Coppa Italia, l’indignazione del Coisp


“Siamo un po’ rammaricati di aver appreso solo dalle telecamere delle televisioni una notizia che avrebbero dovuto comunicarci di persona… Da oggi il nuovo consulente per l’Ordine e la sicurezza pubblica in Italia è nientemeno che Gennaro, meglio noto alla stampa come ‘Genny ‘a carogna’! Per lo svolgimento di tutti gli eventi, persino quelli più rilevanti, impegnativi, e rischiosi, come le partite di calcio, ci sarà bisogno della sua approvazione, cui si potrà giungere solo dopo lunghe e faticose contrattazioni con il noto leader, che ha raggiunto ormai un’autorevolezza ed un peso politico e decisionale che supera ampiamente quello di Ministri e Rappresentanti istituzionali vari. Un tale ‘peso’ che a noi non resta che sottostare al suo volere, senza poterci neppure indignare un pochettino se in pubblico si presenta con una maglietta inneggiante all’assassino di un poliziotto! Contrattazioni utili comunque a consentire lo svolgimento del vitale match sportivo, che deve disputarsi ad ogni costo, anche se fuori dallo stadio i tifosi fanno a pistolettate! Colleghi rallegratevi, in Italia va sempre meglio per noi e per chi subisce torti senza poter contare su appoggi politici, mediatici, tecnologici…”.

Questa la triste ironia di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo la serata di consueta follia vissuta ieri a Roma in occasione della finale di Coppa Italia, dove un tifoso del Napoli è rimasto gravemente ferito da un colpo di pistola al torace sparatogli nei pressi dello stadio Olimpico, mentre in campo la curva napoletana si è distinta per un fitto lancio di oggetti conclusosi con un Vigile del fuoco finito in ospedale, e la partita si è disputata solo dopo l’ok ricevuto dagli stessi tifosi, il cui portavoce che ha trattato con i Dirigenti fornendo la propria “autorizzazione”, il capo ultras della curva A del San Paolo di Napoli, indossava una maglietta con la scritta “Speziale libero”, inneggiante al tifoso condannato in ogni grado di giudizio (di recente gli è stata negata la revisione del processo) per la morte dell’Ispettore Capo Filippo Raciti, ucciso fuori dallo stadio di Catania nel 2007.

“Tutto questo è incommentabile – aggiunge allibito Maccari -… Ma mai come adesso vogliamo prendere in prestito parole altrui e dire: ci si rivolta lo stomaco!”. “Non osiamo pensare – insiste il Segretario del Coisp – cosa passi nella mente e nel cuore di Marisa Grasso, dei suoi figli, dei suoi familiari, continuamente oltraggiati e violentati, ad ogni occasione simile, dall’ipocrisia e dalla vergogna che regnano sovrane in questo Paese, che non tiene conto neppure per finta del loro lutto. Aver perso Filippo non è abbastanza, tanti italiani sanno bene come farli soffrire ancora e ancora. La nostra vicinanza, che rivolgiamo per tutti a Marisa, è totale, profonda e realmente sentita. E a lei diciamo che adesso, comunque, potrà certamente contare sulla solidarietà umana e Istituzionale di tutte le cariche dello Stato, di tutti i media e di tutti gli opinionisti sempre pronti a mostrare la giusta indignazione a difesa delle vittime di ingiustizie. Il Presidente Napolitano, la Presidente Boldrini, il Presidente Renzi, il Ministro Alfano, Senatori e Onorevoli, il Capo della Polizia, tutti i più diffusi giornali, l’onniscente Saviano, e tanti tanti altri sono certamente già in fila per esprimere alla vedova Raciti il rispetto e la propria indignazione verso chi non sa rispettare le sentenze al punto da inneggiare pretendendo l’impunità per chi è stato ritenuto colpevole dell’omicidio (e non certo colposo) di un Servitore dello Stato che, purtroppo per lui, portava la divisa. Marisa non deve dubitare, sarà invitata nelle sedi istituzionali e a difesa sua e di tutti quelli che lei rappresenta saranno indette conferenze stampa e raccolte di firme, e cortei di solidarietà e richieste di modifiche di leggi insufficienti a garantire di salvare la vita a chi fa ordine pubblico negli stadi…”.

Coisp

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