No alla controriforma della Pubblica Sicurezza


Diamo atto pubblicamente al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’interno ed al Governo di aver mantenuto l’impegno solennemente assunto, grazie al dialogo finalmente stabilitosi, pur dopo forti incomprensioni: come avevamo anticipato oggi è ufficiale, nel testo del disegno di legge di stabilità c’è lo sblocco del tetto retributivo e di tutti gli effetti dei meccanismi di progressione economica e di carriera. Chiediamo però all’Esecutivo di rivedere immediatamente la cancellazione di fatto dell’obbligo di rispettare le griglie orarie previste per l’effettuazione dei servizi dall’Accordo nazionale quadro: si tratta di una norma che nulla ha a che vedere con i risparmi di spesa e neanche con l’efficienza dei servizi, ma ha il solo obiettivo di nascondere dietro un dito conclamate incapacità dirigenziali che affliggono la Polizia di Stato.

Da tempo avevamo già registrato il tentativo strisciante di riportare indietro l’orologio della storia che l’Amministrazione della pubblica sicurezza stava tentando di mettere in atto sia che si parlasse, solo per fare qualche esempio, di straordinari o di alloggi servizio, per non parlare della revisione della spesa ipotizzata con la chiusura di molti presidi di frontiera, quelli dove si fa veramente polizia. La difesa di intollerabili privilegi economici è intimamente connessa con l’arroganza di chi, mentre tenta di definirsi manager si comporta ormai sfacciatamente da caporale di giornata: il nostro datore è andato a raccontare frottole per cancellare in maniera unilaterale un contratto per poi andare ad una trattativa che i rappresentanti dei lavoratori dovrebbero affrontare con coltello alla gola rappresentato dalla deregulation che si avrebbe nei servizi durante trattative lunghe e complesse.

L’Amministrazione ha finalmente gettato la maschera rendendosi promotrice di un tentativo di controriforma per rimilitarizzare la Polizia di Stato, attuando un sogno a lungo accarezzato dai troppi dirigenti che vorrebbero, così facendo, nascondere le proprie incapacità e mantenere privilegi. Siamo disponibili a discutere di tutto e ci appelliamo alla disponibilità ufficialmente manifestata in questo senso dal Presidente del Consiglio: si proceda al rinnovo del contratto, come previsto da ormai due anni dal decreto D’Alia ed alla consequenziale stesura di un nuovo Anq, come già previsto dalla normativa, ma sia cancellata immediatamente la norma transitoria che tenta di cancellare quarant’anni di lotte dei lavoratori di Polizia per mantenere privilegi inammissibili ed a volte anche inconfessabili.

Ci appelliamo al Governo, dal Ministro Alfano al Presidente Renzi, affinché venga salvaguardata la Riforma della Pubblica Sicurezza del 1981 dall’aggressione di chi, accampando mille alibi, non ha finora consentito di attuarla fino in fondo e che finalmente ha una faccia, un nome ed un cognome.

Coisp

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