Fibrosi Polmonare Idiopatica, efficace la cura con il pirfenidone


Monaco, Germania – InterMune®, Inc. ha presentato l’8 settembre scorso i risultati delle analisi combinate provenienti dai dati di tre studi clinici multinazionali e randomizzati di fase tre (gli studi ASCEND, CAPACITY 004 e 006) che dimostrano benefici a lungo termine del trattamento con pirfenidone per i pazienti affetti da fibrosi polmonare idiopatica (IPF) dopo 72 settimane di trattamento. I dati sono stati presentati al Congresso della European Respiratory Society (ERS) 2014 dal Prof Paul W. Noble, M.D del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles.

Le analisi dei dati combinati al momento dell’endpoint primario degli studi, nei quali i pazienti sono stati trattati per 52 settimane per lo studio ASCEND e 72 settimane per lo studio CAPACITY, mostrano una riduzione del 52% del rischio di declino ≥10% della capacità vitale forzata (FVC) o morte (hazard ratio [HR] 0.48; 95% confidence interval [CI] 0.37–0.63, p<0.001).

Le analisi mostrano anche una riduzione del 34% del rischio di declino ≥50 metri nel test del cammino (6MWD) o morte HR 0.66; 95% CI 0.54–0.82, p<0.001), e l’analisi della sopravvivenza libera da progressione di malattia ha mostrato che il rischio di progressione della patologia è stato ridotto del 38% (HR 0.62; 95% CI 0.52–0.75, p<0.001) nel gruppo pirfenidone, confrontato col gruppo placebo.

Inoltre, il rischio di mortalità per tutte le cause si è dimostrato ridotto del 37% (HR 0.63; 95% CI 0.41–0.98, p=0.040) e il rischio di mortalità per IPF durante il trattamento è stato ridotto del 60% (HR 0.40; 95% CI 0.20–0.80, p=0.007) nel gruppo di pazienti trattati con pirfenidone, comparati ai pazienti trattati con placebo.

Il rischio di aumento di ≥20 punti in termini di punteggio UCSD SOBQ o di morte (HR 0.75; 95% CI 0.60–0.93, p=0.007) è stato ridotto del 25% all’endpoint dello studio. I risultati riguardo alla sicurezza del trattamento si sono dimostrati coerenti con le osservazioni precedenti.

Paul Noble, del Cedars-Sinai Medical Center, Los Angeles, ha dichiarato “La fibrosi polmonare idiopatica (IPF) è una patologia polmonare cronica, progressiva e irreversibile che necessita di trattamenti clinici sia d’urgenza che di lungo termine. Queste analisi ci forniscono una convincente evidenza sui benefici a lungo termine ottenuti con pirfenidone che, associati ai dati di sicurezza a lungo termine presentati durante questo meeting, condizioneranno le decisioni cliniche degli operatori sanitari coinvolti nella cura dei pazienti con IPF.”

I dati delle analisi combinate includono sia i pazienti randomizzati che hanno ricevuto 2403mg/die o placebo (N=1247) per 52 settimane nello studio ASCEND, sia quelli che lo hanno ricevuto per 72 settimane nello studio CAPACITY. Per ovviare alle differenze di durata dei due trial è stato utilizzato un modello “Cox proportional hazards” per stimare la portata degli effetti del trattamento sui seguenti outcomes: il tempo per un declino confermato ≥10% nella capacità vitale forzata o morte, il tempo per un declino confermato ≥50m nel 6MWD o morte, il tempo per l’aumento ≥20 punti nel ‘Questionario per la mancanza del respiro’ dell’Università della California (University of California San Diego Shortness of Breath Questionnaire), la progressione libera da malattia (tempo fino al primo fra: un declino confermato ≥10% della FVC, un declino confermato ≥50 m della 6MWD o la morte) e quattro outcomes di mortalità.

Uno studio separato presentato dal Professor Ulrich Costabel, dell’Essen University Hospital in Germania, ha esaminato i dati di sicurezza a lungo termine del trattamento con pirfenidone in pazienti con IPF arruolati nello studio RECAP, uno studio di lungo termine, di estensione open label, di valutazione della terapia continua con pirfenidone in pazienti che avessero già completato uno dei trial di fase 3.

Le analisi ad interim di questi trial hanno dimostrato che il trattamento a lungo termine con il pirfenidone ha un favorevole profilo di sicurezza ed è generalmente ben tollerato fino a 4,9 anni. La tipologia e la frequenza di eventi avversi si è dimostrata coerente con i trial di Fase III, così come le recenti analisi sulla sicurezza che hanno integrato I dati provenienti da 4 trial clinici, che includono pazienti con una esposizione al farmaco fino a 8.6 anni.[i]

La sicurezza del pirfenidone è stata anche valutata in un’analisi intermedia sui dati di 530 pazienti arruolati nello studio PASSPORT, uno studio di sorveglianza post-autorizzazione volto a valutare la sicurezza a lungo termine per i pazienti che ricevono il trattamento con pirfenidone in Europa. I risultati intermedi, presentati da Dirk Koschel, MD, del Fachkrankenhaus Coswig in Germania, hanno dimostrato che la sicurezza del pirfenidone al di fuori del trial clinici (dunque nella vita reale) è coerente con i dati ottenuti all’interno dei trial clinici.

