In Cina e in Francia, successo delle mostre internazionali che vedono un ruolo di primo piano di Venezia e della Fondazione MUVE


Due importanti progetti espositivi internazionali, inaugurati nei giorni scorsi, vedono protagonista la Fondazione Musei Civici di Venezia, a conferma dell’impegno dell’istituzione lagunare nella valorizzazione e nella promozione del patrimonio e dell’arte veneziana all’estero.
In evidenza il ruolo scientifico riconosciuto al grande museo di Venezia.

I capolavori della pittura veneziana tra XV e XVIII secolo sono al centro della grande mostra “Glory of light and colour. Four centuries of venetian paintings” (“Gloria di Luce e Colore – Quattro secoli di pittura a Venezia)”, realizzata in collaborazione tra il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il Comune di Venezia e la Fondazione Musei Civici di Venezia.
La mostra è ospitata a Pechino, al Museo Nazionale di Cina di Piazza Tienanmen, dal 24 marzo al 20 ottobre 2016.

Le prime immagini giunte dalla Cina mostrano lo splendore dell’esposizione che sta infatti riscontrando un enorme successo fin dai primi giorni d’apertura.
La mostra ha potuto contare sulla direzione scientifica della Fondazione Musei Civici di Venezia e in particolare del conservatore del Museo Correr Andrea Bellieni: dalle collezioni MUVE provengono una quarantina di capolavori tra gli ottanta complessivamente esposti grazie alla collaborazione del Comune di Venezia e del suo sindaco Luigi Brugnaro, che ha voluto con questo progetto affermare il valore dell’arte veneziana nel mondo.

Al Musée d’Orsay di Parigi invece, sempre in partnership con la Fondazione Muve e con la curatela scientifica di Gabriella Belli e Guy Cogeval, si è aperta la seconda tappa dedicata al Doganiere Rousseau e alla sua “innocenza arcaica” (dal 22 marzo al 17 luglio).
Dopo la rassegna veneziana ideata e realizzata con successo l’anno scorso a Palazzo Ducale, le novità interpretative e il rinnovato taglio espositivo della mostra parigina hanno destato grande interesse nella comunità scientifica e nel pubblico.

“Credo che l’immagine assolutamente positiva di Venezia, che questi eventi internazionali sanno trasmettere al mondo, possa essere importante per il futuro della città e la crescita dei suoi musei” ha dichiarato Mariacristiana Gribaudi, Presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia. “Sono eventi che ci vedono impegnati con professionalità e competenza e che mostrano la bellezza e l’eccezionalità del patrimonio conservato nelle nostre sedi museali, anime diverse e tutte da scoprire, dello straordinario museo veneziano, che può dialogare alla pari con importanti istituzioni internazionali e che vanta una tradizione di studi e ricerca di altissimo livello”.

GLORY OF LIGHT AND COLOUR
Four centuries of venetian paintings
Pechino, Museo Nazionale di Cina – Piazza Tienanmen
24 marzo – 20 ottobre 2016
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Realizzata in partnership tra il Mibact, con la sua Direzione Generale Musei, il Comune di Venezia e la Fondazione Musei Civici di Venezia, la mostra dà avvio alla terza fase del progetto ”Spazio Italia – Piazza Tienanmen, Pechino”, che si realizza nell’ambito della collaborazione bilaterale perfezionata con il Memorandum d’intesa “Italia-Cina” (sottoscritto il 7 ottobre 2010), per la promozione del patrimonio culturale dei due paesi attraverso specifici progetti espositivi e mediante la messa a disposizione di entrambi i partner di spazi museali permanenti ubicati nelle rispettive capitali.

Inauguratasi nei giorni scorsi a Pechino presso il Museo Nazionale di Cina, situato nella celebre piazza di Tienanmen – che, grazie all’accordo sopracitato, ha riservato uno spazio interamente dedicato all’arte e alla cultura italiane, dando luogo al “Museo Italia Piazza Tienanmen”, primo esempio di rilievo di uno spazio italiano permanente all’estero – la mostra si pone come completamento ideale delle due precedenti esposizioni dedicate a “Il Rinascimento a Firenze: capolavori e protagonisti” e a “Roma/Seicento. Verso il Barocco”, entrambe contrassegnate da un ampio consenso di pubblico cinese.

Attraverso un’ampia selezione di opere in gran parte ascrivibili ai grandi Maestri dell’arte veneta, pagine importanti dell’arte europea affermatasi a Venezia tra il Quattrocento e il Settecento, nella mostra va in scena la fascinosa narrazione del “mito” senza tempo di Venezia, in particolare quella segreta alchimia di luce e colore che si è prodotta nella pittura veneziana tra Rinascimento e Illuminismo, quando la città lagunare era da tutti conosciuta con l’evocativa “denominazione” di Repubblica Serenissima.

