In arrivo il Positano Teatro Festival


Il Positano Teatro Festival Premio Annibale Ruccello, la rassegna diretta da Gerardo D’Andrea che “offre uno sguardo sulla drammaturgia contemporanea, italiana e straniera” quest’anno celebra la sua dodicesima edizione con i suoi 14 giorni di rappresentazioni per 16 occasioni di teatro.
“Il Positano Teatro Festival Premio Annibale Ruccello – dichiara il programma del festival.jpg1Sindaco di Positano, Michele De Lucia, appena eletto, nelle recenti elezioni amministrative, per il secondo mandato – rappresenta per m e la mia giunta un fiore all’occhiello che ci consente, nelle due settimane di programmazione, di confermare un appuntamento che è oramai un punto fermo culturale e di svago per la popolazione ed i turisti. Attraverso il festival, ancora una volta, offriamo, inoltre, la possibilità anche di esplorare o riscoprire quegli scorci che i grandi flussi turistici spesso trascurano ingiustamente”.
IL PROGRAMMA
Giovedì 30 luglio alle 20,00, Anteprima del Festival: si comincia alle 18,00 con l’oramai tradizionale parata per le vie del centro del Carrello dei comici, uno dei carrelli messo a disposizione dalla società dei porter di Positano porterà in giro l’attore e cantante Mario Zinno che dedicherà al festival a Positano la poesia scritta appositamente da Enzo Moscato “ZEZERIA ‘E PULECENELLA”, e le note di canzoni tipiche della tradizione napoletana accompagnato dai musicisti e dalle danzatrici del gruppo folcloristico Positano Senza Tiempo diretto da Luigi Staiano e Giulia Talamo.
La serata sarà poi tutta dedicata al pubblico dei bambini sul palcoscenico della Garitta, uno dei luoghi più suggestivi del territorio positanese, che, inaugurato lo scorso anno, conferma la presenza delle guarrattelle che, animate dalla giovane artista Irene Vecchia, che rappresenta la continuazione dell’arte dei maestri guarattellari Salvatore Gatto, Maria Imperatrice e Bruno Leone.
Venerdì 31 luglio, alle 21,00, l’inaugurazione del Festival avverrà, per la prima volta, sul sagrato della Chiesa Nuova con una festa per il teatro che vedrà protagonista il re della comicità Gino Rivieccio con il suo spettacolo “IO E NAPOLI”, con la partecipazione della cantante Fiorenza Calogero.
“Quello che maggiormente ci piace sottolineare è l’entusiastica partecipazione di grandi protagonisti della scena italiana – dichiara il direttore artistico, Gerardo D’Andrea – ed ancora una volta cerchiamo di dare ampio spazio alla drammaturgia contemporanea, di cui, negli anni ottanta era fulgido esponente il mai abbastanza ricordato Annibale Ruccello, alla cui memoria è dedicato il festival ed il premio, il cui vincitore sarà reso noto nel corso della manifestazione. Siamo orgogliosi di essere giunti alla XII edizione. Non è azzardato affermare che il Positano Teatro Festival – Premio Annibale Ruccello si possa considerare uno degli appuntamenti culturali più prestigiosi della regione Campania”.
La prima settimana di programmazione, come lo scorso anno, si snoda lungo i suggestivi borghi che coronano il centro del paese: in scena spettacoli di prosa comici o musicali, che allieteranno il pubblico di ben cinque località.
Sabato 1 agosto, ore 21, a Nocelle, Massimo Masiello sarà protagonista ed anche regista dello spettacolo “GLI AMICI SE NE VANNO – LE NOTE INEGUALI DI UMBERTO BINDI” di G. Cesario ed Antonio Mocciola, che racconta la storia per troppi anni ignorata dell’artista e dell’uomo Bindi, del quale Masiello è straordinario interprete come attore e come cantante del prestigioso repertorio del cantautore con gli arrangiamenti musicali originali dei Letti Sfatti.
Risate nel solco della tradizione del teatro di Petito, Domenica 2 agosto a Montepertuso, con “LE STATUE MOVIBILI” che il regista Lello Serao reinterpreta con una compagnia di giovani attori e la partecipazione straordinaria di una beniamina del pubblico quale l’attrice Nunzia Schiano ed il veterano Niko Mucci.
Lunedì 3 agosto il Teatro Giardino di via Pasitea (sede storica del festival) per una sera ospiterà il ritorno di Antonella Morea, quest’anno interprete di “IO LA CANTO COSI’” omaggio teatrale e musicale a Gabriella Ferri di cui è autore e regista Fabio Cocifoglia.
Martedì 4 agosto si conclude il giro delle contrade con il suggestivo borgo di Liparlati, dove arriva per la prima volta al Positano Teatro Festival l’ironia e la comicità di Rosalia Porcaro, che nello spettacolo “DONNE” ci farà incontrare le irresistibili figure dei personaggi che ha reso celebri, quali l’operaia Veronica, la musulmana Assundan, la cantante neomelodica Natasha, e tanti altri, tra cui un sentito omaggio all’opera di Ruccello.
Da Mercoledì 5 agosto, la programmazione del festival ricomincia definitivamente al Teatro Giardino di via Pasitea, tutte le sere alle 21, ed è segnata, dopo l’entusiastico debutto della scorsa edizione, dal ritorno di un grande protagonista del teatro italiano quale Paolo Graziosi, che sarà in scena con Elisabetta Arosi e Valeria Patera (anche regista) di “MAL MEDITERRANEO” testo di Ugo Ronfani adattato dallo stesso Graziosi. Gli attori saranno accompagnati in scena dalle musiche originali eseguite dal vivo da Mario Crispi.
Giovedì 6 agosto, la serata si aprirà con la consegna del Premio Annibale Ruccello, che quest’anno sarà consegnato ad una star del teatro del cinema e della televisione: l’attrice Giuliana De Sio, che proprio in questi mesi è in scena con uno dei testi più intensi del drammaturgo stabiese: “Notturno di donna con ospiti”.
La serata continuerà con la rappresentazione di un originale parallelismo fra le figure dell’ultimo re di Napoli ed il principe di Danimarca raccontato da Shakespeare è al centro di “FRANCISCHIELLO – UN AMLETO RE DI NAPOLI” scritto diretto ed interpretato da Carmine Borrino con le musiche di Lino Cannavacciulo.
Venerdì 7 agosto, reduce dallo straordinario successo ottenuto all’ultima edizione del Festival Primavera dei Teatri a Castrovillari, arriva in prima assoluta in Campania “OMBRETTA CALCO” il monologo scritto da Sergio Pierattini (“Maria Zanella”) diretto, dal già premio Annibale Ruccello, Peppino Mazzotta ed interpretato dalla bravissima attrice Milvia Marigliano.
“NON FARMI RIDERE, SONO UNA DONNA TRAGICA” è l’irresistibile spettacolo sull’amore, presentato in prima assoluta, con cui, Sabato 8 agosto, Massimo Andrei ritorna a Positano come autore, regista ed interprete, questa volta accanto ad una delle più brave attrici italiane, Gea Martire.
Domenica 9 agosto, omaggio alla scrittura di Manlio Santanelli, uno dei più importanti drammaturghi contemporanei, con il monologo “LA VENERE DEI TERREMOTI”, divertente storia di un amore impossibile diretto ed interpretato da Roberto Azzurro.
Lunedì 10 agosto una compagine di sei attori è protagonista della storia di fantapolitica (ma non troppo immaginaria) che è al centro della novità scritta e diretta da Peppe Miale Di Mauro “LOVE BOMBING”.
Martedì 11 agosto, l’oramai attesa serata dedicata al “Teatro che verrà”, di cui saranno protagonisti i 2 corti scelti dal Direttore D’Andrea nel corso dell’ultima edizione de “La Corte della Formica”, il festival di corti teatrali diretto da Gianmarco Cesario, andato in scena ad ottobre 2014 al Teatro Piccolo Bellini di Napoli. I titoli selezionati sono “La Minore”scritto e diretto da Giovanni Del Prete, e “Mise En Place” di Daniele Amendola (che firma anche la regia) e Pietro Pace (anche interprete in scena).
Mercoledì 12 agosto, alle ore 21,00, si concluderà la programmazione ufficiale del Festival, in scena per la regia di Lucio Allocca “LE DISAVVENTURE DI MR. ALONE” con protagonista assoluto il bravissimo mimo-attore Sergio Di Paola, componente della prestigiosa compagnia internazionale “Cirque de Soleil”.
Al termine della rappresentazione sarà consegnato a Lucio Allocca il PREMIO PISTRICE – Città di Positano.