In questo studio osservazionale, prospettico tuttora in corso, il pirfenidone ha dimostrato un profilo di sicurezza favorevole ed è stato generalmente ben tollerato.

Informazioni sul Pirfenidone

Il pirfenidone è un agente attivo per via orale, antifibrotico che inibisce la sintesi del TGF –beta (Transforming Growth Factor Beta) un mediatore chimico che regola numerose funzioni cellulari, quali la proliferazione e la differenziazione, e svolge un ruolo chiave nella fibrosi. Il pirfenidone inibisce inoltre la sintesi del TNF-alfa (Tumor Necrosis Factor-alfa), una citochina nota per avere un ruolo attivo nel processo infiammatorio.[ii]

Il 28 febbraio 2011, la Commissione europea (UE) ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio per Esbriet® (pirfenidone) per il trattamento di pazienti adulti affetti da IPF da lieve a moderata. L’approvazione ha autorizzato la commercializzazione di Esbriet in tutti i 28 Stati membri dell’UE, Esbriet è stato anche approvato per la commercializzazione in Norvegia e Islanda. Nel 2011, InterMune ha introdotto sul mercato pirfenidone in Germania con il nome commerciale Esbriet ed Esbriet è ora disponibile in commercio anche in vari Paesi europei, tra cui Francia, Italia e Regno Unito.

Il pirfenidone è stato commercializzato come Pirespa® dal 2008 in Giappone e dal 2012 in Corea del Sud da Shionogi & Co. Ltd. Sotto diversi nomi commerciali, pirfenidone è anche approvato per il trattamento dell’IPF in Cina, India, Argentina e Messico.

Informazioni sull’IPF

La fibrosi polmonare idiopatica (IPF) è una malattia irreversibile e fatale che è caratterizzata da una progressiva perdita della funzione polmonare a causa di fibrosi (cicatrizzazione) nei polmoni, i quali sono ostacolati nella loro capacità di assorbire ossigeno [iii],[iv],[v] L’IPF provoca inevitabilmente mancanza di respiro ed una compromissione della funzionalità polmonare e della tolleranza all’attività fisica. .3,4,5 I pazienti affetti da IPF seguono decorsi clinici diversi ed imprevedibili, per cui non è possibile prevedere se un paziente progredirà lentamente o rapidamente, oppure quando il tasso di compromissione potrà cambiare. [vi],[vii] Ai periodi di stabilità clinica transitoria nell’IPF, quando si verificano sussegue la progressione continua della malattia 6. Il tempo di sopravvivenza mediano dalla diagnosi è di 2-5 anni 4,6,7, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni di circa il 20-40% 6,[viii] , che rende l’IPF più letale di molti tumori, compresi i tumori della mammella, dell’ovaio e del colon retto. 8,[ix] L’IPF si manifesta in genere in pazienti di età superiore a 45 anni e tende a colpire in misura lievemente maggiore gli uomini rispetto alle donne.[x]

Informazioni su InterMune

InterMune è un’azienda biotecnologica fondata sulla ricerca, sullo sviluppo e sulla commercializzazione di terapie innovative nel campo della pneumologia e nelle malattie fibrotiche orfane. In pneumologia, l’azienda è focalizzata sulle terapie per il trattamento della fibrosi polmonare idiopatica (IPF), una malattia polmonare progressiva, irreversibile, imprevedibile e fatale. Il pirfenidone, è approvato per la commercializzazione da parte di InterMune nell’Unione europea e in Canada con il nome commerciale Esbriet®. Il pirfenidone non è approvato per la vendita negli Stati Uniti. InterMune ha ripresentato la richiesta di New Drug Application (NDA) alla U.S. FDA il 23 Maggio 2014, per supportare la registrazione negli Stati Uniti. La richiesta è stata accettata dall’FDA e gli è stato assegnato un obiettivo Prescription Drug User Fee Act (PDUFA) per il 23 novembre 2014. L’FDA ha concesso al Pirfenidone la designazione di Breakthrough Therapy. ll 24 agosto 2014 Roche e InterMune hanno annunciato di aver stipulato un accordo definitivo di fusione attraverso il quale Roche acquisisce pienamente InterMune ad un prezzo di 74 dollari per azione, in una transazione interamente in contanti. La chiusura della transazione è prevista per il 2014. I programmi di ricerca di InterMune sono incentrate sulla scoperta di terapie mirate, piccole molecole e biomarcatori per il trattamento e il e monitoraggio delle gravi malattie fibrotiche polmonari. Per ulteriori informazioni su InterMune® e la sua pipeline di R & S, visitare il sito www.intermune.com.

 

 

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