LAUREA DEDICATA ALL’ASSASSINO DI UN CARABINIERE


“Non intendiamo negare il valore della riabilitazione e l’impegno che serve per il raggiungimento di quell’obiettivo, soprattutto se si parla di giovani imputati per i quali la strada del cambiamento è maggiormente percorribile. E però restiamo convinti che sia purtroppo facile scivolare verso atteggiamenti che danno più l’idea di indulgere rispetto a fatti che restano – al di là di chi li ha compiuti, del perché lo ha fatto, e del come vengono poi affrontate le proprie responsabilità – di una gravità insuperabile quando si sono tradotti nella distruzione di un’altra vita umana.

La riabilitazione passa per la comprensione profonda e l’ammissione incondizionata dei propri errori, e quindi per la conseguenziale volontà di mettere per sempre la propria vittima e le altre persone che si sono fatte soffrire prima di se stessi. Un atteggiamento che non solo il reo dovrebbe tenere, ma anche l’intera società, se davvero si vuole dare coerenza al proprio impegno per la riabilitazione altrui e se si vuole che quest’ultima abbia una sana credibilità. Una reale fiducia ed addirittura un incoraggiamento nei confronti di un giovane assassino sono stati manifestati a Gorelli dalla vedova Santarelli, Claudia Francardi, una moglie, una madre, un gigante che con il suo straordinario coraggio e la sua profonda fede si erge senza neppure saperlo ogni giorno ad esempio per tutti, la vera deputata a parlare di perdono rispetto all’uccisione di suo marito. Ma, lo diciamo per non voler essere ipocriti, da don Mazzi, in quanto educatore, ci si aspettava altro: il miglior messaggio per Gorelli sarebbe stato tributare il giusto riconoscimento al sacrificio di un uomo, di un Servitore dello Stato, di un Appartenente alle Forze dell’Ordine che quel maledetto giorno ha amato e trattato come avrebbe fatto un padre chi poi lo ha ucciso. Il giusto messaggio sarebbe stato: questa laurea la dedico ad Antonio Santarelli! Ricordiamo sempre tutti, e ricorda tu Gorelli che stai facendo un cammino il cui prezzo è stata la vita di questa persona, e tanto più vale quella vita per te e per tutti tanto più vale quel cammino”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo la notizia che Don Antonio Mazzi, che dirige la comunità di recupero “Exodus”, ricevendo la laurea honoris causa presso il polo didattico La Folcara dell’università di Cassino e del Lazio meridionale ha dedicato l’importante attestato a Matteo Gorelli, il giovane toscano che nell’aprile del 2011 ha ucciso a bastonate il Carabiniere Antonio Santarelli, morto dopo una lunga agonia. Gorelli sta percorrendo proprio presso Exodus il cammino di riabilitazione cui la vedova Santarelli ha preso parte attivamente, restando vicina alla famiglia di Gorelli fin dalle aule giudiziarie durante il processi a carico del giovane, e poi vicina all’imputato stesso, cui ha pubblicamente riconosciuto il proprio perdono e la propria convinzione che egli possa davvero redimersi dopo quell’atroce delitto.

Coisp

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