30 Luglio – h 18,00 PER LE STRADE DI POSITANO

Mario Zinno
con Ass.Cult. POSITANO SENZA TIEMPO – gruppo di musicisti e danzatrici in costumi tipici diretti da
Luigi Staiano e Giulia Talamo
ZEZERIA ‘E PULLICENELLA
un omaggio a Positano di Enzo Moscato

segue – h 21,00 GARITTA

Teatro delle Guarattelle
STORIE DI PULCINELLA.2
spettacolo di burattini e musica di Irene Vecchia
con
Davide Chimenti e Irene Vecchia

Protagonista e “anima” delle storie rappresentate è Pulcinella, essere libero, che con la sua magica voce, rinnova in scena l’eterno conflitto tra bene e male, tra il bianco e il nero della sua maschera. Pulcinella, sempre sulla mano del guarattellaro, in scena incontra e si scontra con i personaggi ed i caratteri propri del teatro popolare: la Donna Amata, il “Guappo” prepotente che fa la propria legge, la Morte, la Guardia, l’animale mostruoso, il boia, il monaco. Attraverso il combattimento, ritmico e musicale, Pulcinella propone ogni volta uno spettacolo di denuncia della sopraffazione e della prepotenza, della paura e del dolore, rappresentando le emozioni della vita umana in cui ogni spettatore si riconosce. Questo è il segreto di una così antica tradizione orale, l’essere uno spettacolo sociale e sempre vitale, una rappresentazione ironica e satirica dell’essere umano.
«’E Guarattelle sono come una musica in cui i movimenti dei burattini sono il ritmo e le loro parole l’armonia» La magia dello spettacolo è certamente la voce di Pulcinella, buffa, un po’ da gallina, che attira l’attenzione del pubblico passante e incanta gli spettatori, scandendo la sequenza narrativa.
«Spesso il pubblico al termine dei miei spettacoli resta sorpreso al vedere uscire dal teatrino una minuta ragazza, e si sorprende anche di più quando si rende conto che la voce di Pulcinella “è sempre uguale anche se sei una donna!?”» Questo oltre ad essere una magia possibile per la natura stessa di Pulcinella, smentisce il pregiudizio del fisico del ruolo, e gratifica ancor di più avendo assistito ad uno spettacolo energico, ritmico e tradizionale.
Irene Vecchia

