, una Imperial Stout con in etichetta un mastino napoletano.

Perché il nome Kbirr? E’ proprio il caso di dire : Caspita che birra!

Nessun Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

diciannove − 1 =

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Precedente Firmato il protocollo d’intesa tra il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop e la Reggia di Caserta
Successiva PARTE IL SERVIZIO NINEBOT TOUR NEL CENTRO STORICO DI NAPOLI E SUL LUNGOMARE

Articoli Suggeriti

OGGI IN TAVOLA: FIORI IN PASTELLA NUVOLA

Segno Pittura Scultura, Silvio Vigliaturo in mostra

PARTENZA DA RECORD PER VITIGNOITALIA 2016

L’AMORE E’: ARRIVA LA XI EDIZIONE LILT NAPOLI

Mariglianella: Nel 70° Anniversario dei Battenti la Visita della Madonna dell’Arco

Quarto appuntamento del ciclo di incontri “Prospettive Contemporanee”