Coisp: La sicurezza? Una barzelletta in Italia


“Venite gente, venite pure a delinquere serenamente e soprattutto ‘liberamente’, nel senso che liberi resterete se non vi comminano pene superiori a 36 mesi e non avete casa! Suona più o meno così, come una reclame dell’assurdo, il contenuto dell’ultimo sciagurato svuota-carceri. Uno slogan dalla riuscita provata da casi reali e concreti, come certamente è quello di cui da notizia oggi la rete. Non trovare, di fatto, seri ostacoli alla propria ‘propensione’ a violare le regole è una cosa talmente aberrante da rendere veramente l’argomento sicurezza, in Italia, come una barzelletta. Tutelare e garantire la sicurezza dei cittadini, in queste condizioni, non è possibile, inutile insistere a dire bugie prendendo in giro la gente che si è chiamati a rappresentare con tutt’altra onestà”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta infuriato la notizia comparsa oggi sull’edizione on line di Libero, che esordisce: “Ha rubato un vaporetto a Venezia, davanti all’Arsenale, e ubriaco ha sferrato un pugno in faccia ad un poliziotto che aveva cercato di fermarlo. Quattro giorni dopo, di nuovo in preda ai fumi dell’alcol, ha dato in escandescenze nel chiostro della Basilica di Sant’Antonio, a Padova, in compagnia di tre nordafricani, ed anche in questa circostanza ha aggredito le Forze dell’Ordine che erano intervenute per placare la sua furia”, per poi spiegare che il kosovaro di 28 anni, “nonostante tutto questo ed una bella sfilza di altri precedenti qua e là in Veneto” non è andato in carcere per più di qualche ora, né ai domiciliari.

“Il ladro di vaporetti è apolide – si legge ancora nel pezzo -, quindi per definizione privo di qualunque cittadinanza quindi non ha fissa dimora. I reati contestati non prevedevano una pena detentiva superiore ai tre anni, e dunque, in base al decreto “svuota carceri” del governo Renzi, è tornato immediatamente libero. L’avvocato difensore del giovane è riuscito a far passare la tesi secondo cui non si sarebbe trattato di rapina, bensì di furto con successiva resistenza a pubblico ufficiale, reato che non prevede pene superiori ai 36 mesi. Il magistrato avrebbe potuto disporre gli arresti domiciliari ma c’era un evidente ostacolo. Non avendo domicilio, il kosovaro dove li avrebbe scontati?”.

Il 28enne ha collezionato al momento un divieto di dimora a Venezia, ed un obbligo di firma a Padova, ma di fatto è completamente libero. “Oltre alla balla che nulla di tutto ciò che si sta facendo a scapito del nostro Comparto influirà negativamente sulla sicurezza dei cittadini – insiste Maccari -, si insiste in un subdolo e gravissimo atteggiamento di gloriarsi degli eccellenti risultati che le Forze dell’Ordine, e nessun altro, ottengono in settori che hanno una grande visibilità, come quelli legati alla criminalità organizzata, per dimostrare che ‘lo Stato con la sicurezza non scherza’. Ma chi avrà il coraggio di ripetere questo messaggio agli abitanti delle zone dove il 28enne protagonista dell’articolo di oggi ha ripetutamente commesso dei reati? Al cittadino si deve garantire anche e soprattutto la serenità e la tutela della vivibilità nel quotidiano, il rispetto dei suoi diritti, la dimostrazione che le regole valgono per tutti e che alla loro violazione corrisponde una conseguenza seria e concreta. Noi – conclude Maccari – dovremmo essere lo strumento con il quale lo Stato attua tutto ciò, ma ogni giorno che passa diventiamo piuttosto sempre più le marionette sgangherate di uno spiacevolissimo e squallidissimo spettacolo dei pupi, nel quale il classico brigante armato di bastone continua a farla franca ogni volta che lo riacciuffiamo, e si fa beffe di noi e di tutti gli altri cittadini, tranne, ovviamente, quelli che grazie alle scorte che ne tutelano la persona, le case e le altre proprietà, non rischiano di vedersi sottrarre il mezzo di trasporto sotto al naso con la più insolente disinvoltura”.

Coisp

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