31 Luglio ore 21 CHIESA NUOVA

Albertina Produzioni
Gino Rivieccio
IO E NAPOLI
di Gino Rivieccio
con Fiorenza Calogero
al pianoforte Antonello Cascione
Regia
Giancarlo Drillo

Gino Rivieccio, in questo personalissimo recital, ripercorre la sua storia umana ed artistica attraverso quel legame viscerale e particolare con Napoli.
Un abbraccio che dalla città arriva alle isole e alle solfatare del sorriso, rendendo unica e preziosa la celebrazione ma anche spesso la denuncia. Un ironia ed una riflessione che si danno la mano, lasciando spazio qualche volta alla poesia, in un succedersi dialettico ed incalzante come solo Rivieccio sa fare con quel tono caldo e sferzante cui il comico partenopeo ci ha ormai abituati, il tutto elogiando la grande pazienza dei napoletani, destinati sempre ad aspettare qualcosa o qualcuno per migliorare la propria condizione. Un piacevole viaggio tra monologhi, personaggi, tradizioni, aneddoti e canzoni magistralmente interpretate da una delle più belle voci del panorama musicale partenopeo: Fiorenza Calogero diretta al piano dal Maestro Antonello Cascone.
Alla fine il messaggio apparirà chiaro: provare a cambiare una realtà che offusca lo splendore di una delle città e delle regioni più belle del mondo.

1 Agosto 2015 – h 21,00 NOCELLE

Suoni&Scene
Massimo Masiello
GLI AMICI SE NE VANNO – Le note ineguali di Umberto Bindi
di Gianmarco Cesario ed Antonio Mocciola
Elaborazioni musicali Letti Sfatti
Scene Francesco Esposito
Disegno luci Megaride
Foto di scena: Fiorella Passiante
Regia Massimo Masiello

Capostipite della canzone d’autore, appartenente alla cosiddetta “scuola genovese”, Umberto Bindi all’alba dei “favolosi” anni ’60 aveva già firmato numerosi successi (“Il nostro concerto”, “Arrivederci”), ma, pur essendo solo all’inizio di una sfolgorante e promettente carriera, ecco che improvvisamente qualcosa si inceppa nei meccanismi dello star system nostrano; la televisione gli sbarra le porte, la sua persona non è più gradita, colpevole la sua omosessualità mai rinnegata, la sua vita privata troppo fuori dagli schemi per un’Italia governata dalla chiesa, in cui il delitto d’onore era ancora quello che Germi definì “Divorzio all’italiana”. Purtroppo l’ostracismo durò fino alla sua morte, nei primi anni del XXI secolo, e la sua carriera non si riprese più. Attraverso le sue canzoni e la sua storia, vogliamo raccontare quest’episodio vergognoso di omofobia e razzismo, sperando che la vicenda umana ed artistica di Umberto resti solo un tragico esempio di un’Italia che non c’è più.
Gianmarco Cesario & Antonio Mocciola

Da piccolo certe melodie mi emozionavano più delle altre, ma l’ingenuità e la sufficienza dell’età, non ti permettono di andare oltre la conoscenza sommaria del cantante. Col tempo cresceva la curiosità, la voglia di conoscere, di sapere; le onde della musica, di certa musica, mi prendevano sempre di più.
Chi era quell’autore capace di suscitare quei sentimenti? Cosa provava mentre si abbandonava alle sue note? Ho cominciato così ad informarmi sulla vita di ognuno di loro, i loro trascorsi; così quando Gianmarco Cesario ed Antonio Mocciola, mi hanno sottoposto questo progetto, ho subito accettato con entusiasmo. La sensibilità di Umberto Bindi è, per alcuni versi, molto vicina alla mia. Ho voluto così, ricreare le atmosfere a me più vicine, quelle dei ricordi, quelle del bianco e nero, quelle della grande musica. Un omaggio ad Umberto Bindi.
Massimo Masiello

2 Agosto 2015 – h 21,00 MONTEPERTUSO

Teatri Associati di Napoli/le Nuvole
LE STATUE MOVIBILI
con Nunzia Schiano, Ciro Esposito, Niko Mucci, Daniela Ioia, Biagio Musella, Raffaele Parisi, Ciro Pellegrino
Foto di scena: Giuliano Longone
Scene a cura degli allievi del corso di scenografia dell’Accademia di Belle Arti su progetto di Martina Pagano diretti dal Prof. Tonino Di Ronza
Musiche Niko Mucci e Luca Toller
Costumi Annamaria Morelli
Regia Lello Serao

