La “Tavola Doria” ai raggi X: giornata di studio con gli esperti


La Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze e l’Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di restauro di Firenze organizzano “La Tavola Doria tra storia e mito”, una giornata di studio sul dipinto attualmente in esposizione nella Sala delle carte geografiche degli Uffizi, la più antica testimonianza della Battaglia d’Anghiari di Leonardo recentemente acquisita dallo Stato italiano e la cui attribuzione è oggetto di discussione da parte degli studiosi.

Durante la giornata di studio – in programma giovedì 22 maggio nel Salone Magliabechiano della Biblioteca degli Uffizi – saranno presentati i risultati degli studi scientifici compiuti e dell’intervento di conservazione che si è reso necessario sul dipinto, così come sarà illustrato il progetto espositivo realizzato. Seguirà una tavola rotonda per un confronto sull’interpretazione del significato storico-artistico del problematico dipinto.

IL PROGRAMMA

Alle 10 inizierà la giornata di studio con i saluti del Segretario Generale del Mibact, Antonia Pasqua Recchia, del Direttore Regione dei beni culturali della Toscana, Isabella Lapi, del Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini, di Louis Godart (Direttore dell’Ufficio per la Conservazione del Patrimonio Artistico della Presidenza della Repubblica, di Mariano Ignazio Mossa (Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale) e del Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, Marco Ciatti.

A seguire (dalle 10.30 circa), gli interventi degli esperti. Inizierà Giancarlo Capaldo (“Il recupero”) e proseguiranno, nell’ordine, Cristina Acidini (Riflessioni sulla Tavola Doria”), Antonio Natali e Daniela Parenti (“La Tavola Doria alla Galleria degli Uffizi”), Cecilia Frosinini (“La Tavola Doria nel suo contesto leonardesco”), Roberto Bellucci, Carlo Lalli, Giancarlo Lanterna e Pier Andrea Mandò (“Le indagini diagnostiche”) e infine Roberto Bellucci, Ciro Castelli e Andrea Santacesaria (“L’intervento di conservazione e restauro”).

Dopo la pausa, alle 15 è previsto l’inizio della tavola rotonda sulla Tavola Doria che prevede gli interventi di: Carmen C. Bambach, Giorgio Bonsanti, Roberto Cecchi, Martin Kemp, Pietro Marani, Alessandro Nova, Antonio Paolucci, Carlo Pedretti e Alessandro Vezzosi.

UN PO’ DI STORIA

In passato non è mancato chi ha inteso vedere nella Tavola Doria la mano dello stesso grande artista, che avrebbe così compiuto una sorta di prova della sua opera; ma si tende oggi a considerarla una derivazione dall’originale leonardesco, eseguita da un artista fiorentino che resta per il momento ignoto.

L’opera è stata recuperata dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e assicurata al patrimonio artistico nazionale, grazie ad un articolato accordo di cooperazione internazionale siglato con il Tokyo Fuji Art Museum.

Al suo rientro in Italia, l’opera è stata portata presso il Laboratorio della Fortezza da Basso dell’OPD dove è stata sottoposta prima ad una serie di indagini diagnostiche volte ad approfondire la conoscenza della sua realtà fisica e del suo stato di conservazione, e successivamente ad un limitato intervento di restauro e conservazione del supporto ligneo. Attualmente l’opera è esposta presso la Galleria degli Uffizi in una mostra dal titolo “Memorie di capolavori di Leonardo”.

LA SCHEDA DELL’OPERA

Il dipinto, noto come Tavola Doria, dal nome della prestigiosa casata genovese cui apparteneva almeno fin dal XVIII secolo, raffigura un episodio della battaglia svoltasi il 29 giugno 1440 ad Anghiari fra le truppe dei Visconti, duchi di Milano, e una coalizione composta da truppe fiorentine, pontificie e veneziane; nella scena i due combattenti di destra, Ludovico Scarampo Mezzarota e Pietro Giampaolo Orsini, al soldo della coalizione, sono effigiati mentre lottano per togliere lo stendardo visconteo ai nemici Francesco e Niccolò Piccinino, riconoscibili nei due cavalieri a sinistra.

La composizione era stata ideata da Leonardo da Vinci per la pittura murale che doveva decorare una delle pareti della sala del Maggior Consiglio nel Palazzo della Signoria, commissionata dalla Repubblica fiorentina nel 1503. Le fonti coeve narrano che le sperimentazioni tecniche di Leonardo non ebbero buon esito, provocando la rovina della pittura prima ancora che essa fosse completata. Sull’invenzione di Leonardo vari maestri esercitarono la propria mano e ne tramandarono la memoria attraverso disegni, dipinti, incisioni. La Tavola Doria è dunque parte di questo nucleo documentario ed essa sembra tramandare l’incompletezza dell’invenzione leonardesca, ben evidente nella mancanza di elementi essenziali quali i corpi dei due cavalieri di destra.

Il dipinto, presente in Italia ancora nel 1940 nella collezione Doria D’Angri e vincolato ai sensi della legge di tutela dei beni culturali, è stato esportato all’estero illegalmente. È rientrato in Italia nel 2012 a seguito di un accordo intercorso fra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Tokyo Fuji Art Museum.

 

 

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