In Corea del Nord giustiziato il Capo delle Forze Armate


“Abbiamo appreso con puro orrore la notizia che in Corea del Nord si sia deciso di giustiziare il Capo delle Forze armate per ‘slealtà e mancanza di rispetto’ verso il leader supremo, ed il primo pensiero è stato che per fortuna non viviamo in quel Paese. Ma l’occasione è stata propizia per una riflessione più profonda sull’effettiva democraticità del nostro Paese, dove a ben vedere i Servitori dello Stato vengono comunque ‘pugnalati’ non di rado proprio per una presunta mancanza di rispetto anche quando in realtà esercitano i propri sacrosanti diritti. Lo starà pensando, certamente, il nostro collega Fabio Tortosa e con lui diversi altri Poliziotti che oggi si ritrovano accusati di ‘slealtà e mancanza di rispetto verso (un qualche) leader supremo’…. per avere, il primo, pubblicato un post su Facebook, e, gli altri, aver messo un like su tale post”.

Una riflessione che il Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, attraverso il proprio Segretario Generale, Franco Maccari, ha voluto condividere con il Capo della Polizia, Alessandro Pansa, con una missiva inviatagli, appunto, dopo che, secondo fonti di intelligence di Seul, Hyon Yong-chol, Capo delle Forze Armate, è stato ucciso da un plotone d’esecuzione con armi antiaereo. Punito con la morte per essersi addormentato durante una parata militare e non aver eseguito gli ordini del dittatore Kim Jong-un, ed accusato di “slealtà e mancanza di rispetto” verso il leader supremo.

“Non siamo in Corea del Nord – ha scritto Maccari -… ma questa Italia è proprio come la vorremmo, è come se la immaginavano i tanti che sono morti per dargli origine e poi per difenderla? Oppure anche qui abbiamo il nostro leader supremo (e magari più d’uno … perché a noi italiani piace abbondare su tutto) cui non si può dire di no quando questo grida alla mancanza di lealtà e di rispetto da parte di qualcuno tra quelli che non hanno santi in paradiso? E la nostra Polizia di Stato come è messa? Perché, se è vero che non si prepareranno i cannoni antiaereo per l’Assistente capo Tortosa e per quei colleghi che hanno condiviso, o semplicemente letto, il suo post su Facebook, è anche vero che quanto è stato fatto nei loro riguardi non sa certo di democraticità … non ne ha nemmeno l’odore”.

“Gent.mo Capo della Polizia – si legge ancora nella lettera -, in un Paese come l’Italia dove la valenza e la vita stessa delle persone è dettata dallo stipendio che percepiscono, dalle conoscenze importanti e dai rapporti di parentela, Fabio Tortosa è un uomo che conta evidentemente poco (abbiamo fondato motivo di ritenere che percepisca un misero stipendio di circa 1.500 euro al mese e che non possa vantarsi di avere conoscenze politiche o parenti importanti …. come grandissima parte dei poliziotti, del resto) ed eccolo quindi sospeso dal servizio, con provvedimento a sua firma, per aver pubblicato, forse con superficialità e scarsa avvedutezza, un discutibile post su Facebook il 9 aprile scorso, due giorni dopo la sentenza della Corte Europea che ha stabilito che alla scuola Diaz vennero fatte azioni di tortura sui manifestanti”.

Un post teso a rivendicare la correttezza dell’operato, durante il G8 di Genova, del reparto ove operava Tortosa e che aveva la finalità di puntualizzare che la Polizia di Stato non è un covo di torturatori come alcuni la vogliono dare a bere da sempre. Ad ogni modo quell’affermazione ha provocato i pruriti del ben noto partito dell’anti-polizia che numericamente conta infiniti sostenitori all’interno del circuito mediatico, della pseudo cultura italiana e delle Istituzioni, ma i cui componenti continuano a disconoscere quella è che la ‘vera verità’. Quella verità che ci saremmo aspettati sentir dire da lei, Signor Capo della Polizia, o dal nostro Ministro Alfano….

Dopo questa premessa, Maccari conclude chiedendo a Pansa di “iniziare a condividere, con i fatti, ciò che non tanto noi quanto tutti i poliziotti e la stragrande maggioranza degli italiani affermano e vale a dire che è il momento di finirla con l’ipocrisia, con le lotte politiche e le fiere mediatiche consumate sulla pelle dei poliziotti. La sospensione immediata dal servizio di Fabio Tortosa per un post su Facebook, la rimozione dall’incarico di dirigente del Reparto Mobile di Cagliari di quel funzionario che assieme ad altre decine di poliziotti ha inteso con un ‘mi piace’ salutare l’autore del post, la richiesta di spiegazioni scritte a quegli altri che avevano cliccato sul tasto like …. sanno ben poco di democrazia!”.

“I poliziotti – conclude Maccari -, continuano a chiedere di avere un Capo della Polizia che abbia il coraggio di difendere i propri uomini dai continui tam tam mediatici che li vorrebbero crocifissi sulla pubblica piazza. Lei potrebbe ancora essere quel Capo. Non è impossibile trovare il coraggio di revocare gli assurdi provvedimenti emessi nei confronti dei citati poliziotti, né è impossibile garantire loro un procedimento disciplinare che non abbia il finale già scritto…”.

Coisp

Nessun Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

7 − uno =

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Precedente Omicidio a Lodi, il presunto assassino egiziano era stato denunciato ed espulso
Successiva La moda di Ferdinand a Moda all’ombra del Vesuvio

Articoli Suggeriti

Grande successo per la doppia inaugurazione di Italia Soul Contemporary Art In UAE II Edition

G8 Genova, Coisp chiede giustizia per Placanica

Giffoni Film Festival: il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti incontra i giurati

NO ALLO SMANTELLAMENTO DEL CORPO FORESTALE

Coisp: presentata ai sindacati la bozza delle nuove istruzioni operative per gli Operatori di polizia

Maurizio Maddaloni è il nuovo Presidente Rotary Posillipo