In questo periodo storico irripetibile, contraddistinto da un governo autorevole e dal riconosciuto prestigio internazionale, nella città lagunare fiorirono sentimenti di pace e armonia imperturbabili, di piena ricchezza economica e intellettuale, così come di perfetta conciliazione delle umane aspirazioni, materiali e dello spirito, che trovarono fedelissima espressione nella pittura, quasi che gli artisti veneziani possedessero la straordinaria abilità di “condensare” e racchiudere nella propria opera l’essenza stessa di una città senza eguali.

Qui operarono Giovanni Bellini e Carpaccio, Giorgione e Tiziano, Veronese e Tintoretto, e ancora, Pietro Longhi e Giambattista Tiepolo, Canaletto, Francesco Guardi e i grandi vedutisti, artisti che, unitamente agli altri esponenti veneziani, hanno rielaborato e connotato in senso profondamente originale la lezione che veniva del Rinascimento fiorentino, fissando per sempre il “mito di Venezia”.

Il progetto scientifico è a cura Andrea Bellieni, con la collaborazione di Alberto Craievich, ed è coordinato in Cina dalla società Mondomostre. L’esposizione presenta settantasette opere provenienti da alcune tra le più importanti istituzioni museali nazionali, quali la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Museo Nazionale di Palazzo Venezia, la Galleria Spada, l’Accademia Nazionale di San Luca, i Musei Capitolini di Roma, le Gallerie dell’Accademia di Venezia e i Musei Civici della città lagunare, dalle cui collezioni – Palazzo Ducale, Museo Correr e Ca’ Rezzonico – provengono ben 37 opere.

La mostra è accompagnata da un catalogo con saggi di Andrea Bellieni e schede di Maria Acanfora, Sabina Collodel, Alberto Craievich, Paolo Delorenzi, Fausta Navarro, Fabio Porzio. Il catalogo è arricchito dalla ristampa di un bellissimo saggio sulla pittura veneziana scritto alcuni anni fa da Filippo Pedrocco.

LE DOUANIER ROUSSEAU
L’INNOCENCE ARCHAÏQUE
Parigi, Musée d’Orsay
22 marzo – 17 luglio 2016

Dopo la rassegna ospitata lo scorso anno al Palazzo Ducale di Venezia, da pochi giorni al Musée d’Orsay di Parigi si è aperta con grande successo la seconda tappa dedicata al Doganiere Rousseau, pittore unico nella storia dell’arte europea.

L’esposizione, che sta registrando un grande riscontro di pubblico, con oltre cinquemila visitatori al giorno, è stata realizzata grazie alla collaborazione del Musée d’Orsay e de l’Orangerie e della Fondazione Muve, in particolare di Guy Cogeval, direttore del museo francese, e Gabriella Belli, direttore della Fondazione veneziana, commissari dell’esposizione.
La mostra, a cura di Beatrice Avanzi e Claire Bernardi, con l’allestimento di Daniela Ferretti, è stata appositamente pensata per le sale del grande museo d’oltralpe, mirando a valorizzare e riscoprire l’opera di un pittore inusuale ma di fondamentale importanza per la storia dell’arte del XX secolo.

Se a Venezia la mostra aveva sorpreso per la sua ricchezza e particolarità, testimoniando come l’opera del “Doganiere” fosse stata scoperta e interpretata dalle avanguardie nei primi decenni del ‘900 – andando ben oltre la semplice celebrazione della sua “innocenza” – la rassegna parigina mira ad enfatizzare ulteriormente questi aspetti, avvalendosi di un corpus di opere maggiore (una ventina in più rispetto a Venezia), grazie anche in questo caso alla collaborazione con i grandi musei internazionali e ad un allestimento che predilige focalizzare l’attenzione sulla peculiarità e tipologia dei dipinti – ritratti, nature morte, paesaggi, allegorie e giungle – senza legarli necessariamente alla maestosità dei contesti architettonici e decorativi.

I capolavori di Rousseau si trovano a dialogare con quelli provenienti delle più importanti istituzioni internazionali, tra cui il MOMA, la Fondazione Beyeler e anche la Fondazione Muve, che dal Museo Correr fa giungere il Ritratto di uomo con berretto rossoattribuito a Vittore Carpaccio: un’opera che, insieme a quelle di altri maestri antichi, è posta appropriatamente all’inizio dell’esposizione, proponendosi quale termine di confronto per lavori come Io-ritratto-paesaggio e Ritratto del Signor X, realizzati da colui che si autodefinì l’inventore del genere del “ritratto-paesaggio”.

Le opere esposte in dialogo con quelle del Doganiere, opere di Seurat, Delaunay, Kandinskij, Gauguin, Picasso, Carrà, Rivera, Ernst, e molti altri ancora, contribuiscono a far piena luce sulla “matassa” dei legami e dei riferimenti intessuti attorno alla figura di Rousseau, pioniere di un nuovo approccio alla modernità.

La mostra è accompagnata da un catalogo realizzato con la curatela scientifica di Guy Cogeval, direttore del Musée D’Orsay di Parigi, e di Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia.

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