Il testo de “Le Statue movibili” (attribuito ad Antonio Petito) è uno dei tanti tasselli che hanno segnato il percorso della cosiddetta “mutazione”, ovvero l’inarrestabile processo che terminerà con Scarpetta e che vede la definitiva affermazione del “Felice” a dispetto della storica maschera di Pulcinella, che per secoli aveva segnato le scene.
La sensazione, in questo testo, è che siamo ancora in una fase interlocutoria di questo processo, Felice è un giovane scanzonato studente e Pulcinella ancora un servitore scaltro, capace di risolvere, con le sue trovate, le disgrazie a cui la miseria e la costante mancanza di denaro condanna i due. Lo spirito è quello allegro e vivace che regna nelle case degli studenti squattrinati, per i quali l’amore, il gioco, il divertimento e il mangiare a sbafo costituiscono le uniche preoccupazioni della giornata.
Questo spirito allegro resta tale anche quando le faccende si complicano, anche quando la scoperta dell’inganno presuppone la punizione da parte degli adulti. Questi due mondi, quello bambino di Felice e Pulcinella e quello adulto dei proprietari di casa e dei parenti, non si incontrano mai, se non per artifici che servono ad arrivare ad un finale conciliante, ma le differenze restano e resteranno in barba alle promesse e alle buone intenzioni. Nei dettagli, dalla scena ai costumi questa distanza è palese, da un lato la miseria a cui fa da contrappunto la gioia spensierata, dall’altro lo sfarzo manifesto segno di solidità economica ma anche di arroganza e presunzione. La trasparenza dei comportamenti, l’inganno evidente, la manifesta volontà di trasgressione sono sottolineati e ancor più evidenziati dalla scenografia che progredisce verso trasparenze in cui l’interno e l’esterno si fondono fino a quando la città invade l’interno casa.
Il testo lascia spazio alla creatività e all’improvvisazione degli attori con reinvenzioni che ci derivano dall’enorme patrimonio che dal Maccus arriva fino ai giorni nostri e che non disdegna puntate anche nel quotidiano più recente.
Lello Serao

3 Agosto 2015 – h 21,00 TEATRO GIARDINO

Antonella Morea
…IO LA CANTO COSI’! – Omaggio a Gabriella Ferri
di Fabio Cocifoglia e Antonella Morea
chitarra Edo Puccini fisarmonica/violino Vittorio Cataldi
costumi Canzanella CTN
oggetti di scena Antonio Cece e Carla Merone
foto di scena Gaetano Pappalardo
regia Fabio Cocifoglia

Nel suo romanzo “Opinioni di un clown” Heinrich Boll dice “…sono un clown e faccio collezione di attimi.” Questa frase si accende tutte le volte che penso a Gabriella Ferri, artista inimitabile e quasi impossibile da raccontare. Se chiedi agli amici di Gabriella Ferri, a chi l’ha conosciuta e a chi ha lavorato con lei un aggettivo per raccontarla ti rispondono: “Uno solo? S’incazzerebbe!”
Dicono di lei: Era un pagliaccio straordinario, un pagliaccio di razza…Veramente l’amica ideale, ti dava tutto… Dove cantava, ecco, lì era il centro del mondo… La disperazione degli autori… Un po’ un pazzariello… Uno sguardo dolce e disperato che non si può sfuggire… Era la maschera con cui lei nascondeva tutto, tutto quel macello … Molto sensibile, molto ansiosa… Molto severa con se stessa… Impegnativa… Ogni sua frase era un urlo lanciato al mondo… Donna bellissima che non aveva paura di imbruttirsi… Eccentrica… Feroce… Bizzosa… Terribile… Anticonformista… Libera… Rivoluzionaria… Troppo in tutto… Una grande madre, una grande moglie, una grande amante… Verace… Testaccina… Romanesca… Come un San Pietrino… Rauca… Perturbante, conturbante, turbante… Senza pelle… Straordinaria… Forse solo nelle sue canzoni riusciamo a cogliere quegli attimi vissuti e collezionati dal suo animo di grande artista.
Fabio Cocifoglia

“…ci metterò un fiore!”
Un giorno passeggiavo per le strade di Roma, entro in un negozio e vedo lei, Gabriella Ferri, il mio mito da ragazzina. Piena di bracciali, collane, anelli, tutta colorata…come sempre. Ma quasi non la riconoscevo. Sembrava non riuscisse nemmeno a parlare. Com’è possibile? Stavo quasi per andarle incontro, come ad una persona di famiglia, come ad una sorella più grande che non vedi da tanto tempo. E mentre sto per andare mi vedo riflessa in uno specchio del negozio. Ora siamo in tre. La mente è volata a quando mi vestivo tale e quale a lei, capelli rigorosamente biondi con la frangia, trucco da trincea, sacchi di trucco, il rimmel sugli occhi due linee di filo spinato, il fondotinta un campo minato. “E voglio vedere quando mi espugnano, sono come Gabriella Ferri, io!” Così dicevo. E così mi chiamavano per gioco gli amici “la Gabriella Ferri napoletana”. Erano per me quelli anni duri, di trasformazione, di battaglia. E lì mi sono resa conto che per Gabriella Ferri la battaglia non era ancora finita. Manteneva la posizione eroicamente. Confusa, forse, ma sempre in piedi. Più tardi a casa mi sono interrogata sul perché di tanto malessere, di tanta confusione. Ho trovato solo una “non risposta” efficace nelle parole del figlio di Gabriella Ferri, Seva, che chiudeva un intervista con una frase della mamma presa dal suo diario intimo: “Ho nella testa confusione? … ci metterò un fiore!” Un’altra “non risposta” efficace l’ho trovata solo nelle sue canzoni che voglio cantare perché siano il mio fiore per Gabriella Ferri, una donna, un’artista a cui non finirò mai di dire grazie perché… mi ha dato tanto!
Antonella Morea

