Calcio e violenza, il Coisp interviene dopo il nuovo grave ferimento dei colleghi a Roma


“La stagione calcistica è ormai tornata nel vivo e, a parte qualche timido intervento in materia e qualche debole reazione ai soliti vergognosi episodi di violenza, tutto è esattamente come prima. Poliziotti in ospedale – e solo per pura fortuna ancora nessuno all’obitorio -, spese pazze in occasione delle partite, società che si riempiono le tasche a costo della nostra salute, tifosi violenti che impazzano nelle vesti di eroi da incitare invece che da condannare severamente. Lo avevamo detto a giugno… lo diciamo ogni anno… Quando ci scappa il morto fiumi di inutili parole, ma poi, nei fatti, tutto resta uguale. Ed al danno si aggiunge la consueta insopportabile beffa: questa volta a tornare in libertà nel giro di appena 24 ore sono stati i tifosi russi che, in occasione della partita Roma-Cska Mosca, sono stati immortalati mentre aggredivano gli steward e successivamente quattro Poliziotti intervenuti d’urgenza – in attesa dei colleghi del Reparto mobile – per fermare la delirante violenza che impazzava nello stadio, colpendoli al volto con calci e tirapugni di ferro, e mandandoli tutti all’ospedale dove adesso ancora si trovano alcuni con la bocca piena di punti di sutura, alcuni con la mandibola rotta e qualcuno che dovrà subire un intervento chirurgico al viso. E la vergogna continuerà e peggiorerà, quando nelle tribune degli stadi vedremo Rappresentanti istituzionali e politici accomodati nelle poltrone a gustarsi in diretta la palla che rotola sul campo lasciando dietro di sé una scia del nostro sangue”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, fa seguito ad un intervento della Segreteria romana del Sindacato Indipendente di Polizia che, in occasione dei violenti incidenti avvenuti il 17 settembre nella Capitale prima e durante la partita Roma-Cska Mosca, ha manifestato tutto il proprio sdegno per il grave ferimento dei colleghi e per la vicenda processuale che ne è seguita a carico dei tifosi.

“Tralasciamo – insiste Maccari – il profondo squallore di un pubblico ministero di turno chiamato ad occuparsi degli arresti effettuati dai colleghi il quale non sopporta che noi cretini di turno ‘disturbiamo’ il suo sonno da mezzanotte alle sette del mattino, mentre quattro Poliziotti sono arrivati nelle mani dei dottori con maschere sanguinolente al posto della faccia… Rimane il costante e insopportabile pericolo che ormai rappresenta per noi ogni partita di questo assurdo gioco al massacro. I Poliziotti non sono agnelli sacrificali e non si può pretendere che rischino la vita in questo modo, in queste condizioni, in tali circostanze e senza che le partite di calcio siano pubblicamente ed ufficialmente identificate per quello che sono: trappole mortali. Senza cioè che si prendano le necessarie, serie e concrete contromisure, e senza che alcuno si assuma la responsabilità di quanto accade a noi. Chiediamo da anni che i team si accollino le spese di servizi d’ordine degni delle più dure guerriglie che si rendono necessari in occasione dei match, chiediamo da tempo immemore che ci vengano forniti più efficaci e maneggevoli strumenti per fronteggiare i facinorosi, chiediamo da sempre che le conseguenze di legge giungano concrete e severe in risposta ad una violenza insensata e bestiale. Ma è alquanto evidente che di tutto questo non importa molto a nessuno, perché quando ci scappa il morto si rimedia con vuota retorica ed inutili intitolazioni, ed i Poliziotti continuano ad essere considerati quarti di bue da mandare al macello senza troppi pensieri”.

Coisp

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