Napoli: Coisp, agenti costretti a pagarsi ambulanza per Roma


Agenti costretti a pagarsi ambulanze private da Napoli a Roma per raggiungere la Commissione medica ospedaliera della Capitale dopo l’abolizione della Cmo di Caserta. È quanto denuncia in una nota Giulio Catuogno, segretario generale provinciale di Napoli del Sindacato Indipendente di Polizia Coisp, che sollecita il decreto di istituzione di una Cmo con sede nel capoluogo campano, “annunciato” ma poi mai varato, “nonostante ripetuti solleciti e pressanti richieste”.

“Oltre un anno fa – spiega infatti Catuogno – le varie Commissioni Mediche presenti sul territorio nazionale erano state ‘razionalizzate’. Quella di Caserta, che trattava il personale delle forza armate della Campania e delle regioni limitrofe, fu cancellata. Sicché oggi i colleghi napoletani, invitati a recarsi presso la Cmo, si devono spostare fino a Roma. Una cosa che comunque crea un disagio a un ammalato in genere, fguriamoci ad un infartuato o ad un collega impossibilitato a deambulare”.

“Già da qualche mese, però – continua il segretario generale provinciale del Coisp – sembra che, almeno per quanto concerne la centralizzazione delle Cmo, qualcuno si sia reso conto dell’errore, tanto che era stata annunciata l’emanazione impellente di un Decreto di istituzione di una Cmo con sede a Napoli. Un annuncio che però sembra si sia perso nella notte dei tempi. Queste firme che spesso mancano sono motivo di paralisi nonché vera rovina del nostro Paese – afferma Catuogno – Ci offriamo volontari: diteci chi è il soggetto che deve apporre la firma e ci mettiamo d’impegno nel rincorrerlo ovunque esso sia entro 48 ore” perché “se l’obiettivo è la razionalizzazione della spesa e le cose, così come stanno, producono invece un aggravio, il ritardo dell’emanazione di quel decreto è un vero delitto e uno spreco inutile che va a discapito di tutti e che può essere evitato. Semplicemente con una firma”.

(Adnkronos) – Secondo Catuogno, “il regime di spending review adottato già da qualche anno per far fronte alla crisi nella stragrande maggioranza dei casi ha fatto solo danni” perché “se lo scopo era quello di centralizzare alcuni enti, al fine di eliminare tutte le delocalizzazioni e tagliare considerevolmente i costi di gestione in modo da rientrare con le spese, di certo così non è stato”. Anzi, “la manovra in alcuni casi ha aggravato la situazione, richiedendo l’intervento e l’approvvigionamento di ulteriori fondi per applicare una toppa”.

“E’ in quest’ottica di spending review la Polizia di Stato ne ha subìte di cotte e di crude. Tant’è che spesso gli uffici sono rimasti senza carta, senza toner, senza computer, senza stampanti, senza divise, senza auto e addirittura senza benzina. Ma i poliziotti il più delle volte hanno messo mano alla tasca e si sono accollati personalmente tutte quelle spese che gli potessero permettere quantomeno di svolgere dignitosamente il loro lavoro. Per non lasciare totalmente campo libero alla criminalità. Perché in effetti questo è il succo di ciò che ha sortito la spending review: impedire alle Forze dell’Ordine anche i normali servizi di istituto, lasciando campo libero sia alla micro che alla macrocriminalità. E se ciò non è accaduto è solo perché i poliziotti non si sono lasciati andare”.

(Adnkronos) – “Pur sentendosi abbandonati e traditi – aggiunge Catuogno – hanno comunque tenuto desto il loro senso del dovere. E in periodi di abnormi difficoltà come quelli degli ultimi anni, non hanno mai abbandonato il campo. Tant’è che molti sono rimasti feriti in scontri con la criminalità organizzata o con la delinquenza disorganizzata, con le tifoserie criminali o con i comitati delinquenziali che trovano anche nella sagra della rucola selvatica motivo e presupposto per assaltare gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine”.

“Uomini e donne – sottolinea il segretario generale provinciale del Coisp partenopeo – che spesso sono costretti a prolungati periodi di assenza dal lavoro e a costose cure e terapie, nonché a controlli di idoneità presso le Commissioni Mediche Ospedaliere (Cmo), anch’esse obiettivo tutt’altro che chirurgico della spending review”.

 

(Zna//Adnkronos)

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