4 Agosto 2015 – h 21,00 LIPARLATI

Eventi Mediterranei
Rosalia Porcaro
DONNE
uno spettacolo scritto e diretto da Rosalia Porcaro

Rosalia Porcaro ritorna a teatro con uno spettacolo frizzante, divertente, in cui troveremo molti personaggi ognuno con la sua comicità. Lo spettacolo è incentrato sui preparativi del matrimonio di Veronica, operaia che lavora in una fabbrica di borse nel napoletano e pagata in nero. Attraverso Veronica e il mondo della fabbrica entriamo in una galleria di personaggi, DONNE, dalle mille speranze e sogni infranti rappresentative di una Napoli pronta a trovare nella disperazione la forza di reagire e d’inventarsi la vita. Natasha, cantante neomelodica, la commessa Creolina, la signora Carmela delusa dai politici, la romana scapestrata, e persino la signora Assundham sfuggita ai missili americani, vivono con assoluto ottimismo la precarietà della loro vita da trasformare così la tragicità del loro mondo in un divertente paradosso. Uno spettacolo adatto a tutte le fasce d’età. Risate e divertimento assicurato.

5 Agosto 2015 – h 21,00 TEATRO GIARDINO

Associazione TIMOS
Paolo Graziosi
Elisabetta Arosio, Valeria Patera
MAL MEDITERRANEO – Oratorio Marino per voci e orchestra di mare
Scritto e diretto da Valeria Patera
Musica dal vivo di e con Mario Crispi

Questo spettacolo debuttò nel 2002 ispirato da un volumetto scritto da Ugo Ronfani, giornalista, critico teatrale, scrittore, uomo di cultura a tutto tondo e fondatore della rivista di teatro Hystrio, che se ne è andato nel 2009. Ronfani ha sempre apprezzato e sostenuto la vocazione del teatro di Valeria Patera che lui stesso aveva definito come “teatro multicodice” e pertanto la nuova versione dello spettacolo che debutta al Positano Teatro Festival vuole essere anche un omaggio alla memoria di Ugo Ronfani, un ricordo alla sua umanità e professionalità.

Tre amici, due donne e un uomo, giocano a carte all’ombra di un cortile mediterraneo, su cui batte la canicola. La calura, il rumore della risacca del mare da lontano fanno emergere in loro emozioni e una sottile voglia di giocare. Così il gioco a carte diventa un altro, diventa il gioco che li trasforma nella personificazione del Mare, del Vento e del Tempo. Il Mare, il Vento e il Tempo diventano personaggi e parlano attraverso pensieri e poesie di grandi autori di oggi e di ieri che hanno scritto sul tema del mare, aprono uno sguardo sul Mediterraneo di oggi e lo interrogano.
Interrogando il Mare ritrovano il loro sguardo di bambini, il loro sguardo di giovani innamorati, di giovani battaglieri ma si accorgono poi che il loro sguardo oggi è cambiato e vede un altro mare, un mare dove ancora galleggiano quelle poesie, le macchie di sangue di ieri e le macchie della disperazione di oggi. Il mare lava sempre e sempre riporta però le macchie, i detriti galleggiano insieme alla sua bellezza.
Saper veder la bellezza senza dimenticare le tragedie, questo è lo sguardo incrociato che si posa sul Mediterraneo e in questo spettacolo un grande e straordinario attore come Paolo Graziosi, inanella pensieri e sensazioni e intreccia un dialogo possibile per la mente e per il cuore con Elisabetta Arosio e Valeria Patera, anche regista e autrice dello spettacolo.
Tesse la trama suggestiva e originalissima di questo recital marino, la musica del vivo di Mario Crispi, noto musicista per la sua attività con il gruppo Agricantus, e da una valigia magica estrae conchiglie, gusci, antichi strumenti della tradizione mediterranea e poi anche passaggi al sintetizzatore e di nuovo la musica del vento riprodotta da insospettabili oggetti. Crispi porta a teatro il suono del mare o del vento, dirigendoli come fossero un’orchestra ibrida per suonarci, cantarci o recitare. Il teatro è questo, è il luogo dove perpetuare la poesia senza dimenticare la verità. Dunque necessità poetica e necessario tema di riflessione, la necessità di ripensare il Mediterraneo come centro dell’Europa attraverso una fantasmagoria di suoni e parole e immagini che si intrecciano confermando una linea di lavoro che ricerca la fusione dei generi e dei linguaggi come i suoni delle lingue e degli strumenti, i colori, i miti e le leggende si sono fusi nell’alveo d i questo Mare Nostrum.
Valeria Patera

6 agosto 2015 – h 21,0 TEATRO GIARDINO

Cerimonia di consegna
PREMIO ANNIBALE RUCCELLO
XII EDIZIONE

all’attrice
GIULIANA DE SIO

ALBO D’ORO
2002 Enzo Moscato
2003 Isa Danieli
2004 Fausto Paravidino
2005 Fausto Russo Alesi
2006 Compagnia Elicantropo
2010 Michele De Lucia, Sindaco di Positano, per aver ridato vita al Festival
2011 Spiro Scimone
2012 Peppino Mazzotta
2013 Leopoldo Mastelloni (alla carriera)
2014 Enzo Vetrano e Stefano Randisi

LA GIURIA del premio è composta dai seguenti giornalisti:
GIULIO BAFFI (La Repubblica) MORENO CERQUETELLI (TG3) STEFANO DE STEFANO (Corriere del Mezzogiorno) TITTA FIORE (Il Mattino) DIEGO PAURA (Roma)

