Donna rumena abortì e accusò la Polizia


“Non è più possibile continuare a fare ordine pubblico a queste condizioni, siamo esposti a rischi e nefandezze che non è più possibile sopportare senza le dovute tutele. E’ compito ineludibile di chi ci amministra predisporre ogni misura possibile ed impossibile per garantirci di poter fare il lavoro che si pretende da noi senza pagare un prezzo ingiusto e troppo, troppo alto”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, interviene così a seguito della notizia dell’indagine per calunnia a carico della donna rumena che raccontò di aver abortito a causa delle manganellate ricevute dalla Polizia, a Milano, durante uno sgombero nello scorso novembre, nonché a carico della sorella e di un’amica della stessa 37enne. Gli inquirenti hanno accertato la totale infondatezza delle accuse della donna, dopo che le indagini hanno consentito di appurare che l’aborto si è verificato per problemi fisiologici interni mentre non sono state riscontrate lesioni esterne. Più precisamente non sono stati trovati segni di alcuna manganellata, ed anzi le indagini, anche attraverso intercettazioni, avrebbero fatto emergere il tentativo da parte della 37enne della sorella e dell’amica di far passare una versione falsa e di convincere anche altre persone a farlo.

“Inutile dire che se la tesi della Procura si dimostrasse fondata saremmo di fronte alla bassezza più inimmaginabile – insiste Maccari – usare la perdita di un figlio per trarne vantaggio a spese dei colleghi. Un’atrocità che la dice lunga su ciò cui andiamo incontro quando andiamo a fare servizio nelle strade, nelle piazze, ed in ogni altro luogo dove la violenza, ma anche l’accanimento, la vigliaccheria, la strumentalizzazione, e persino l’avidità sono pericoli subdoli e striscianti forse più pericolosi di pistole e fucili. Pericoli contro cui ancora, vergognosamente, non siamo messi in condizione di difenderci. Spray antiaggressione, taser, telecamere, ed anche le bacchette magiche se servirà, ma chi ha la responsabilità di migliaia e migliaia di Appartenenti alle Forze dell’Ordine non può più tirarsi indietro di fronte all’obbligo di tutelare quei Servitori dello Stato che svolgono un servizio che nessun altro al mondo accetterebbe di compiere sapendo che per fare il proprio dovere si può perdere, oltre alla vita e alla salute, anche la serenità, l’onore, il sonno a causa della vigliaccheria di chi ormai sa che a prendersela con i Tutori della sicurezza non si sbaglia mai, e tutt’al più, se si viene smascherati, si perdono solo i soldi che si sperava di intascare ingiustamente. E per i ‘cretini’ calunniati? Scuse? Risarcimenti? Riabilitazioni ufficiali? Macchè, un bel nulla di nulla, neppure una scatola di antiacido per combattere l’ulcera che portando la divisa è il meno che ti può venire”.

Coisp

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