Carabinieri aggrediti a Padova, il Coisp ammesso fra le parti civili


“La nostra ammissione a costituirci parte civile sentenziata oggi dall’Autorità giudiziaria di Padova è l’ennesimo importante risultato nella direzione del riconoscimento della nostra legittimazione in sede giudiziaria a difendere i diritti degli Appartenenti alle Forze dell’Ordine, tutti, e tutti ugualmente non tutelati in maniera sufficiente nel fronteggiare in lavoro per il quale non vengono forniti adeguati strumenti tecnici, operativi, legali da chi, invece, avrebbe la responsabilità di limitare al massimo i gravissimi rischi cui vanno incontro quotidianamente. Rischi che spesso si concretizzano in veri e propri attentati alla loro vita, esattamente come nel caso specifico in cui, però, la ferma resistenza di un pubblico ministero ha portato alla qualificazione di un grave accoltellamento nella fattispecie di lesioni e non di tentato omicidio. Lesioni gravi che, purtroppo, sono state punite con soli due anni di galera, e che hanno consentito a chi le ha commesse di non rischiare di vedere neppure aprirsi le porte di un carcere. Ecco il messaggio che ne vien fuori, chiarissimo, cristallino, innegabile: accoltellare due Appartenenti alle Forze dell’Ordine, con il concreto rischio che essi restino uccisi, non costa proprio nulla. La loro vita non vale neppure un giorno di galera né alcuna altra conseguenza per chi li aggredisce mentre, oltre tutto, sta commettendo un altro grave reato. Per noi è una cosa davvero vergognosa”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, riassume così l’esito dell’udienza preliminare che si è tenuta oggi davanti al Giudice di Padova a carico di Imed Kannoussi, 35enne nato in Tunisia, in Italia senza fissa dimora, arrestato il 5 febbraio scorso a Padova dopo aver aggredito due Carabinieri che lo avevano fermato. L’uomo, poco prima, aveva offerto ai militari in borghese della droga e, quando hanno tentato di arrestarlo, si è scagliato contro di loro con un coltello dalla lama di 17 centimetri, ferendo entrambi seriamente. I Carabinieri, alla fine, sono riusciti comunque ad arrestarlo, ma due giorni dopo lo spacciatore è stato rimesso in libertà in attesa di giudizio, con il solo divieto di dimora a Padova. Inizialmente arrestato anche per tentato omicidio, Kannoussi alla fine è stato chiamato a rispondere di spaccio di cocaina, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate, e porto di coltello. Oggi in aula il Giudice ha ammesso la costituzione di parte civile dei due militari feriti, Alessandro Casu e Davide Caporale, nonché del Coisp, tutti rappresentati dall’avvocato Giorgio Carta “la cui mirabile discussione – racconta Maccari -, fondata su ferree argomentazioni ed una non comune determinazione, ha consentito di superare le resistenze rispetto alla nostra richiesta di costituirci parte civile, dal momento che ha dimostrato chiaramente come il Coisp fosse legittimato ad entrare nel giudizio, in quanto non è portatore di semplici interessi diffusi, ma depositario, promotore e curatore dei diritti di tutti gli Appartenenti alle Forze di Polizia, come del resto è esplicitato nello statuto dell’Organizzazione”.

Il procedimento a carico di Kannoussi, comunque, si è chiuso definitivamente oggi stesso senza giudizio nel merito, poiché la difesa dell’uomo ha chiesto ed ottenuto di patteggiare due anni di reclusione, pena che non lo porterà in carcere per questa specifica vicenda – anche se l’uomo vi si trova comunque per altra causa (!!)-. “La scelta del rito alternativo dell’applicazione della pena su richiesta delle parti – spiega l’avvocato Carta – esclude automaticamente le parti civili dal procedimento penale. Ma ciò sposta solo la sede dove faremo valere le nostre ragioni, che adesso è quella del Tribunale Amministrativo Regionale dove proporremo ricorso contro il Ministero della Difesa che in sede penale avevamo chiesto di citare come responsabile civile, perché, a nostro giudizio, siamo di fronte ad una violazione del rapporto contrattuale di lavoro dal momento che i Carabinieri feriti, proprio come tutti gli Appartenenti ai Corpi di Polizia operanti nei servizi sul territorio, subiscono una grave esposizione al pericolo e gravi violenze, nonché, troppe volte, il pubblico discredito, senza che la loro integrità fisica sia adeguatamente tutelata dalle Istituzioni dal momento che, inspiegabilmente, gli Operatori di Polizia italiani non sono forniti delle c.d. armi non letali, quali spray urticanti o teaser (immobilizzatori), già in dotazione presso i Corpi di Polizia di numerosi Paesi stranieri, che sono sicuramente idonei a limitare i pericoli per l’incolumità degli operanti”.

“Al di là dell’ottimo risultato di oggi – conclude Maccari -, rimane l’incancellabile amarezza per come questa vicenda si è sviluppata in sede di procedimento penale. Un’amarezza che già avevamo provato assistendo all’immediata rimessione in libertà di uno spacciatore di cocaina che ha preso a coltellate due Carabinieri, lasciato libero di tornare indisturbato per strada a delinquere. Ma accresciuta enormemente non solo dal fatto che non gli sia stato contestato il tentato omicidio, ma soprattutto che quando l’avvocato Carta oggi ha espresso queste sue perplessità è stato tacciato dal pubblico ministero onorario (!!) di comportarsi come se l’aula fosse ‘un palcoscenico politico’! Un’esternazione inspiegabile ed assolutamente infelice, per non dire di peggio. Curarsi di difendere l’incolumità di coloro che ogni giorno rischiano la salute per difendere la sicurezza e la legalità, e sottolineare che la loro vita ha un valore che dovrebbe andare un pochino al di là di quello dello straccio con cui la gente si pulisce le scarpe, non sono argomenti amati dalla politica né dai media… Magari lo fossero, forse in quel caso non dovremmo fare noi i salti mortali per difendere i colleghi in ogni angolo d’Italia”.

Coisp

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