ANCHE QUEST’ANNO IL PREMIO ANNIBALE RUCCELLO CONSISTE IN UN’OPERA IDEATA E REALIZZATA DAL MAESTRO RICCARDO DALISI

“Teatrino” di Riccardo Dalisi

“Disegnare la maschera esplorando i suoi tantissimi modi, a partire da quelli che conosciamo e facendone scaturire altri da noi stessi, è un’occasione di ricerca. In tutto ciò si nasconde un arricchimento della sensazione di noi stessi, del sentimento dell’io per proiettarci e riproiettarci nella dinamica della vita. È più che un pensiero, è fonte di pensieri e di sensi uniti insieme che viaggiano velocissimi e s’irradiano dentro e intorno a noi”.

Biografia di RICCARDO DALISI
Nato a Potenza il primo maggio del 1931, ha ricoperto la cattedra di Progettazione presso la facoltà di Architettura di Napoli. Presso la stessa facoltà è stato direttore della Scuola di Specializzazione in Disegno Industriale.
Negli anni Settanta, assieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri, è stato tra i fondatori della Global Tools, contro-scuola di architettura e design che riuniva tutti i gruppi e le persone che in Italia coprivano l’area più avanzata della cosiddetta “architettura radicale”. Da sempre impegnato nel sociale (resta fondamentale l’esperienza del lavoro di quartiere con i bambini del Rione Traiano, con gli anziani della Casa del Popolo di Ponticelli e, negli ultimi anni, l’impegno con i giovani del Rione Sanità di Napoli e di Scampia), ha unito ricerca e didattica nel campo dell’architettura e del design accostandosi sempre più all’espressione artistica come via regia della sua vita.
Nel 1981 ha vinto il premio Compasso d’Oro per la ricerca sulla caffettiera napoletana. Negli ultimi trent’anni si è dedicato intensamente alla creazione di un rapporto sempre più articolato e fecondo tra la ricerca universitaria, l’architettura e il design, la scultura e la pittura, l’arte e l’artigianato, mantenendo al centro la finalità di uno sviluppo umano attraverso il dialogo e il potenziale di creatività che ne sprigiona. Nel 2009, dopo una lunga ricerca preparativa, ha promosso la prima edizione del “Premio Compasso di latta”, iniziativa per una nuova ricerca nel campo del design nel segno del sostegno umano, della ecocompatibilità e della decrescita. Nel 2012 il suo libro Acqua dueO ha vinto il Winner of Green Dot Awards di Los Angeles per la sostenibilità ambientale.
Diverse mostre dedicate alla sua attività di architetto, di designer, di scultore e di pittore sono state allestite in Italia e all’estero. Tra queste citiamo: la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, il MoMA di New York, la Biennale di Chicago, il Museo del Design di Denver, il Museo di Copenaghen, il Museo di Arte Contemporanea di Salonicco, Palazzo Reale di Napoli, la Galleria Lucio Amelio di Napoli, la Fondazione Cartier di Parigi, il Museo delle Arti Decorative di Montreal, il Tabak Museum di Vienna, il Museo Zitadelle Spandau di Berlino, Castel dell’Ovo a Napoli, la Reggia di Caserta.

6 agosto 2015 – a seguire h 21,30 TEATRO GIARDINO

CRASC-teatrodiricerca in collaborazione con ArtgarageTeatro
FRANCISCHIELLO – Un Amleto re di Napoli
Uno studio shakespeariano di e con CARMINE BORRINO
con musiche di LINO CANNAVACCIUOLO
Disegno audio Fiore Carpentieri
Assistente alla regia Laura Angulo Diaz
Direttore tecnico Stefano Scotto Di Luzio
Assistente produzione Fabrizio Vezzi
Organizzazione Veronica Grossi
Foto di scena Pina Testa

Uno studio che parte dall’ approfondita ricerca sulla figura di Francesco II di Borbone e approda alla sovrapposizione “spettrale” col giovane principe di Danimarca. I rapporti drammaturgici dell’Amleto di Shakespeare che si fanno pre-testo per raccontare, combaciando alla perfezione, con ciò che accadeva alla corte di Napoli nell’estate del 1860. L’assoluta fede cristiana di Francesco II, che lo rende sicuramente gran conoscitore di S. Agostino, tra i primi cristiani a parlare di essere e non essere; il tradimento subìto da un “cousin” ( cugino); l’esitante azione – reazione al tradimento e alla vendetta; il rapporto giovane-re col padre defunto ricordato e riconosciuto come gradissimo sovrano; l’ambiguo rapporto d’amore e devozione tra Francesco II e Maria Sofia, come Amleto e la giovane Ofelia; l’attesa del condottiero generale Garibaldi, come l’attesa del giovane Fortebraccio: il suo arrivo, la sua delusione, i morti, la morte e la calunnia, la deposizione illegittima di un re, l’inganno; la finta follia del giovane principe di Danimarca come la probabile finta “scemità” dell’ultimo sovrano di Napoli; l’incarico a un ennesimo Orazio di raccontare la vera storia; Il 14 febbraio, giorno di S. Valentino, cantato dalla disperazione di Ofelia e ultimo giorno del regno delle due Sicilie; atto I scena prima: Piazzola davanti al Castello di Elsinore. Notte fonda. FRANCESCO è al suo posto di guardia…
Un’intuizione che si fa studio, una ricerca che sperimenta l’efficacia, l’efficacia che si con-forma, la forma che diventa performance.

