MORTE DI BIFOLCO, L’OBIETTIVO E’ CONDANNARE IL CARABINIERE IN UN PROCESSO MEDIATICO E DI PIAZZA!


“Con agghiacciante candore l’avvocato Anselmo confida il metodo usato per affrontare i processi nei confronti delle Forze dell’Ordine: puntare alla vittoria mediatica, non alla ricerca della verità giudiziaria. Così come avvenuto in casi delicati come quelli Aldrovandi, Uva, Cucchi e altri, anche nella vicenda della morte di Bifolco l’obiettivo dell’avvocato Anselmo è quello di scatenare l’odio di piazza contro le Forze dell’Ordine attraverso un’opera di seduzione della stampa, alla quale vengono propalate ricostruzioni suggestive molto lontane dalla verità dei fatti”.

E’ quanto afferma Franco Maccari, Segretario Generale del COISP – il Sindacato Indipendente di Polizia, che spiega: “L’opinione pubblica, così come buona parte della politica, finisce quindi per non distinguere il romanzo dalla realtà, alimentando un clima surreale di caccia alla Divisa che rischia di condizionare anche l’operato della magistratura”.

“Bene ha fatto il senatore Giovanardi – prosegue Maccari – a rimarcare quanto questa opera di disinformazione finisca per colpire Poliziotti, Carabinieri, Finanzieri ed Agenti della Polizia Penitenziaria condannati sulla pubblica piazza ben prima di avere la possibilità di dimostrare in un regolare processo la correttezza del proprio operato. Un tritacarne nel quale tutti i colleghi rischiano di cadere, perché quello che è accaduto al Carabiniere al quale è accidentalmente partito il colpo che ha colpito Bifolco durante l’inseguimento, poteva succedere a qualunque collega. Tante volte abbiamo chiesto, inascoltati, di dotare le Forze dell’Ordine di strumenti non letali quali spray urticanti e teaser, consapevoli della inevitabile pericolosità, anche per lo stesso Agente, dell’utilizzo di armi da sparo. Eppure le armi restano l’unico mezzo a disposizione per difendersi durante le operazioni di servizio. Quando però si verifica una tragedia come quella di Napoli, l’Agente coinvolto viene abbandonato al proprio destino, costretto a difendersi dalle accuse infamanti di familiari mossi dal desiderio di vendetta, di criminali camuffati per un giorno in paladini della giustizia, di avvocati senza scrupoli pronti a circuire la stampa, di una politica incapace di affrontare i problemi reali, ma pronta a cavalcare la morte di un giovane per squallidi obiettivi elettorali”. “Registro con sincera ammirazione – dice ancora Maccari – il coraggio di un uomo delle Istituzioni come l’ex Pm di Napoli Luigi Bobbio, che non ha voluto unirsi al coro dei commenti banali, ricordando in una lettera la differenza tra un teppista ed un Carabiniere, ed affermando che proprio il militare è una vittima di quanto avvenuto: ‘Vittima del suo senso del dovere e del fatto di essere chiamato a operare in una realtà in cui la mentalità delinquenziale e la inclinazione a vivere violando ogni regola possibile, sono la normalità’. Il magistrato ricorda che ‘i carabinieri non devono proteggere i teppisti ma, al contrario, devono pensare a tutelare i ragazzi perbene da chi viola le regole’ e che ‘le forze dell’ordine, obbligate a lavorare in contesti difficili e complessi,’ hanno l’obbligo di prevenire e reprimere i reati per evitare che la marea di fango sommerga la società intera. Lo Stato ha le sue leggi e le sue regole e, se sbaglio c’è stato da parte del carabiniere, questo verrà accertato e sanzionato”.

Un carabiniere che faceva soltanto “il suo dovere inseguendo con i colleghi, di notte, tre persone senza caschi su un ciclomotore (uno dei quali era evaso dagli arresti domiciliari) che avevano forzato un posto di blocco. Che poi sbandati al pari loro vogliano giustificarli mostrando di ritenere normale la loro condotta, mi fa solo disgusto. E i disordini di piazza, le sommosse di teppisti che bruciano auto della polizia per vendicare uno di loro, sono folli e inammissibili. Vanno represse con durezza. Lo Stato e solo lo Stato ha il compito di giudicare’. Parole che ogni cittadino onesto, ma anche ogni Istituzione di questo Paese, dovrebbe sottoscrivere”, conclude Maccari.

Coisp

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