Immigrazione, protesta al Cie di Bari


“Ecco qua, ci mancavano in effetti le accuse di tortura da parte degli immigrati clandestini che si sono prontamente uniformati alla moda del momento ma si sa, giunti in Italia si apprendono velocemente le cose che convengono di più. La verità è che, ancora una volta, ogni scusa è buona per violare la legge, e del resto non siamo affatto nuovi alle proteste ed alle manifestazioni violente più impensabili che dobbiamo fronteggiare nello svolgimento di servizi legati all’immigrazione. L’unica tortura di cui si può seriamente parlare è quella che siamo costretti a subire dovendo gestire da soli situazioni esplosive di cui facciamo le spese sulla nostra pelle pur se, invece, siamo gli unici che nei fatti si prodigano per gli immigrati dal momento in cui le onde rischiano di ingoiarli in poi”.

E’ il commento di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia alla notizia dell’ennesima protesta presso il Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Bari, dove un gruppo di immigrati ha dato fuoco la notte scorsa a materassi accatastati in uno dei moduli del centro per protestare contro l’intervento delle Forze dell’Ordine nei confronti di un cittadino albanese che è stato rimpatriato. Gli immigrati hanno sostenuto che l’albanese sarebbe stato “preso con la forza” per “essere portato in una stanza e picchiato”.

“Accuse gravissime quanto infondate – aggiunge Maccari – cui siamo abituati da tempo e che nel panorama delle menzogne orchestrate contro di noi che dobbiamo far rispettare leggi che non piacciono e che gli immigrati violano spesso e volentieri non sono neppure fra le più odiose ed infamanti che abbiamo sentito. Molti colleghi hanno già dovuto subire persino di peggio, costretti ad esporre il fianco per via dei doveri che devono assolvere, uscendone sempre a testa alta ma senza che nessuno potesse poi ristorarli dei gravi danni subiti su tutti i fronti… Se non è tortura questa…”.

“Bisogna capire che la misura è colma – insiste il Segretario del Coisp – e che è ora di smetterla con tutte queste vigliaccherie riservate in ogni contesto alle Forze dell’Ordine. Bisogna per altro verso iniziare a discutere le cose per come sono nella realtà e smetterla di idealizzare un inesistente comportamento della maggior parte dei clandestini che, lungi dall’essere gli agnellini ligi e rispettosi che si vuole far credere, molto spesso hanno le idee fin troppo chiare su come e quanto possono forzare la mano e violare le leggi consci che non dovranno subirne le conseguenze. Da una parte continua ad esserci un sistema istituzionale che pretende che manteniamo ogni situazione sotto controllo e che, sapendo di avere addosso gli occhi degli altri Partner europei, insiste a sollecitarci perché portiamo a compimento sempre e comunque le attività che riguardano i clandestini (vedi, su tutto, i famigerati fotosegnalamenti). Dall’altra parte continuano ad esserci centinaia di immigrati che, lungi dal voler collaborare, fanno di tutto per opporsi ed ostacolare i nostri servizi, e lo ripetiamo la scena di delirio alla notizia del prossimo rimpatrio è il meno… La risposta da parte nostra quale dovrebbe essere?”.

“Rispondiamo a tal proposito – conclude Maccari – all’europarlamentare Barbara Spinelli che da Bruxelles, pensando di fare chissà quale colpaccio, ha affermato di essere ‘in possesso di circolari Ufficio Stampa Co.I.S.P. Nazionale e documenti, in cui viene data disposizione di procedere all’ acquisizione di foto e impronte anche con l’uso della forza se necessario’. Ci spiace rovinare i progetti di fama all’Onorevole Spinelli, ma di questi famigerati documenti abbiamo già parlato ampiamente appena pochi giorni fa, quando abbiamo lanciato un nuovo appello al Ministero spiegando che è inutile insistere a dirci che dobbiamo assolutamente effettuare i fotosegnalamenti come se noi non volessimo farlo, perché il punto è ben altro: farlo, quando magari ci troviamo di fronte a centinaia di immigrati, molti dei quali si oppongono e recalcitrano, e nelle condizioni di assoluta insufficienza numerica nelle quali svolgiamo questi servizi, assomiglia molto più ad un miracolo che ad un servizio da svolgere. In questi documenti niente affatto segreti, Onorevole Spinelli, nessuno ci ha dato disposizione di legare e frustare alcun immigrato, e se si fosse presa la briga di leggerli tutti attentamente per intero se ne sarebbe accorta anche lei. La frase che l’Onorevole strumentalmente e subdolamente cita, si trova piuttosto in un volantino che viene distribuito ai migranti che arrivano in Italia per spiegare loro, nella maniera più chiara e diretta possibile, quali sono le procedure che devono essere necessariamente espletate, e che foto ed impronte per il riconoscimento ‘devono’ essere date alle Forze dell’Ordine rappresentando il rifiuto una violazione della legge. Tanta brutale chiarezza serve purtroppo, Onorevole Spinelli, proprio perché la maggior parte dei clandestini che ci prendono a pugni o che spaccano tutto, amano in seguito giustificarsi affermando di non sapere cosa stesse per capitargli e di essersi fatti prendere dal panico, e molte altre belle storielle del genere… proprio come avvenuto a Bari.. Ma lì come altrove un reato rimane tale e non c’è protesta che si possa legittimamente portare avanti incendiando le cose! No Onorevole, basta con questi assurdi fantasmi delle stanze delle torture e delle violenze delle Forze dell’Ordine. Nessuno potrebbe mai sognarsi di dire ai Poliziotti italiani di fare del male a qualcuno, e se anche ciò accadesse a seguito di un’ondata di follia che travolgesse tutti al Ministero, i Poliziotti italiani non potrebbero mai venir meno al loro giuramento di operare per la sicurezza e la legalità”.

Coisp

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