7 agosto 2015 – h 21,30 TEATRO GIARDINO

Rossosimona
Milvia Marigliano
OMBRETTA CALCO
di Sergio Pierattini
Scene Roberto Crea
Costumi Rita Zangari
Regia Peppino Mazzotta

Chi è Ombretta Calco? perché si è seduta su una panchina in una giornata torrida di luglio, a pochi passi dal portone di casa sua? Perché deve ripercorrere gli eventi sensibili della sua vita scavando ossessivamente nei suoi ricordi? E perché deve ingaggiare, sotto il sole cocente, un duello con se stessa come se fosse una resa dei conti? Ombretta sta facendo un viaggio. Il viaggio più importante della sua vita. Un viaggio fuori dai vivono i posti dal tempo e dallo spazio. Mentre procede senza soluzione di continuità, nel passare in rassegna i momenti più significativi della sua esistenza, ne comprende il senso. Riemergono dalla sua anima dettagli, accenti, colori, che riempiono i vuoti e danno nuova luce al quadro complessivo di una vita vissuta con sincera ingenuità, senza risparmi. Fallimenti, dolori, frustrazioni, debolezze, illusioni, tenerezze, slanci incoscienti verso un futuro che sarà sicuramente migliore, desideri legittimi di una vita normale, inclusa in affetti confortanti e routine rassicuranti.
Alla fine del viaggio come premio per questa ricostruzione meticolosa, buffa e straziante, c’è la risposta o la felicità. Una felicità non eclatante. Una felicità tragica, semplice, minima, discreta e necessaria.
Peppino Mazzotta

8 agosto 2015 – h 21,00 TEATRO GIARDINO

Tappeto Volante
Gea Martire Massimo Andrei
NON FARMI RIDERE SONO UNA DONNA TRAGICA
– Studio sull’amore inutile
testo e regia Massimo Andrei
Musiche Mater Sonora
Costumi Annalisa Ciaramella
Aiuto regia Mario Vezza

Il filosofo Platone ha detto che l’amore è inutile, nun serve a niente.
L’amore è amore vero, si nun serve a niente. E così, come stato di grazia, rende liberi…
L’amore platonico non è una soppressione dell’amore fisico, è guardare insieme verso lo stesso posto…
Silvana non è convinta. Silvana non capisce queste cose. Silvana nun vo’ capi’ niente! Vo’ n’ommo!

9 agosto 2015 – h 21,00 TEATRO GIARDINO

Ortensia T
LA VENERE DEI TERREMOTI
Di Manlio Santanelli
Il cimento amoroso di Luigino Impagliazzo e Fortuna Licenziati raccontato da Roberto Azzurro
Regia Roberto Azzurro

Dopo anni di frequentazioni con il teatro e la narrativa di Manlio Santanelli, Roberto Azzurro decide di portare in scena “La Venere dei terremoti”, sfida davvero audace, trattandosi di un lungo racconto nato per la pagina scritta, la cui storia, sottotitolata come Il cimento amoroso di Luigino Impagliazzo e Fortuna Licenziati, si svolge a Napoli, tra le impervie e suggestive strade di una città vivace e coinvolgente, così come suggestiva e allo stesso tempo coinvolgente è la scrittura che l’autore utilizza per questo racconto. Iperboli linguistiche da montagne russe, costruzioni sintattiche da fuochi d’artificio. Un racconto di parole spericolate, di acrobazie verbali, di atmosfere reali eppure oniriche. Di immagini di donne vagheggiate, di musiche e immagini familiari e sconosciute, accorate e pericolose. Un piccolo viaggio nella suggestione del racconto come forma di comunicazione, la più antica, la più contemporanea, la più rischiosa, la più seducente. Il racconto si snoderà attraverso la parola che si fa senso e suono e immagini verbali che a tratti ci lasceranno intravedere il protagonista della storia, il vivace eppur malinconico Luigino Impagliazzo,, proiettandoci quasi nella sua testa, nella sua immaginazione, a tu per tu con il turbolento circo colorato e un po’ folle che si scatena nella psiche di un piccolo uomo innamorato di una fin troppo bella “femmina”. Lo spettacolo si colloca nell’ambito della progettualità di Azzurro relativa alla parola scritta che diventa parlata, dunque alla letteratura che diventa teatro. L’incontro tra il Narratore e il protagonista della storia Luigi Impagliazzo avviene sotto gli occhi degli spettatori, mentre un caleidoscopio di immagini verbali, come fuoriuscite dalla psiche del protagonista, lo investono e lo rivestono di continuo.

