Da Miami a Dubai è mozzarella di bufala mania


“E’ un prodotto praticamente unico e irripetibile e questo spiega, tra le altre cose, il motivo del suo successo in tutto il mondo”.

In questo modo Antonio Lucisano, Direttore del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, ha esordito nel corso di una serata che si è svolta presso il Big Fish ristorante glamour di Miami, dedicata al binomio vincente tra due delle grandi Dop del nostro meridione, la Mozzarella di Bufala Campana e il Pomodoro San Marzano. Circa 100 gli ospiti tra stampa, buyers, operatori del settore e trend setter, tutti pazzi per la Mozzarella, protagonista anche di una selezione di piatti che hanno deliziato gli ospiti. Un grande successo per una iniziativa che ha visto protagonista l’Ice, rappresentata da Giancarlo Albero, Direttore Ice di Miami, e che ha avuto un “presentatore” d’eccezione come il Console Adolfo Barattolo.

“Il mercato statunitense, con oltre mille tonnellate pari quasi all’11% del nostro image008export, rappresenta uno dei più importanti per il nostro prodotto – ha sottolineato Lucisano – Del resto da queste parti sono molto sensibili al fascino del Made in Italy e, in particolare, delle nostre eccellenze agroalimentari. Ho trovato molta attenzione e sensibilità nei confronti della mozzarella di bufala campana e, soprattutto, interessanti prospettive di crescita in termini di volume e valore per l’immediato futuro”.

Sensazioni positive che rimbalzano a oltre 12.000 km di distanza da Miami e, più precisamente, a Dubai dove il Consorzio è presente a Gulfood, iniziativa entrata ormai di diritto tra quelle che contano nel panorama degli appuntamenti internazionali.

“Grande attenzione e interessanti prospettive – spiega Domenico Raimondo, Presidente del Consorzio – in uno scenario che, anche dal punto di vista climatico, si sposa perfettamente con il nostro prodotto. Tanta curiosità, molti incontri di livello, soprattutto con il mondo della ristorazione che considera la mozzarella di bufala campana dop un vero e proprio must gastronomico. I numeri per ora sono marginali (120 tonnellate nel 2013) ma è evidente che si tratta di un mercato ancora tutto da esplorare e che potrebbe rappresentare, per il futuro, un importante punto di approdo per il nostro prodotto”.

D’altra parte i dati del Consorzio sull’export sono, almeno dal punto di vista quantitativo, sicuramente positivi.

“I numeri sono in crescita, basti pensare che siamo passati dalle 8.909 tonnellate del 2012 alle oltre 10.000 del 2013 e stiamo vagliando i dati del 2014, anche questi in salita – commenta Raimondo – così come è in crescita la percentuale del prodotto esportato, passata dal 24% del 2012 al 27% del 2013 con una valutazione intorno al 29% per lo scorso anno. Il problema quindi non è la quantità ma il valore, che invece ha subito una decisa flessione, figlia certamente della crisi ma anche di altre cause. Ed è su questo che, attraverso i vari appuntamenti sui diversi mercati, noi del Consorzio stiamo lavorando, spiegando appunto al consumatore straniero il vero valore di un’eccellenza come la nostra”.

 

 

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