MIGLIAIA DI GIUBBETTI ANTIPROIETTILE SCADUTI E NON SOSTITUITI


“I giubbetti antiproiettile in dotazione alla Polizia di Stato sono giunti a scadenza funzionale, e non sono più rispondenti alle esigenze tecniche e operative: in sostanza non è più garantita la loro funzione salvavita. Il Dipartimento non ha però programmato la loro sostituzione, diminuendo drasticamente il numero dei giubbetti disponibili, e costringendo i poliziotti ad una sorta di roulette russa per aggiudicarsene uno prima di scendere in strada”.

E’ quanto afferma Franco Maccari, Segretario Generale del COISP – il Sindacato Indipendente di Polizia, che sulla vicenda ha nuovamente scritto al Capo della Polizia, Prefetto Alessandro Pansa. “I giubbetti sono giunti ‘alla frutta’ – dice Maccari – e ciò nonostante il Dipartimento si limita ad effettuare la solita sconsiderata risoluzione. E’ oramai noto a tutti l’acquisto di 19.733 giubbetti antiproiettile, in tre distinti lotti, prodotti da una ditta Israeliana, di cui 10.000 prodotti nell’anno 2004 con scadenza 31.12.2014; n.8.733 prodotti negli anni 2004/2005 per i quali la maggior parte ha scadenza sempre il 31.12.2004, mentre in minore percentuale, che dovrebbe aggirarsi sulle 3.000 unità, con scadenza 2015; le ultime 1.000 unità, prodotte nell’anno 2006, termineranno con scadenza nell’anno 2016. Ad oggi l’Amministrazione non ha effettuato né programmato alcuna intuizione tendente a sostituire i giubbetti antiproiettile scaduti, ed i poliziotti di tutt’Italia vedono diminuire la distribuzione individuale di questi importantissimi sistemi salvavita! A fronte di questa sconsiderata situazione, l’Amministrazione si limita a sostituire i giubbetti scaduti con i soli 4000 ancora funzionali, mentre la realtà è che sono sempre più pressanti le richieste dei vari Uffici di Polizia e dei Reparti, che continuano a ripetere a squarciagola e per corrispondenza che i giubbetti sono presenti in numeri improponibili! Cosa si inventa allora l’Amministrazione? Si escogita una disposizione Ufficiale, pare suggerita dal Prefetto Franceschelli, Direttore Centrale dei Servizi Tecnico Logistici e della Gestione Patrimoniale, di diminuire ‘tout court’ il numero dei giubbetti individuali per i servizi operativi di Polizia, poiché è stato rappresentato che prima delle scadenze naturali dei salvavita, erano stati acquistati in numeri poco rappresentativi, o per meglio intenderci, poco proporzionali. Una sorta di ‘gioco delle tre carte’ sulla pelle dei poliziotti! L’Amministrazione asserisce di fatto che sono in procinto di acquisto all’incirca 10.000 o 12.000 giubbetti antiproiettile mediante gara d’appalto istituita dall’Arma dei Carabinieri – oramai non essendoci più capacità di nulla, ci accodiamo agli approvvigionamenti delle altre Amministrazioni, come già fatto per 1500 giubbetti – motivando la decisione con ragioni di ‘spending review’, ma in realtà tentando di nascondere incapacità ed inadempienze schematiche, quando si sarebbe dovuto rispettare un semplice scadenzario. Ci chiediamo inoltre quando arriveranno i nuovi salvavita, considerando che i giubbetti si acquistano in lotti ed in numeri così importanti, e per via delle intransigenti  attività amministrative e tecniche – bandi di gara, aggiudicazione, registrazione alla Corte dei Conti, realizzazione materiale dei prodotti, non ultimo il reperimento univoco del finanziamento dell’opera da parte dell’Amministrazione), il tutto si prorogherà per un effettivo utilizzo operativo dei primi lotti forse alla fine dell’anno 2015 se tutto andrà bene!”.

“Nel frattempo – prosegue Maccari – noi sbirri, cosa facciamo? Ci dividiamo gli equipaggiamenti tirando a sorte? O ci sarà una qualche disposizione che ne attribuirà l’uso solo a chi si comporta bene o sta più simpatico?” Maccari ha quindi evidenziato al Capo della Polizia come “anche per le Amministrazioni Statali, così come per il privato, nel caso si manifestino gravi inadempienze per la tutela degli infortuni da parte dal datore di lavoro a discapito degli Operatori, si ravvisano anche reati”, e che “sebbene quella minima parte degli attuali giubbetti antiproiettile non sia prossima alla scadenza definitiva, manca solo un anno alla scadenza naturale dei 10 anni. Abbiamo inoltre appreso da fonti ben qualificate e rappresentative che i giubbetti, durante il loro lungo corso operativo, seguendo vari step tecnici di raffronto, conseguenti a prove balistiche e fisico organolettiche, debbono essere ad ogni costo testati, al fine di evidenziarne la naturale permanenza degli intrinsechi requisiti tecnici. Anche in quest’ultimo caso l’Amministrazione non fa eseguire i test, e non lo fa nemmeno per tutti quegli equipaggiamenti che hanno scadenze predefinite, causa il decadimento chimico-fisico delle materie prime utilizzate per la realizzazione, come ad esempio gli scudi antisommossa, i caschi da ordine pubblico ed i caschi antiproiettile, le protezioni antisommossa. Una situazione – conclude Maccari – di cui bisogna individuare le responsabilità, che non sono certo attribuibili all’ignaro poliziotto che rischia quotidianamente la vita nell’espletamento del proprio servizio. E’ giunto il tempo di ‘rimuovere’ determinate figure da quegli Uffici e Settori d’interesse strategico che come documentato sino a oggi, per la loro inadeguatezza gestionale, procurano solo ‘gravissimi danni’ in termini di efficienza, mettendo giornalmente in pericolo l’incolumità dei Poliziotti”.

Coisp

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