10 agosto 2015 – h 21,00 TEATRO GIARDINO

NEST – Napoli Est Teatro
LOVE BOMBING
testo e regia Giuseppe Miale Di Mauro
con Gennaro Di Colandrea, Giuseppe Gaudino, Stefano Jotti,
Adriano Pantaleo, Giampiero Schiano, Andrea Vellotti
scenografia Carmine Guarino
light designer Luigi Biondi
costumi Giovanna Napolitano

In questi ultimi tempi leggo e sento parlare di Stato Islamico un po’ dappertutto, tant’è che ho approfondito l’argomento e ho partorito l’idea di scrivere per il teatro qualcosa che parlasse di tutto ciò. Mi sono domandato in che modo farlo e, come sempre, mi è venuto incontro il teatro. Ho immaginato che il mondo abbia fatto diventare il califfato molto più potente di quello che è ora, e che i Mujahideen stanno conquistando tutto sterminando chiunque non sia musulmano. Un nuovo genocidio, e come tale, non diverso da quelli passati. Tutto ormai appartiene ai militari jihadisti che conquistano, saccheggiano, uccidono. Un gruppo di cinque uomini, si ritrova a sfidare il destino nascondendosi in un bunker di fortuna e resiste provando a combattere quella che agli occhi dei protagonisti pare la fine del mondo. L’esercito è crollato, così come la Marina e l’Aeronautica. Il Papa pare sia stato decapitato in Piazza San Pietro. Le comunicazioni sono interrotte, le famiglie separate, il cibo scarseggia, così come i medicinali e i generi di prima necessità. Se non è la fine del mondo, poco ci manca. I cinque uomini resistono, si uniscono, si fanno forza, finché uno del gruppo riesce a catturare un Mujahideen e decide di portarlo nel bunker per torturalo e vendicarsi di tutto il male che stanno facendo. È questo l’episodio che scatenerà un acceso dibattito e porterà i cinque personaggi a scegliere tra quello che erano e quello che sono diventati. L’idea che ne viene fuori è che si sono formati due eserciti, uno dentro il bunker e uno fuori, non dissimili tra loro. D’altronde c’è chi sostiene che la guerra sia insita nell’essere umano, come la vita e la morte. La storia dei cinque superstiti al genocidio si chiude a sacco sulle vite individuali, ma ci sono sussulti in cui le singole esistenze spezzano la camicia di forza e inventano la propria libertà.
Giuseppe Miale di Mauro

11 agosto 2015 – h 21,00 TEATRO GIARDINO

IL TEATRO CHE VERRÀ
2 corti teatrali selezionati al Festival LA CORTE DELLA FORMICA 2014

Blue Desk
MISE EN PLACE
di Daniele Amendola e Pietro Pace
con Pietro Pace
aiuto regia Valentina Morini
foto di scena Giancarlo De Luca
regia Daniele Amendola

Un uomo e la sua maschera, una delle tante.
Quella con la quale sopravvive. Quella che va sempre più stretta.
Un mestiere, ormai relegato alle esigenze di sopravvivenza, che conserva dei rituali forse ormai solo di forma, senza contenuto perché non interessa più a nessuno.
Si parla di cucina in tv e gli chef diventano star. I nomi dei ristoranti ricordano posti esotici
O rubano i nomi alla Storia, come piazza S. Marco per Guccini.
In mezzo a tutto questo c’è il cameriere, con il suo blocchetto a un tavolo e la sua mente chissà dove. Vende piatti che ormai si imparano su you tube.
Da bambino imitava Celentano, da bambino viveva Palermo, e Roma era dall’altra parte dell’oceano.

Caravan Teatro
LAMINORE
di Giovanni Del Prete
con Fracesca Iovine
scene e costumi Francesco Felaco
organizzazione Maria Teresa Monda
foto di scena Giancarlo De Luca
regia Giovanni Del Prete

La seconda. La figlia minore.
La sorella maggiore è bravissima in ogni cosa, supera la minore in qualsiasi attività, danza, sport, anche nell’amore dei genitori. Naturalmente questo provoca, irritazione, rancore, disperazione e scherno da parte della minore. Ma ad una lezione di piano, il maestro, per quanto brava sia, non può nascondere che il brano suonato dalla sorella maggiore è stato eseguito male. La sorella minore subito coglie l’occasione di primeggiare una volta nella vita in qualcosa, e decide che quel brano sarà la sua rivincita nei confronti della sorella. Il brano in questione è il valzer di Chopin n.19 Opera Postuma in La minore.
Nel volersi prendere una rivincita la sorella minore però mette in luce ben altre verità.

12 AGOSTO 2015 – H 21,00 TEATRO GIARDINO

Le Pecore Nere s.r.l.
Théâtre de Poche

LE DISAVVENTURE DI MR. ALONE
di e con Sergio Di Paola
Scene Mauro Rea
Luci Arturo Scognamiglio
Regia Lucio Allocca

Mr Alone ha “cittadinanza di diritto” nel Teatro dell’Assurdo, teatro che racconta la realtà attraverso il paradosso. Troviamo il nostro protagonista come un sopravvissuto in un “Day After” … più dell’anima che del territorio. Alone si è salvato, perché ha conservato dentro di sé la semplicità, la fantasia, il desiderio di comunicare con gli altri, e lo fa attraverso il richiamo della musica, del gesto semplice, “fanciullesco”, con il linguaggio delle piccole cose, cercando contatto e comunicazione con altri eventuali “sopravvissuti”, nella speranza di formare la “Nuova Colonia” del domani, un domani dove l’amore, la solidarietà e la fantasia prevarranno sull’alienazione e sull’indifferenza.
Questa performance è un modesto e sentito omaggio a Samuel Beckett.
Lucio Allocca

Al termine dello spettacolo
Cerimonia di consegna
PREMIO PISTRICE – CITTA’ DI POSITANO
III Edizione
all’attore e regista
LUCIO ALLOCCA

Albo d’oro
2013 Antonella Morea
2014 Mariano Rigillo

 

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