All’istituto comprensivo “Don Milani – Dorso” la presentazione del libro “Io, morto per dovere”


Domani alle 10, nella sala teatro di cupa San Michele dell’istituto comprensivo “Don Milani – Dorso” guidato dalla dirigente Adele Pirone, sarà presentato il libro “Io morto per dovere”, che racconta la storia del poliziotto Roberto Mancini, recentemente oggetto di una fiction Rai con Beppe Fiorello

Saranno presenti la madre ed il fratello di Mancini, oltre agli autori del libro Luca Ferrari e Nello Trocchia, che interloquiranno con gli studenti della scuola. Sono stati invitati a partecipare anche il sindaco Giorgio Zinno e l’assessore alla sicurezza Ciro Sarno. L’iniziativa si svolgerà all’interno del progetto legalità, tutela ambiente e salute promosso dalla scuola.

Il libro, edito da Chiarelettere, racconta la storia di un uomo sapeva già tutto del disastro ambientale nella cosiddetta Terra dei fuochi. Vent’anni fa conosceva nomi e trame di un sistema criminale composto da una cricca affaristica in combutta con la feccia peggiore della malavita organizzata e con le eminenze grigie della massoneria. Aveva scritto un’informativa rimasta per anni chiusa in un cassetto e ritenuta non degna di approfondimenti, ha continuato il suo impegno depositando, nell’ultimo periodo della sua vita, un’altra informativa. Quest’uomo si chiamava Roberto Mancini, è morto il 30 aprile 2014, ucciso da un cancro. Sarà riconosciuto dal Ministero dell’Interno come “vittima del dovere”. Un giovane poliziotto cresciuto tra le fila della sinistra extraparlamentare negli anni confusi e violenti della contestazione. Manifestazioni, picchetti, scontri di piazza, poi la scelta della divisa, per molti incomprensibile e spiazzante, per Mancini del tutto naturale. Una grande storia di passione, impegno e coraggio. Il libro finalmente la racconta tessendo insieme con delicatezza e profondità le testimonianze dei colleghi e della famiglia (la moglie Monika, che ha collaborato alla stesura, la figlia Alessia, che aveva tredici anni quando il papà è morto), i documenti, oltre dieci anni di lavoro alla Criminalpol e la voce stessa di Mancini, che restituisce la sua verità e tutto il senso della sua battaglia umana e professionale. Una storia chiusa per anni nel silenzio e oggi riscoperta, oggetto di una fiction con Giuseppe Fiorello.

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